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Vanoli, cambiare qualcosa è necessario. Ma con questa rosa non è affatto semplice

Titolari o alternative, tutti hanno già deluso. La difesa a 4 può essere una soluzione, ma la costruzione della rosa rende difficile il passaggio

Si dice che una volta toccato il fondo non si possa che risalire, ma non è dato sapere quanto ancora sia possibile precipitare per questa Fiorentina. Dal suo arrivo, Vanoli una piccola scossa l'ha data, ma siamo a dicembre e la squadra non è ancora riuscita a vincere la prima partita in campionato. Gli ultimi due risultati (due ko di fila contro AEK e Atalanta) impongono importanti riflessioni al tecnico.

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LA SQUADRA OPERAIA NON BASTA. Vanoli ha da subito imposto un cambio di mentalità, con l'idea della squadra umile che lotta per non retrocedere che sembra aver attecchito nei giocatori. Tanto che le prestazioni contro Juve e Atalanta non sono state terribili, come invece lo è stata quella in Conference contro l'AEK Atene, in cui la squadra è sembrata totalmente apatica proprio come nelle ultime uscite della gestione Pioli. Come se ormai le energie nervose siano tutte concentrate sulla salvezza. Il rovescio della medaglia è che, essendo ben consapevole della situazione, la Fiorentina è una squadra tremendamente insicura e impaurita. E per migliorare sotto questo aspetto servirebbe come il pane la prima vittoria in A. Insomma, l'aver instillato l’idea di una squadra operaia, che lotta alla disperata per ogni punto in campionato, non può bastare per salvarsi. 

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VANOLI COME PIOLI. Dal punto di vista tattico, finora Vanoli si sta scontrando con tutto ciò che non aveva funzionato quando sulla panchina della Fiorentina sedeva Pioli: Fagioli riproposto come regista che non convince affatto, i due centravanti Kean e Piccoli schierati insieme che si pestano i piedi e non riescono a dialogare, la difesa a tre che fa acqua da tutte le parti. Dal cambio di guida tecnica, vista la situazione disperata, ci si sarebbe aspettato qualcosa di diverso. Il problema è che non è affatto semplice. 

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CHIUNQUE GIOCA FA MALE. La Fiorentina vive il classico momento delle squadre in grave difficoltà, dove chi non gioca sembra sempre la soluzione migliore ai problemi. Peccato che, se andiamo a consultare la lista di chi dovrebbe sostituire gli attuali titolari, ci rendiamo conto che sono soluzioni già provate e che hanno già deluso. 

Come alternativa a Piccoli al fianco di Kean, ci sono due delusioni come Dzeko e Gudmundsson. Il bosniaco fin qui è stato improponibile dal punto di vista fisico: arrivati a dicembre, il timore è che il peso dell'età non sia più aggirabile con la classe sopraffina e uno stile di vita ultra professionale. L'islandese è quello che abbiamo sempre conosciuto a Firenze, salvo qualche sprazzo: trasparente. Ci sarebbe anche Fazzini, che è misteriosamente finito in fondo alle rotazioni - con l'Atalanta gli è stato preferito addirittura Richardson, all'esordio stagionale -. Di certo non potrà risolvere da solo la situazione gravissima in cui versa la Fiorentina, ma era stato tra i ‘meno peggio’ nelle prime partite stagionali. In cabina di regia, al posto di Fagioli, c'è il solo Nicolussi Caviglia, che sarebbe un playmaker di ruolo ma ha palesato altrettante difficoltà a dare ritmo alla manovra della squadra, senza peraltro avere la qualità che possiede Fagioli. 

La difesa a 3 è davvero un grattacapo. I difensori centrali della Fiorentina non sono adatti a questo sistema di gioco, ormai è chiaro. Oltre a essere un reparto oggettivamente mediocre, sono tutti in difficoltà con questa disposizione in campo. Sia senza la palla, che con essa: mancano i piedi buoni per cercare con più qualità centrocampisti e attaccanti. Inoltre, perché il 3-5-2 sia efficace i ‘braccetti’ dovrebbero accompagnare la manovra, ma l'unico che ci prova con risultati alterni è Ranieri. Infine, la difesa a 3 avrebbe dovuto esaltare le caratteristiche di Dodo e Gosens, che tuttavia stanno vivendo una stagione difficilissima. Ha poco senso mantenere gli esterni di centrocampo per mettere a proprio agio due giocatori che stanno avendo un rendimento largamente al di sotto delle proprie possibilità.

CAMBIARE NON È COSÌ FACILE. Un cambio modulo sembra necessario, dunque. Già, ma quale? Il campo suggerisce che sarebbe opportuno passare alla difesa a 4. In questo modo, forse Vanoli potrebbe anche recuperare un marcatore puro come Comuzzo, decisamente più a suo agio in un sistema a 4 che lo avvicini a De Gea e lo liberi in parte da compiti di impostazione. Tuttavia, la Fiorentina non ha esterni alti in rosa. Una scelta che si è rivelata scellerata, compiuta già dal mercato di gennaio 2025 e confermata in estate, che rende molto più complicato un drastico cambio di registro nel sistema di gioco.

Le alternative, senza esterni alti di ruolo, sono pochine. Rimanendo con la difesa a 3, si potrebbe tornare al 3-4-2-1, ma alleggerire il centrocampo in un momento del genere sembra improponibile. Guardando alla difesa a 4, ci sarebbero il 4-3-2-1 oppure il 4-3-1-2. Moduli che in Europa non gioca più quasi nessuno da più di 10 anni, per la poca ampiezza che offrono alla manovra in fase di possesso e non possesso. Altrimenti, ci sarebbe la possibilità di adattare giocatori come esterni alti: Gudmundsson ha già giocato in quella posizione, uno come Fazzini potrebbe adattarsi così come potrebbero farlo gli esterni bassi, ma restano tante perplessità sul rendimento che potrebbero offrire questi calciatori in quella posizione di campo.

Nessuna soluzione miracolosa, insomma, e poco spazio di manovra. Ma Vanoli è chiamato a fare qualcosa di diverso. Non si può sperare che con un calendario più agevole la squadra migliorerà magicamente, perché sono proprio le partite ‘facili’ quelle che ora metteranno più pressione.


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