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Editoriali

Una brutta Fiorentina porta a casa lo 0-1. Nzola a segno, poco altro. Ci si aspetta molto di meglio in vista del Bologna

I viola portano a casa il risultato con una brutta prestazione. Una partita del genere ci può stare, ma visto il momento delicato si pretendeva molto di più

Una brutta partita, una brutta Fiorentina, ma alla fine arriva la vittoria. Questo il riassunto in poche parole della serata viola in Serbia, nella sfida dei gironi di Conference League contro il Cukaricki. A Lescovac, in uno stadio semideserto, ci si attendeva una risposta dopo le sconfitte in campionato. Risposta che è arrivata solo a metà.

La squadra di Italiano ha avuto il merito di sbloccarla quasi subito, con il rigore procurato e trasformato (male) da Nzola. L’attaccante angolano era l’uomo più atteso e ha segnato, ma i discorsi sulla sua prestazione sono sovrapponibili a quelli che si possono fare per la prova di tutta la squadra: bravo a procurarsi il rigore, poi poco o nulla. Poco da dire sugli altri singoli, visto che nessuno ha brillato particolarmente e si sono assestati tutti nel grigiore generale. Si può sorridere per l’esordio in viola dal 1′ di Pierozzi: una prestazione sufficiente e nulla più, ma da ora in poi sarà utile alla causa vista l’emergenza sui terzini.

Guardando il lato positivo, c’è appunto il risultato. In virtù del secondo pareggio tra Ferencvaros e Genk, la Fiorentina ora è prima solitaria nel girone. I due punti di distacco sulle due avversarie sono un buon vantaggio da amministrare nelle ultime due sfide, perché l’obiettivo è conquistare qualificazione e primo posto.

Tuttavia, ci si attendeva ben altra prestazione contro il modesto Cukaricki dopo il roboante 6-0 dell’andata. Invece si è vista una squadra piatta, che dopo aver segnato il gol del vantaggio ha fatto ben poco per cercare di raddoppiare, tanto che forse sono andati più vicini al gol i padroni di casa (sebbene anche loro abbiano combinato davvero pochino). Un atteggiamento che sembra agli antipodi del credo di Italiano, una Fiorentina che ancora una volta è andata in difficoltà contro una squadra che si chiudeva a riccio nella propria area. Ne è nata una partita brutta, da sbadiglio assicurato, quando serviva altro per rispondere ai brutti risultati ottenuti in campionato.

Niente drammi. Di partite del genere la storia del calcio ne è piena. La Nazionale italiana in questo è storicamente esperta: quando la partita è troppo facile, tende a giocare con sufficienza, vincendo con appena un gol di scarto quando tra lei e l’avversario ci sono almeno due-tre categorie di differenza. Sembra ciò che è successo ai viola, ai quali però si chiedeva di più sotto l’aspetto della prestazione proprio per il momento delicato che stanno attraversando.

Ora all’orizzionte c’è una sfida decisamente più complicata, contro un Bologna che ha sopravanzato la Fiorentina in classifica e che viene da una serie di dieci risultati utili consecutivi. Per chiudere col sorriso un mini ciclo che si è rivelato davvero complicato e interrompere la striscia negativa di tre ko consecutivi in Serie A, serve tutt’altra prestazione di Biraghi e compagni.

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