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Che poi, a volte, forse è meglio il silenzio

2 min di lettura

Lungo post partita per il tecnico della Fiorentina, che negli ultimi giorni ha cambiato strategia comunicativa

Nel calcio le dichiarazioni hanno un peso. Le parole davanti ai microfoni conviene spesso misurarle. Prima pensare, contare fino a dieci, e poi presentarsi a parlare. Consiglio non richiesto e forse anche ultimo dei problemi. Paolo Vanoli ha cambiato modo di comunicare. Criticato anche per questo e non solo per il mancato stravolgimento tattico (atteso, chissà, contro l'Udinese). Alla vigilia della sfida contro il Losanna ha dato risposte secche, poco argomentate. Concetti stringati, lontani dalla sua voglia di spiegare e di entrare dentro le situazioni che avevamo conosciuto qualche settimana fa al momento del suo arrivo a Firenze.

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IMBARAZZO. Le critiche sul modo di comunicare devono averlo toccato. Anche se poi ieri sera in diretta televisiva non è di nuovo piaciuto a nessuno. Dopo aver accumulato un'ora di ritardo, davanti ai microfoni ha smentito l'ipotesi dell'ennesimo summit con la squadra dentro lo spogliatoio. «No, nessun confronto. Mi sono fatto la doccia...». Stupore e un lieve imbarazzo anche da parte della giornalista di Sky Sport, Vanessa Leonardi, che lo stava intervistando.

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FINALI, ANCHE BASTA. Al di là di questo, Vanoli nel post partita ha ribadito più volte (anche in sala stampa) che fosse il caso di guardare gli aspetti positivi della serata. «Tanto se avessimo vinto saremmo comunque andati al playoff». Concetto di per sé non condivisibile, tanto più completamente errato. Perché in caso di vittoria con tre gol di scarto (per esempio il 3-0) i viola avrebbero scavalcato per differenza reti l'Aek Larnaca all'ottavo posto, accedendo direttamente agli ottavi. Per l'amor di Dio, lo ribadiamo. E' l'ultimissimo dei problemi in questa stagione della Fiorentina. Ma certe frasi restano nella testa della gente. Sottolineano il momento sportivamente drammatico con la matita rossa. E sono tristemente destinate a rimanere anche nella storia della Fiorentina. Perché al di là del playoff, vincere o disputare una partita dignitosa avrebbe potuto anche fare parzialmente la differenza nell'approccio a questa ennesima «finale» che ci apprestiamo a vivere contro l'Udinese. E oggettivamente converrebbe anche smettere di pensare alle partite come delle finali. Non porta granché bene da qualche anno a questa parte. Qualcuno glielo dica a Vanoli.

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