Vanoli confermato, per ora. Dove sono le scelte drastiche? In campo e fuori, il fondo non arriva mai
Tutti riuniti al Viola Park, ore di riflessioni e riunioni per cercare una soluzione che non si trova mai
No, la svolta non è ancora ad un passo. No, non c'è proprio un bel clima al Viola Park. No, la Fiorentina non aveva toccato il fondo a Reggio Emilia. No, i confronti positivi all'interno del gruppo non hanno sortito niente. Nuove smentite del campo, nuovi record negativi sbloccati nonostante le parole beffarde che si accodano da parte di tutti i protagonisti. Direttore generale, direttore sportivo, allenatore, capitano, giocatori. E presidente, ovviamente. Fiducia ribadita in tutti coloro che hanno portato la Fiorentina dal primo posto di un anno fa dopo 15 giornate, all'ultimo attuale. Dai 34 punti con Palladino ai 6 tra Pioli e Vanoli. A 8 lunghezze dalla quart'ultima posizione e dalla salvezza.
SEMPRE UGUALE. Un disastro, una Caporetto su tutta la linea. Un'altra disfatta anche in casa contro il Verona, la gara che nell'immaginario di tutti avrebbe dovuto rappresentare l'occasione per la risalita. Invece niente, nel recupero un'altra beffa. Da Cagliari al Como, fino all'Hellas e all'AEK Atene, una lunga storia di gol presi negli ultimissimi minuti. A cui aggiungere anche le reti contro Sassuolo e Juve che erano arrivati nei recuperi dei primi tempi. Non cambia mai niente, in questa Fiorentina. Nè in campo nè fuori. I soliti gol presi, le solite disattenzioni, la solita incapacità di fare gioco e di segnare. Soprattutto, l'impossibilità di riuscire a vincere.
AVANTI COSI'. Tutti in ritiro al Viola Park dopo l'ennesima figuraccia di domenica. Silenzio stampa, e verrebbe da dire meno male, visto quanto prodotto nelle ultime settimane davanti ai microfoni. Qualcuno (Goretti) aveva invocato scelte drastiche, parole perfino scontate vista la situazione. Niente. L'allenatore in campo conferma sempre modulo e giocatori, finendo poi per perdersi in cambi durante il match che il più delle volte (Dinamo Kiev a parte) finiscono per aggiungere confusione e basta. Della società si è detto e ridetto, perfino superfluo ribadire la mancanza di esperienza e competenze in certe situazioni. Ma comunque tutti confermati dal patron. Lunghe riflessioni in corso, l'unica cosa che per ora trapela è la conferma del tecnico. Cambierà qualcosa poi? Nella squadra, in società, per rispetto di una tifoseria che anche con il Verona ha spinto chi era in campo con un sostegno costante? Chissà. Mentre intanto proprio i tifosi dell'ACCVC si sono fatti sentire ufficialmente: «Non ci riconosciamo più in questa proprietà, le nostre strade si dividono. Lotteremo con tutte le nostre forze affinché lo spettro dei ‘COSMOS’ smetta di aleggiare su Firenze».
NIENTE SCOSSA. Il bilancio di Vanoli fin qui parla di 2 punti in 5 partite in campionato, stessa media di Pioli che ne aveva fatti 4 in 10 giornate. In Europa la strada si è nel frattempo compromessa, con le sconfitte di Mainz (c'era Galloppa) e con l'AEK, ma dopo la vittoria con la Dinamo Kiev ora c'è la possibilità di prendersi gli ottavi vincendo giovedì a Losanna. Missione non banale per questa Fiorentina. Con Vanoli ancora in panchina (al netto di una situazione che resta delicata, non sono esclusi colpi di scena di questi tempi). Ma è chiaro che anche l'allenatore si gioca tanto o tutto nei prossimi impegni. Normale che sia così, visto che era chiamato a dare una svolta che non è riuscito a dare. Non solo per limiti e mancanze sue, sia chiaro, perché tra i chiari responsabili ci sono i giocatori. Che magari non saranno stati messi nelle condizioni migliori di esprimersi, ma da qui a far vedere certi scempi sul terreno di gioco ce ne corre. De Gea che incappa in un errore dietro l'altro, Kean che non segna più, Dodo che alterna dribbling senza senso a giornate in cui non riesce a fare un passaggio. Ma non si salva nessuno, sia chiaro, dal capitano in giù.
SOLO LA MATEMATICA. È questa la parte peggiore. La Fiorentina è ultima con merito, ha 6 punti e poteva averne anche meno. Le altre che lottano per la salvezza hanno un'anima, uno spirito, perfino un'idea tattica e qualcosa a cui aggrapparsi. La fase difensiva, l'intensità, qualche guizzo dei giocatori migliori. Qui non funziona nulla e non si sa come revitalizzare giocatori che pochi mesi fa avevano dimostrato di valere qualcosa. Ci si può ancora salvare? La matematica dice di sì. 30 punti in 23 partite una squadra 'normale' potrebbe farli, vorrebbe dire viaggiare a una media di 1,3 punti a gara. Per rendere l'idea, Iachini quando subentrò nel 2020 fece 32 punti in 21 partite, media di 1,52 punti a partita. La situazione non era così drammatica, qualcuno sperava di risollevarla con l'arrivo di Vanoli. Ma finora non è servito e bastato. Per questa squadra è complicato fare 3 punti, figuriamoci 30. Si parla da inizio stagione di scintilla, di click, di svolta vicina. Ma il fondo non arriva mai. Ora Losanna e l'Udinese ancora al Franchi. Dura guardare ancora più lontano.
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