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Editoriali

Fiorentina, solito destino: cade quando sta per spiccare il volo. Ma il campionato dei viola resta ottimo

Troppe volte la Fiorentina nella sua storia è caduta quando poteva fare il salto di qualità. Ma i viola restano quarti, in piena corsa per l’Europa

È sempre la solita vecchia storia. La Fiorentina compie un’impresa (come quella col Napoli), ha l’occasione di spiccare il volo, di fare un salto di qualità. E puntualmente cade. Spesso contro una squadra di livello nettamente inferiore. Quante volte negli anni i tifosi viola hanno visto sconfitte come quella con l’Empoli. E non si parla di ciclo Italiano, ma di storia della Fiorentina.

Chissà quanti dopo lo 0-2 firmato Gyasi hanno mormorato scuotendo la testa: “La solita storia, la solita Fiorentina”. Sembra esserci un destino avverso ai colori viola, che oltre un certo standard non riescono proprio ad andare. Ma questi sono discorsi fatalisti e malinconici, che tanto hanno a che fare con le delusioni del tifoso e poco con i fatti e le analisi.

D’altra parte, però, il tifoso si ciba di emozioni e non di razionalità. Sono infatti le emozioni a dominare il post partita con l’Empoli. È ripartita la caccia a Italiano, innalzato a genio del calcio due settimane fa dopo la vittoria del Maradona e tornato ad essere la causa di tutti i mali della Fiorentina, come puntualmente accade dopo ogni passo falso dei viola. Ragionamenti a dir poco stucchevoli ed eccessivi, da una parte e dall’altra. Ma questo è il calcio. Questa è una Firenze che vive di emozioni, positive e negative, come su una montagna russa.

Ci sono dei problemi oggettivi in questa squadra: la fase difensiva è davvero troppo traballante. Ad oggi sembra il vero passo indietro rispetto allo scorso anno. E non c’entra la difesa alta, perché il primo gol di Caputo la Fiorentina lo prende a difesa schierata (male), con tutti i giocatori in maglia viola dietro la linea della palla.

In fase offensiva, quando la squadra è meno brillante come ieri, le difficoltà dei centravanti diventano ancor più evidenti. Nzola in campo mostra un atteggiamento fin troppo rinunciatario. Ben diverso da quello del volenteroso Beltran, che ha l’attenutante di aver giocato meno ma sta palesando delle difficoltà nel salto di categoria tra calcio argentino e calcio europeo, soffrendo oltremodo la fisicità dei difensori di Serie A. Il risultato è che i palloni (troppo spesso sporchi) che arrivano in area sono sempre preda degli avversari.

Ma contro l’Empoli è stato soprattutto l’atteggiamento la chiave dei problemi: il gioco di Italiano, che si prende tanti rischi, funziona a meraviglia se gli effettivi sono concentrati e mettono tanta intensità sul rettangolo verde. Nel momento in cui queste cose vengono meno qualsiasi squadra va in difficoltà, ma nella Fiorentina emergono ancor di più le varie lacune, proprio in virtù dei rischi che si prende. Dopo un inizio gara appena sufficiente, i viola si sono sciolti dopo aver subito gol. Nella ripresa hanno provato l’assedio, senza però generare grosse occasioni da gol, e poi hanno subito gol mostrando ancora una volta un atteggiamento molto passivo. È probabile che la ‘maledizione’ di cui si parla all’inizio dell’articolo sia dovuta alla scarsa abitudine a stazionare nelle primissime posizioni della classifica, il che implica pressioni a cui la squadra non è abituata. In effetti, si è visto tanto nervosismo tra i giocatori viola lunedì sera, sintomo che la squadra sapeva benissimo dell’importanza di quella partita.

Ma allora è tutto da buttare? Proprio no. Forse per una volta è meglio affidarsi al raziocinio. Dopo la sconfitta di ieri, la Fiorentina è quarta in classifica, a quota 17 punti, a pari merito col Napoli. Sono otto i punti in più rispetto alla scorsa stagione e due in più rispetto al 2021-22 (primo anno a Firenze di Italiano). Negli ultimi 10 anni, solo in due occasioni i viola avevano fatto più punti dopo nove giornate: un punto in più (18) sia nel 2013-14 che nel 2015-16. Questi numeri gridano all’equilibrio nei giudizi. È senz’altro vero che la Fiorentina con una brutta sconfitta ha sprecato una colossale occasione, come ciclicamente le succede, per ergersi tra le primissime della classe, ma è altrettanto vero che il campionato dei viola resta più che positivo.

Ora l’obiettivo è rimettere le cose a posto in Conference League, con il doppio impegno contro il Cucaricki. I serbi sono sulla carta la ‘squadra materasso’ del girone. Inutile dire che è vietato sottovalutare l’avversario: contro il club di Belgrado devono arrivare 6 punti. A cominciare dalla sfida di domani al Franchi, occasione per rifarsi subito dalla batosta subita nel derby toscano. Poi la Fiorentina vivrà un altro momento della verità: due big match ravvicinati contro Lazio (all’Olimpico lunedì 30 ottobre) e soprattutto Juventus (al Franchi domenica 5 novembre). I quali, vista anche la sconfitta con l’Empoli, nascondono anche l’urgenza di portare a casa punti, se si vuole restare tra le prime.

La squadra di Italiano ha mostrato tanti pregi e qualche difetto in questi primi due mesi di stagione. Non si può cancellare quanto di buono fatto finora per una sconfitta inattesa. Che non sarà l’unica: il trend di questa squadra ci dice che è capace di vincere con tutti, ma anche di perdere con chiunque. Alla fine saranno i risultati a dirci se il gioco valga la candela. Negli ultimi due anni, gli iper critici dell’allenatore se ne facciano una ragione, i risultati hanno dato ragione a Italiano. E danno ragione al tecnico anche in questa prima parte di stagione. Certo, per una volta ci sarebbe piaciuto beffare l’inesorabile destino che circonda la Fiorentina. Quello che fa inciampare i viola quando sembrano sul punto di balzare più in alto che mai. Auguriamoci di ripovarci presto, molto presto.

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