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Editoriali

Palladino, l’equilibrio ritrovato con Folorunsho e quei sassolini tolti dalle scarpe

Il Tap-In di Matteo Dovellini - Palladino Fiorentina

Palladino risponde alle critiche dopo il successo contro la Lazio. L’equilibrio tattico con Folorunsho e le sfide di mercato

Ci sono segnali che superano ogni ragionamento e aiutano a comprendere quanto stia accadendo. La Fiorentina contro la Lazio prova a voltare pagina dopo l’ultimo mese e mezzo di difficoltà. Lo fa sfornando uno dei primi tempi migliori della stagione, per intensità e concretezza. Lo fa ritrovando quello spirito che aveva accompagnato il momento d’oro: trovare il guizzo vincente, muoversi da squadra, sacrificarsi dal primo all’ultimo minuto. Dal titolare al subentrante.

Chiaro, Raffaele Palladino è consapevole che quanto visto nella ripresa all’Olimpico non sarà replicabile se l’ambizione della Fiorentina è quella di lottare per l’Europa che conta. Ma dopo i venti di crisi che hanno agitato l’ambiente, l’obiettivo era quello di mandare un segnale. Forte e chiaro. Sotto il profilo dell’approccio, del carattere, della reazione ai fischi e ai malumori. Una vittoria che ha un peso specifico notevole: in casa della quarta in classifica, con la distanza adesso ridotta a soli tre punti e con la sensazione di essere tornati sui binari giusti proprio al momento opportuno.

Un nuovo equilibrio con Folorunsho

Il prossimo passo dovrà essere quello di rendere più omogenei primo e secondo tempo dell’Olimpico. Un’intensità che dovrà essere prolungata e che magari potrà affidarsi anche agli innesti che ci auguriamo arrivino dal mercato. Palladino si è presentato a Roma risistemando il suo assetto grazie all’utilizzo di Folorunsho “alla Bove”, tra centrocampo e attacco, e all’inesauribile lavoro di raccordo da parte di Beltran.

La squadra è parsa molto più equilibrata e compatta rispetto alle ultime apparizioni. Un ottimo segnale. Ma di fatto non aveva a disposizione laterali offensivi a destra (out Colpani e Ikonè in vendita), senza il vice Dodo più basso (Kayode venduto, nessun sostituto se non Moreno adattato). Anche un centrocampista fisico farebbe comodo visti i problemi fisici di Cataldi e la necessità irrobustire la mediana specie in interdizione. Insomma: ok Pablo Marì per completare il reparto dei centrali difensivi ma per competere ad alti livelli e puntare davvero ad alzare l’asticella delle ambizioni occorre altro e la panchina adesso non sta fornendo le soluzioni desiderate al tecnico che prossimamente dovrà anche gestire gli impegni di Conference League.

Lo sfogo del tecnico

A proposito di Palladino. Ha vissuto la gara all’Olimpico con una trance agonistica davvero incredibile. Il cronometro stretto in mano, le corse su e giù dall’area tecnica, gli abbracci dei giocatori e quello lungo e affettuoso del suo staff al triplice fischio. E’ chiaro che la vittoria con la Lazio assume anche per lui un senso di liberazione. E per la prima volta da quando allena la Fiorentina, lo abbiamo visto in sala stampa anche particolarmente toccato per “le tante bugie scritte”. Il tecnico si è tolto qualche sassolino dalle scarpe: “Si è parlato di gruppo disunito, di terrore al Viola Park. Queste sono falsità, queste sono persone che vogliono il male della Fiorentina. Per questo sono deluso: criticate me e criticate il gioco ma non scrivete falsità perché non fa bene ai ragazzi, alla società e ai tifosi”. Il gruppo è dalla sua parte, lo è sempre stato. La cena la scorsa settimana è servita, eccome. Ma viene un po’ da sorridere a certe ricostruzioni fantasiose e al limite della comicità. Come quella che avrebbe voluto la squadra indire la cena e poi Palladino aggregarsi una volta organizzata. Cerchiamo di rimanere seri.

Dunque, cosa ha infastidito così tanto il tecnico viola? 

Il suo non è stato uno sfogo mirato ad alcune persone in particolare. È più un concetto che porta avanti da tempo ormai. “A volte essere negativi è facile – ha detto qualche giorno fa – L’ambiente è per la maggior parte positivo. Poi c’è una piccolissima parte che quasi gode a scrivere qualcosa di negativo. Mi riferisco alle cose false che si scrivono. Dobbiamo essere tutti un po’ più equilibrati”. Concetti ripresi dopo la vittoria con la Lazio. Palladino accetta le critiche costruttive, le ascolta e le legge con particolare interesse. Sa che tutto è migliorabile e che chiunque possa sbagliare, lui compreso. Ma non accetta quelle “a priori”, che sottendono un dubbio su qualsiasi cosa faccia e qualsiasi cosa accada. Come l’umore all’interno dello spogliatoio, il fatto che aver messo fuori rosa l’ex capitano Biraghi ne abbia minato la serenità. In realtà scelte del genere vengono condivise da tutte le parti all’interno di una società. Così come avvenuto con la cessione di Quarta. Palladino vorrebbe un ambiente, anche fuori dal Viola Park, che non sia sempre disfattista e che ricordi come il percorso intrapreso sia soltanto all’inizio e veda i viola ancora in piena corsa. In fondo è bastato un colpo, seppur bene assestato, per rimettere in pista la Fiorentina. Per quale traguardo ancora è presto dirlo, e il mercato dovrà influire. Ma i viola hanno ritrovato il loro spirito, la loro anima. E la sfida di domenica col Genoa dovrà confermare che il momento di maggiore difficoltà è ormai alle spalle.

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