La Fiorentina si avvicina alla gara contro la Juventus. Serve reagire dopo il doppio ko con Bologna e Udinese
Inutile far finta di niente: la Fiorentina sta attraversando un momento complicato (e non si tratta di voler fare disfattismo). Non tanto per i due ko consecutivi, perché in fondo molti avrebbero messo la firma per arrivare a Natale dove si trova oggi in classifica la squadra di Palladino, ma quanto per la flessione evidenziata dal post problema di Bove. Da quel minuto 17 di Fiorentina-Inter, infatti, la truppa gigliata ha salutato prematuramente la Coppa Italia uscendo ai rigori in casa con l’Empoli, ha vinto soffrendo col Cagliari, passeggiato col Lask, perso a Bologna, pareggiato con grande fatica a Guimaraes e perso in casa con l’Udinese. Un calo di risultati, generale e di singoli.
FLESSIONE. Quasi tutte le alternative hanno deluso, non che sia stata una novità, ma nel momento in cui Palladino ha smesso di fare turnover quasi totale tra Serie A e coppe, il conto è subito arrivato. Anche coloro che avevano fatto una prima parte di stagione stratosferica hanno iniziato a stentare: Comuzzo, Ranieri, Adli, Cataldi e Kean hanno mostrato segni di cedimento. Non totali, non tutti, ma a intermittenza. La Fiorentina ha dunque giocato buone fasi di partita, ma non è mai stata continua e costante: a Bologna bene il primo tempo, male il secondo; con l’Udinese bene i primi 20’, poi male il resto; col Guimaraes buona partenza e buon finale; col Cagliari buon primo tempo, male il secondo. Se poi De Gea non fa i consueti miracoli, se Kean non butta dentro quasi tutte le occasioni, se Comuzzo inizia a sbandare, Ranieri a fare errori e la coppia Adli-Cataldi finisce l’autonomia dopo meno di un tempo, e se tutto ciò avviene in contemporanea, ecco che una squadra solida dietro e cinica davanti, com’è stata a lungo la Fiorentina, si può perdere in un bicchier d’acqua.
TATTICA. C’è poi la questione tattica del post-Bove. Sottil o Beltran hanno altre caratteristiche, altre doti e altre ‘teste’. Né l’argentino né il classe 1999 viola nascono come calciatori ‘da fase difensiva’. Per quanto possano adattarsi, rispetto a Bove sono un’altra cosa. Lo si è visto chiaramente. Rispetto al 4-4-1-1 che la Fiorentina faceva con Bove, restando coi due in mediana, gli avversari hanno creato in quella zona di campo costantemente superiorità. La Fiorentina ha perso equilibrio, difesa e attacco si sono scollati e da qui il calo di prestazioni e risultati.
JUVE. Un po’ di paura di arretrare costantemente, come avvenuto un anno fa, c’è. Contro la Juventus Palladino dovrà trovare delle soluzioni. La Fiorentina deve reagire, rialzarsi ed alimentare il sogno che è stata bravissima a costruirsi a suon di vittorie fino a pochi giorni fa. I prossimi due incontri vedranno la truppa gigliata sfidare due candidate allo Scudetto. Reagire contro Juve e Napoli, fare due risultati positivi e ritrovare certezze è ciò che serve. Poi ci sarà il mercato. Ma anche Palladino e la squadra devono contribuire, sia per chiudere bene il 2024 che per dare al 2025 un senso ‘ambizioso’, anzi ‘fortemente ambizioso’.

Di
Gianluca Bigiotti