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Vanoli nel solco tattico di Pioli, Palladino 'passeggia' sulla ex squadra da 65 punti. Il confronto con i tifosi cambierà qualcosa?

A Bergamo una sconfitta quasi da rassegnazione, ora però il mese della verità. Questa Fiorentina ha la forza di reagire?

Una sconfitta quasi 'normale' per la Fiorentina a Bergamo. Quasi con rassegnazione, verrebbe da dire, anche se alla fine qualche occasione la squadra viola l'ha pure avuta. Ha evitato soprattutto la figuraccia, l'imbarcata, grazie alle parate di De Gea e alla scarsa mira di Krstovic e compagni. Però di fatto Palladino ha 'passeggiato' su quella squadra che aveva fatto i famosi "65 punti" nella scorsa stagione. L'ex tecnico ha abbracciato quei ragazzi con cui si è sentito spesso in questi mesi, anche nei giorni frenetici dell'esonero di Pioli. Un incrocio paradossale per un gruppo che, per larghi tratti confermato, adesso non riesce a reagire. 

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IL CONFRONTO AVRA' EFFETTI? Per Ranieri e compagni fanno 13 partite senza successi, 6 punti in classifica con l'ultimo posto insieme al Verona. Una situazione che sportivamente resta drammatica, con le varie avversarie per la salvezza che via via allungano le distanze. Paradossalmente il segnale potenzialmente migliore è arrivato dopo il triplice fischio con l'Atalanta. Con quel confronto schietto e serrato tra il gruppo e i tifosi. Con Dzeko che si è chiarito con gli ultras facendo passare il messaggio suo e della squadra: "Abbiamo bisogno di voi". E poi Ranieri, Mandragora e mister Vanoli che cercava di caricare i suoi per prendere una sorta di carica da questo confronto. Servirà questo episodio per scatenare la tanto agognata reazione? 

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SI CAMBIA? Del resto, che il problema principale di questa Fiorentina sia principalmente mentale, è ormai fuori di dubbio. Poi ci sono quelli tecnici, evidenti, e tattici. A proposito, le prime partite hanno visto Vanoli ripercorrere il solco tattico di Pioli. Nei numeri e nelle scelte, quanto meno. Quelle 'intuizioni' dell'ex allenatore che poi si sono rivelate fallimentari. Dal Fagioli regista alle due punte Piccoli-Dzeko, fino alla difesa a tre. Vanoli ha iniziato da un lavoro psicologico, dal dare alla squadra maggiore consapevolezza della situazione. Poi da un cambio di atteggiamento nelle palle inattive. Fin dai primi allenamenti non aveva escluso qualche soluzione tattica diversa: vista la settimana piena di lavoro prima del Sassuolo, c'è margine per un cambio anche a livello di modulo? Vedremo, anche perché resta una rosa incompleta senza esterni alti di ruolo (e anche quelli attuali di centrocampo non riescono più a spingere in avanti).

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MESE CLOU. Di sicuro da sabato inizierà davvero il "mese della verità", come l'ha definito anche il tecnico. Sassuolo fuori, Verona in casa (per uno scontro diretto da brividi), Udinese ancora al Franchi, Parma fuori e Cremonese in casa. Di facile non c'è assolutamente niente per questa Fiorentina, ma è chiaro che in queste cinque partite fino all'Epifania dovranno arrivare almeno due o tre vittorie per credere nella missione salvezza. Un qualcosa di enorme per una squadra ancora a secco di successi dopo 13 giornate, ma che dovrà diventare realtà per togliersi dalle sabbie mobili il prima possibile. Gare però in cui ci sarà da combattere quella paura e quell'ansia che attanaglia il gruppo, perché il margine d'errore adesso è ridotto allo zero. Nel mezzo anche le due gare decisive di Conference, tra Dinamo Kiev (in casa) e Losanna (fuori) per cercare di prendersi gli ottavi (servirebbero anche qui due successi per entrare tra le prime 8). Gare in cui conterà rimanere tutti uniti, come richiesto dalla squadra ai tifosi, ma nelle quali chi va in campo dovrà anche dimostrare senso di responsabilità, personalità, orgoglio personale e per la maglia. Valori che fin qui non si sono visti, generando un tracollo che sembra senza fine. Se c'è qualche spiraglio per evitare l'onta della B, va aperto adesso.


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