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CorSport - Attacco viola flop, ogni gol vale 11 milioni. Vanoli punta su Kean-Piccoli

Un parco attaccanti che in estate faceva sognare: in quattro valgono 100 milioni, ma hanno segnato solo 9 gol

Doveva essere il fiore all'occhiello di una squadra che puntava in grande, anzi in grandissimo. E vedendo i nomi, ripensando a quest'estate, veniva facile sognare: Albert Gudmundsson, Edin Dzeko, Moise Kean, Roberto Piccoli. Un quartetto che, sulla carta, aveva tutto: classe, esperienza, potenza, atletismo. Un poker d'assi dal valore di cento milioni (se pensiamo alle valutazioni di mercato fatte qualche mese fa, con tanto di clausola di 62 milioni per Kean). Un reparto che aveva nel roster il vice-capocannoniere dell'ultima Serie A e che aveva aggiunto un attaccante classe 2001 da doppia cifra e uno da più di 450 reti nel curriculum. L'esempio Fiorentina è risultato invece l'ennesima prova che il calcio non si fa con le figurine: perché una volta messi insieme quattro calciatori dalle indubbie qualità, c'è da posizionarli in campo, trovare una chimica e una complementarità. Missione, a più di tre mesi dalla fine del mercato, tutt'altro che c'entrata dalle parti del Viola Park, scrive Il Corriere dello Sport - Stadio. 

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COPPIEQuattro uomini per due maglie, anche se a luglio i primi esperimenti di Pioli lasciavano intendere che nel suo undici ideale ci sarebbe stato spazio per tre di loro. Esperimenti naufragati già durante la tournée inglese. Tra le coppie viste quella che ha avuto più continuità è stata quella dell'anno scorso, Moise Kean e Albert Gudmundsson, dodici gare insieme, cinque dal primo minuto, per un totale di 606 minuti tutt'altro che convincenti, con tre reti segnate dal duo italo-islandese (due però su rigore nel rocambolesco finale col Bologna). Il tandem meno utilizzato è invece quello composto da Dzeko e Piccoli (183', solo due gare cominciate dall'inizio e una rete, in Conference), seguito da quello formato da Dzeko e Gud, solo una gara da titolare assieme e un gol messo a segno dal bosniaco, nei preliminari di Conference. 
 
CON VANOLI. Col cambio di allenatore, il sistema è rimasto lo stesso. Vanoli ha ereditato una squadra che ha pochi margini di manovra per quanto riguarda le variazioni tattiche, imprigionata anche dai quattro big là davanti. E il nuovo tecnico sta provando a dar continuità soprattutto a una coppia, quella formata da Moise Kean e Roberto Piccoli, titolari nelle ultime due gare di campionato. Il primo a credere alla compatibilità dei due centravanti era stato Pioli, adesso il suo successore eredita anche questo rompicapo. Perché l'illusione che Kean-Piccoli potesse valere il Kean-Retegui visto in azzurro è durata poco, ma Vanoli ancora non si è arreso: il compito più difficile a livello tattico rimane questo, creare un habitat offensivo ideale per due puri numeri nove.

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