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Editoriali

Rigori, ora siamo oltre la ‘maledizione’. Ma la Fiorentina c’è, con tutti i suoi limiti. Ora il Maccabi, senza presunzione

Almeno 4 punti persi per i rigori sbagliati nel 2024, più la Supercoppa. Ma la buona notizia è che la Fiorentina è uscita dalla crisi, nonostante tutto

Se errare è umano, perseverare è diabolico e tre indizi fanno una prova, ora siamo ben oltre i vari luoghi comuni. E oltre la ‘maledizione’. Perché gli errori, quelli dal dischetto, sono sempre più pesanti per la Fiorentina. Quello di Biraghi contro la Roma ha impedito di chiudere una partita che avrebbe dato una spinta enorme ai viola, a livello di autostima e di classifica, permettendo di superare il Napoli e di portarsi a due punti dall’Atalanta e dalla stessa Roma. E invece è stata un’altra serata amara, l’ennesima di una stagione che resta di tanti alti e bassi, punti buttati, rimpianti.

ALMENO 4 PUNTI. Con quello di Biraghi fanno cinque i rigori sbagliati su 12 tirati, più del 40%. Quattro quelli sprecati consecutivamente, che hanno rallentato parecchio il cammino della squadra di Italiano. “Ci siamo fermati più di una volta a batterli con i rigoristi in allenamento, e lì non sbagliano”, ha commentato con amarezza il tecnico. “Tutti quelli che avete visto sbagliare sono rigoristi. Più di lavorare, provare, stare lì a batterli, non possiamo fare. Non è che sul dischetto arriva il primo che capita, sta sbagliando gente che è preposta a batterli, che in allenamento si ferma a tirarli e fa gol. Tutte le volte che abbiamo sbagliato abbiamo perso punti, è un problema. E’ un’opportunità troppo grande: in questo sport è un vantaggio enorme da sfruttare e non non stiamo riuscendo a farlo. Sono punti persi, partite non vinte, amarezze da smaltire velocemente”. Già, perché a conti fatti la Fiorentina avrebbe potuto avere almeno 4 punti in più in campionato, e vedere la classifica con altre prospettive. Ovviamente manca la riprova, ma per esempio con il Sassuolo se Bonaventura avesse superato Consigli, con l’inerzia della partita verso i viola, sarebbe probabilmente arrivato almeno (almeno) un punto, in una gara che poi ha segnato il declino dell’inizio del 2024. E poi l’errore in Supercoppa di Ikoné sull’1-0 per il Napoli di Mazzarri: con il momentaneo pari sarebbe stata un’altra gara nella ripresa. Per non parlare del penalty sbagliato da Gonzalez al 76′ contro un’Inter avanti 1-0 ma arroccata a tenersi il risultato. E per fortuna ininfluente è stato l’errore dell’argentino contro la Lazio, con Bonaventura a regalare la vittoria poco dopo. Mentre con l’errore di domenica fanno altri due punti in meno.

SENZA RIGORISTI. In tanti, specie a caldo, si sono chiesti: ma non poteva tirare Belotti? Già, a posteriori è tutto giusto (anche se dal labiale del campo la punta pare dire “vai vai, tira te” al capitano). E se c’è da dire che per Biraghi fanno 4 rigori sbagliati su 6 tirati in carriera (non proprio un cecchino, insomma, dagli undici metri), anche per il Gallo lo score non è così grandioso, con 9 errori sui 43 tirati in carriera (sbagliato il 20%) e l’ultimo, pesante errore in Roma-Torino da ex dello scorso anno. L’unico infallibile era Gonzalez, prima di entrare anche lui nel tunnel (ieri era pure fuori nella ripresa). Insomma, più sul chi, forse c’è da interrogarsi sul come affrontare certe situazioni. Perché poi il paradosso è che la Fiorentina ha superato due turni di Coppa Italia ai rigori… non sbagliando mai nella doppia sequenza finale contro Parma e Bologna. Quando in teoria la pressione dovrebbe essere anche più alta.

LA FIORENTINA C’E’. Misteri. Ma oltre l’amarezza, oltre la delusione, oltre gli ennesimi rimpianti della stagione, resta una Fiorentina che ha giocato a testa alta, e meritando la vittoria, contro una Roma di De Rossi che sembrava inarrestabile. E se quindi c’è da portarsi a casa qualche aspetto positivo, si può dire che questa squadra ha superato quella crisi di identità dei primi due mesi del 2024. Pur con tutti i limiti (molti cronici) sia in attacco che in difesa, ma la Fiorentina c’è. Non è continua, se non nelle disattenzioni che compromettono risultati e giudizi, ma non sta più andando a picco, verso un burrone. E questa è una notizia da prendersi stretta. Nella fase cruciale della stagione, i viola sanno di poter ancora dire la loro. Non sono partiti battuti contro i giallorossi, mettendoli sotto, accettando il possesso avversario in certe fasi della partita, limitando per larghi tratti Lukaku, Dybala e compagni. Pur senza Arthur (entrato pure male nel recupero), senza Gonzalez nella ripresa, senza Quarta, senza un Kouame che potrà essere presto un valore aggiunto anche con la sua fisicità. La classifica dice che la Fiorentina deve ancora rincorrere per l’Europa (anche se il 7° posto può valere l’Europa League e l’8° la Conference, se l’Italia manterrà il primato nel ranking Uefa) e che soprattutto se la deve giocare con squadre sulla carta più forti di lei (come Napoli e Lazio, ma anche Atalanta e la stessa Roma). Ma se le prestazioni sono queste i viola potranno giocarsi le proprie carte fino alla fine. Nonostante tutto.

CHIUDERE IL CERCHIO. Ora però c’è da chiudere questo ciclo di fuoco prima della sosta. Giovedì il Maccabi a Firenze, per centrare i Quarti di Conference. L’andata di Budapest, pur su un campo parecchio discutibile, ha raccontato di una squadra, quella israeliana, da non sottovalutare. Al di là del risultato, il Maccabi ha dimostrato di avere fisicità e pure qualità dalla metà campo in su. Quindi sì, la Fiorentina partirà avanti e favorita, ma non dovrà giocare con presunzione. Come fatto qualche volta con avversarie inferiori. Poi l’Atalanta, a Bergamo, per capire se i viola sapranno restare in scia e magari rosicchiare qualche punto. Settimana importante in cui la differenza la potranno fare anche le rotazioni del tecnico.

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