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Questione di priorità: ha senso che la Fiorentina continui a considerare la Conference un obiettivo?

Le enormi difficoltà in campionato lasciano poco spazio alla speranza di inizio stagione di alzare la coppa europea

Torna la Conference League, nel momento meno adatto per la Fiorentina. La partita contro la Dinamo Kiev arriva alle porte di quella contro il Verona, ovvero di quella che sarà una sfida tra ultima e penultima in campionato, con la zona salvezza che si allontana sempre di più con il passare delle giornate (adesso sono 7 i punti di distanza dal Lecce quartultimo). La sensazione, al netto del fatto che in casa viola si parli di partite da ‘vita o morte’ da ormai più di un mese, è che stavolta i tre punti non siano davvero più rimandabili. Perlomeno se si vuole continuare ad aggrapparsi alla lotta salvezza ed evitare una clamorosa retrocessione virtuale ancor prima del giro di boa. Ecco perché l’impegno europeo diventa più un impiccio che altro.

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ALTRI PENSIERI. Nel maxi-girone di Conference la Fiorentina si trova attualmente al 17° posto, a due punti di distanza dall’8°, ultimo piazzamento valido per staccare il pass diretto per gli ottavi, così evitando il doppio impegno del playoff di febbraio. In altre condizioni, la partita contro gli ucraini avrebbe assunto tutta un’altra importanza nell’economia della stagione viola. Ma come si è detto, in questo momento i pensieri al Viola Park non possono che concentrarsi sul campionato. Si renderà quindi necessaria una qualche forma di turnover, sperando che le riserve possano fare meglio dei titolari e che, con una vittoria, possano mantenere vivo l’obiettivo Conference.

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OCCASIONE PER MOLTI. Quella di domani, tra l’altro, non sarà nemmeno l’ultima partita del girone. I viola scenderanno in campo anche il prossimo giovedì, in quel di Losanna. Un’altra sfida che farà da antipasto a quella ben più importante di campionato in casa contro l’Udinese. Poi, l’Europa sarà (forse) riposta in un cassetto, almeno fino a febbraio. Turnover, si è detto. Quindi domani al Franchi come la prossima settimana in Svizzera dovrebbero avere una chance i vari Nicolussi Caviglia, Ndour, Dzeko, Piccoli. Con la speranza che possano mettere in mostra qualcosa di buono e, magari, candidarsi a rendersi utili anche nelle decisive partite della domenica. Di sicuro, in porta ci sarà De Gea: segno che comunque l’idea non è quella di prendere l’impegno sottogamba.

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OBIETTIVO O IMPICCIO? Ma veniamo al punto. Ha senso continuare a considerare la coppa europea come un concreto – se non il principale, come sembrava a inizio stagione – obiettivo della stagione viola? Se non dovesse arrivare una svolta – e anche rapida – in campionato, la risposta è no. Una lotta serrata per il mantenimento della categoria non potrebbe tollerare un dispendio di energie al giovedì che sappiamo quanto possa diventare importante in primavera. Da un punto di vista fisico quanto mentale. Già la squadra di Vanoli non sembra, almeno per ora, avere la testa per portare avanti una competizione. Sembra difficile che possa arrivare con il passare dei mesi a sostenerne addirittura due. Per altro, risulterebbe esercizio da idealisti inserire una squadra messa così male da lottare per la salvezza dentro i confini nazionali tra le candidate alla vittoria di una coppa europea, sebbene non tra le più prestigiose.

UNA SPERANZA E UNA CERTEZZA. In ogni caso, dei risultati positivi contro Dinamo Kiev e Losanna permetterebbero almeno di ‘rimandare’ la risposta al quesito. A quel punto la Fiorentina potrebbe concentrare tutti gli sforzi sulla risoluzione delle sue grane in campionato. E se dovesse riuscire in quella che al momento sembra a tutti gli effetti un’impresa, allora potrebbe ritornare a guardare con rinnovate ambizioni anche al percorso europeo. Un volo pindarico, forse. Però nel calcio non si sa mai. E dunque non rimane che sperare che i ragazzi di Vanoli cavino qualcosa di buono dalle prossime due sfide europee. Anche perché, come si suol dire, vincere aiuta a vincere. E una vittoria sarebbe un ottimo viatico per affrontare la delicatissima partita di domenica. La certezza è solo una: l’ambizione sbandierata in estate di sollevare il tanto agognato trofeo è stata senz’ombra di dubbio scavalcata dall’impellenza di evitare una clamorosa retrocessione. Questione di priorità.


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