La Fiorentina deve ritrovarsi e ripartire. Con Verona e Lecce servono sei punti per rilanciarsi in chiave Europa
Per come si erano messe le cose, per il mercato di gennaio e per le enormi difficoltà avute a inizio stagione dalle altre big, non entrare almeno in Europa League sarebbe un (grave) flop per la Fiorentina. Già non riuscire a lottare per la Champions fino in fondo potrebbe apparire come un ridimensionamento delle ambizioni. Almeno se si ripensa ad alcuni momenti di stagione in cui la formazione di Palladino volava, non subiva granché e col minimo sforzo portava a casa punti pesanti, mentre le altre arrancavano. Poi, quando c’era bisogno di una evoluzione e di correzioni, anche in virtù di una interessante sessione di mercato a gennaio, la Fiorentina ha fatto passi indietro, mentre le altre hanno ripreso a correre, pur con le loro difficoltà.
La prestazione col Como fa il paio con quella col Monza. Non tanto per il risultato, ma perché la Fiorentina non è mai riuscita a dare la sensazione di poter far male all’avversario. Inerme. Neanche sofferente com’era stata col Genoa o in parte col Torino e con la Lazio, quando con le barricate era riuscita a fare punti. La Fiorentina vista domenica coi comaschi potrebbe perdere con tutti. E questo è ciò che spaventa maggiormente. Il trend delle ultime 10 gare giocate dai viola collocherebbe la squadra di Palladino quasi in zona retrocessione. Per risultati, ma anche per come essi sono arrivati. E dire che fino al problema di Bove la Fiorentina nutriva legittime ambizioni Champions. In parte rilanciate anche dal 3-0 inflitto all’Inter meno di 15 giorni fa.
Non riuscire ad entrare almeno in Europa League, o rientrare nuovamente in Conference, darebbe una nuova mazzata a chi sperava di poter fare dei passi avanti, nell’oggi sicuramente, ma anche in vista del domani. D’altronde questa rosa sembra molto più forte di quelle avute a disposizione da Italiano, la più forte dell’era Commisso. E ok i costanti problemi di Gudmundsson, diversi infortuni per alcuni calciatori chiave come Cataldi, Adli e ovviamente Bove, ma non riuscire ad andare oltre lo ‘schema’ palla a Kean non è accettabile.
E ok che resta sempre la via di vincere la Conference per ribaltare l’esito di una stagione che rischia di essere il copia e incolla di quelle precedenti, ma pensare che la Fiorentina vista in queste ultime settimane possa arrivare in fondo alla terza coppa europea e vincere il trofeo, necessita di grande ottimismo. A meno che Palladino non trovi la chiave per svoltare. In fretta. Già da domenica col Verona e poi col Lecce a seguire, due gare in cui non possono arrivare altro che sei punti. Allora sì che un po’ di sereno potrebbe spazzar via le nubi di un rischio sprofondo verso la mediocrità.
Di
Gianluca Bigiotti