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La partita decisiva è domenica, ma la Conference va affrontata con dignità

Ogni prestazione negativa pesa sull'umore della squadra. Perciò, anche in una partita con poca importanza, serve una Fiorentina con la testa accesa

Più la situazione in campionato diventa drammatica, più la Conference League diventa un intralcio per la Fiorentina. In un momento così difficile, con l’ultimo posto in classifica, la zona salvezza a 7 punti, le zero vittorie in A e la terribile possibilità di dover disputare l’anno del centenario in Serie B, la coppa europea meno prestigiosa è vista come un vero e proprio bastone tra le ruote. Non che qui si voglia convincere del contrario, perché sarebbe impossibile, ma visto che la Fiorentina è costretta a giocarla bisogna abituarci all’idea di conviverci. Perché anche la Conference ha un suo peso in un periodo così delicato. 

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Basta tornare a quanto è capitato due settimane fa contro l’AEK Atene. La Fiorentina veniva dal cambio in panchina che aveva prodotto 2 pareggi consecutivi in campionato con Genoa e Juventus. L’arrivo di Vanoli aveva fatto vedere qualche timido segnale positivo, prima che al Franchi arrivassero i greci. Contro i greci però è arrivata una sconfitta orribile, con una prestazione indegna da parte dei calciatori, che sembravano completamente scollegati. A partire da quel ko è iniziato un ulteriore sprofondo per i viola, che hanno perso 2-0 con l’Atalanta e 3-1 col Sassuolo.

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Anche quella con l’AEK sembrava una partita senza alcuna importanza. E probabilmente lo era. Tuttavia, quando una squadra vive un momento come quello che sta vivendo la Fiorentina, gli strascichi di prestazioni orrorifiche come quella coi greci possono farsi sentire anche nelle altre competizioni. La Conference può essere un’occasione per giocare con la testa un po’ più leggera, rispetto alle pressioni che l’ultimo posto in classifica impone su un gruppo che scende in campo terrorizzato ogni maledetta domenica. Questo però non giustifica affatto il presentarsi sul rettangolo verde con la spina staccata.

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La Fiorentina ha un disperato bisogno di segnali positivi per iniziare una lenta risalita, se davvero si vuole sperare nella salvezza. Ecco perché non deve accumulare ulteriore negatività nelle partite del giovedì sera, che invece potrebbero funzionare da iniezione d’autostima, se affrontate con la testa giusta. Vale anche per la partita di stasera, contro una Dinamo Kiev non in forma smagliante - 4 sconfitte di fila interrotte dalla vittoria dello scorso sabato -. Con il necessario turnover e senza rischiare alcun giocatore acciaccato, perché la finale per la squadra di Vanoli è domenica contro il Verona. Ma con una certa dignità, che questa squadra, questa società, sembra avere perso.


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