Il direttore sportivo, seppur contestato, non ha mai pensato alle dimissioni e lavora per trovare il nuovo tecnico viola
Si potrebbe dire, senza sbagliare, che Raffaele Palladino, seppur dimissionario, è la vittoria di Daniele Pradè in questo scontro interno alla Fiorentina tra l’ormai ex tecnico e il direttore sportivo.
La scelta di Commisso era semplice in quanto la permanenza di uno escludeva quella dell’altro. Confermato Pradè con tanto di complimenti pubblici in conferenza stampa, è stato Palladino allora a fare un passo indietro dimostrando, almeno lui, di avere coraggio e dignità.
Capito che non avrebbe avuto vita semplice con Pradè ha scelto di fare un passo indietro. E il riassunto perfetto di questa situazione lo si è avuto con il rinnovo di De Gea: difficile, quasi impossibile, finché Palladino non se ne è andato. Appena il tecnico si è dimesso i viola hanno trovato l’accordo (soprattutto economico) con il portiere spagnolo.
Pradè ha accontentato De Gea non appena si è “liberato” di Palladino.
E ora che succede?
La Fiorentina dunque è ancora di più quella di Pradè: voluto e confermato da Commisso anche a dispetto del “figlio” Palladino. Confermato e voluto anche dopo la contestazione della Fiesole.
Pradè resta, per Commisso non è mai stato in discussione, e il direttore sportivo non ha mai seriamente pensato alle dimissioni. Certo la contestazione può aver lasciato il segno ma, magari, può servire per risvegliare un ds che da troppi anni ormai sembra diventato incapace di incidere sul mercato.
Adesso tocca a lui, avere uno scatto di orgoglio, che possa far dimenticare gli ultimi anni altamente deludenti anche per lui.
Intanto c’è da risolvere il nodo allenatore: chi sarà il successore di Palladino?
La Fiorentina non ha ancora sciolto le riserve. Difficilissimo capire cosa pensa la triade al comando, ma ci sono almeno tre allenatori che in un modo o nell’altro hanno fatto capire a Commisso di essere aperti alla soluzione viola.
Pioli (che dopo aver guadagnato in un anno quanto in tutta la sua carriera vorrebbe tornare nel calcio che conta); Baroni (reduce da una stagione altamente deludente con la Lazio, ma fiorentino doc e voglioso di rimettersi subito in gioco); Farioli (seppur defilato qualche messaggino dalle parti del Viola Park è arrivato).
Ma, dicevamo, è difficilissimo capire al momento la strategia della Fiorentina e dunque a ora tutti i nomi sono possibili. Quelli sopracitati si sono proposti, dunque non è detto che vengano presi in considerazione dalla Fiorentina.
Non rimane che aspettare perché l’allenatore sarà la prima mossa della nuova Fiorentina del confermatissimo Pradè. L’ultima volta che a scegliere il tecnico fu il ds a Firenze arrivò Italiano. Alla Fiorentina tutto cambia tranne il presidente e il direttore sportivo (a prescindere dai risultati).
Di
Francesco Zei