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Editoriali

Ritardo vs ambientamento: 8 innesti su 11 presi o tornati in Serie A. Ora tocca a Palladino

Pradè Palladino e Ferrari

La Fiorentina si è mossa in ritardo sul mercato, ma ha preso otto calciatori su undici che non dovranno ambientarsi

La Fiorentina cambia decisamente volto con le ultime operazioni di mercato. Gli innesti di Gosens, Bove e Cataldi, oltre a quello di qualche giorno fa di Adli, fanno risalire l’asticella dell’entusiasmo tra i tifosi viola, magari non a livelli massimi, ma sicuramente risollevano un clima che si era fatto pesante dopo la cessione di Gonzalez alla Juventus e alcune difficoltà di troppo evidenziate nelle prime uscite della squadra di Palladino. Certo, Baturina o Mangala sarebbero state operazioni di tutt’altro tenore, ma tant’è. Restano anche delle ‘criticità’, come il non aver trovato dal mercato il vice Moise Kean o non aver acquistato un difensore centrale forte, con il giovane Moreno che sarà tutto da scoprire.

TEMPISMO VS ADATTAMENTO. Tra le altre cose che hanno fatto un po’ storcere il naso c’è sicuramente il fatto che la Fiorentina sia arrivata un po’ troppo lunga coi tempi. Soprattutto in mezzo al campo, dove che ci fosse bisogno di innesti era noto da giugno, con Palladino che ha dovuto ‘supplicare’ Amrabat per poter disputare le prime 4 gare ufficiali con un mediano che in rosa non aveva. Il ritardo accumulato nel completare la rosa, tuttavia, sarà attenuato dal fatto che Bove, Cataldi, Gosens e Adli conoscono già il nostro campionato, per cui non ci sarà bisogno di settimane e/o mesi di adattamento.

OTTO SU UNDICI. Degli undici innesti messi a referto dalla Fiorentina da inizio mercato, otto sono calciatori che restano o ritornano in Serie A: Gosens, Kean, Bove, Cataldi, Pongracic, Adli, Gudmundsson e Colpani. Neofiti della Serie A sono invece De Gea, Moreno, Richardson. Un trend che ha contraddistinto da sempre l’operato di Daniele Pradè, più avvezzo al prendere giocatori dal ‘mercato interno’ piuttosto che dall’estero.

VOTI. Il classico ‘giochino’ del dare il voto al mercato lascia il tempo che trova. Basti ripensare a quanti complimenti fioccarono un anno fa per gli innesti di Nzola, Arthur e Maxime Lopez, o quando arrivarono i vari Jovic, Barak, Parisi, Gollini etc etc, molti dei quali, chi più chi meno, hanno deluso. Che possa venir fuori una bella Fiorentina non è solamente un auspicio, ma qualcosa di più. Toccherà anche a Palladino, fin qui un po’ troppo in difficoltà nel dare un’identità ad una squadra che ha fatto enorme fatica contro avversari come Venezia e Puskas Akademy. Le premesse ci sono. Ora sarà il campo a doverle confermare.

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