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Tanti confronti e pochi fatti. Le 'scelte drastiche' le inauguri Vanoli

Tutte le squadre in lotta per non retrocedere hanno qualcosa di positivo al quale appigliarsi. Vanoli deve trovarlo anche per la sua Fiorentina

La situazione paradossale che sta vivendo la Fiorentina non accenna a migliorare. Se la sfida di Reggio Emilia doveva segnare la rinascita della squadra viola dopo il patto di Bergamo con i tifosi, se possibile ha invece peggiorato una situazione catastrofica. Zero anima, zero spirito di sacrificio. E un atteggiamento che è piaciuto poco alla gente. Il patto è durato una decina di minuti, quando i calciatori in campo hanno dato un mini segnale guadagnandosi il rigore e sbloccando la gara. Dodo ha arringato la folla quando mancavano ottanta minuti alla fine del match. Ma il pubblico era l'unica cosa all'altezza della situazione. Il resto della partita è stata una sciagura: tattica, tecnica, di personalità. Sotto ogni punto di vista. 

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CONFRONTI. Sono stati giorni di confronti, anche accesi. Due ore nel dopo partita nella pancia del Mapei Stadium, poi un'altra riunione nella giornata di ieri al Viola Park, dopo la quale il tecnico ha deciso di concedere la giornata di oggi completamente libera. Confronti che si spera portino a qualcosa di positivo. Ci sono da cancellare i musi lunghi, i mugugni visti in campo e c'è da recuperare unità d'intenti e fiducia nei compagni. Il primo banco di prova giovedì sera contro la Dinamo Kiev, quello ben più importante domenica contro il Verona. Adesso però, al di là delle parole, occorrono in fretta anche i fatti. E il primo a dare una sterzata dovrà essere Paolo Vanoli. 

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SERVE CAMBIARE. Ricalcare quel che ha fatto Pioli non ha portato benefici. Una volta recuperati Gosens e Fazzini dovrà necessariamente cambiare vestito a questa squadra. Non è solo una questione tattica, sarebbe troppo facile. Ma da qualche parte bisogna cominciare. Difesa a quattro, un centrocampo folto e un partner definitivo per Kean. Non si è compresa la scelta di Gudmundsson titolare col Sassuolo, quando la partita era stata preparata con lanci lunghi e lotta sulle seconde palle. Vero che Piccoli non è entrato bene, ma se quello era il tema tattico preparato forse valeva la pena avere due punte pesanti davanti. Riflessioni sparse. Ma la certezza che Vanoli debba metterci del suo. Fin qui ha toccato corde motivazionali non riuscendo a entrare nella testa dei calciatori. Adesso c'è bisogno di idee nuove. Possibilmente giuste. Non cambierà modulo per accontentare la gente, come ha detto a Reggio Emilia, ma per una necessità incombente. Con la speranza che poi il mercato di gennaio gli porti in dote almeno un paio di esterni offensivi. Tutti epurati in estate, ma adesso necessari. Il ds Goretti ha parlato di «scelte drastiche». Bene, cominci Vanoli e se necessario faccia anche scelte dolorose, lasciando fuori calciatori (seppur importanti) che in questo momento non sono in bolla per un motivo o per un altro. “Meglio un ciuccio vivo che un dottore morto”, amava ripetere Delio Rossi. E allora, forse, meglio un ragazzo volenteroso della Primavera rispetto a presunti campioni milionari che adesso non trovano mentalmente e tecnicamente il bandolo della matassa. 

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LE ALTRE HANNO CUORE. Anche perché guardando le partite di Serie A, non c'è nessuna squadra attualmente così apatica come la Fiorentina. Il Verona ha dimostrato cuore, grinta, voglia di emergere pur nelle difficoltà. Lo stesso ha fatto il Parma a Pisa, così come il Cagliari contro la Roma. Squadre vive, gagliarde, con calciatori che lottano su ogni pallone. Poi le partite le perderanno, ma non lasciano mai l'impressione di non averci provato. Cosa che è lampante guardando quelle della Fiorentina.


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