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Plusvalenze Juventus: la procura FIGC riapre il fronte. Coinvolte altre otto società

Dopo aver letto le carte dei pm di Torino, gli inquirenti federali hanno chiesto la revocazione dell'assoluzione da parte della Corte federale d’Appello

La procura federale ha chiesto, ai sensi dell’art. 63 del Codice di Giustizia Sportiva, la revocazione parziale della sentenza con cui la Corte Federale di Appello aveva assolto nel maggio scorso la Juventus e altri dieci club nel processo sulle plusvalenze.

Evidentemente, la procura guidata da Giuseppe Chinè ha rinvenuto nella lettura dei documenti forniti dalla procura di Torino nuovi elementi in grado di riaprire il caso. La Corte avrà ora 30 giorni per convocare l’udienza in cui la Procura chiederà nuove sanzioni non solo nei confronti della Juventus, ma anche degli altri club coinvolti nel primo processo con presunte plusvalenze fittizie nelle operazioni con i bianconeri.

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Delle società assolte il 17 maggio (Juventus, Napoli, Samp, Genoa, Pro Vercelli, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara) solo la posizione del Napoli non è in discussione visto che all’epoca si esaminava solo l’affare Osimhen che non coinvolge la Juve.

Nel mirino anche 52 dirigenti delle stesse società. Verso tutti sono state rilevate "nuove condotte disciplinarmente rilevanti". LA CONTESTAZIONE DEI PM. I pm torinesi, che hanno chiesto il rinvio a giudizio dell'ex presidente bianconero Andrea Agnelli e di altri dirigenti per false comunicazioni sociali, ostacolo alla vigilanza e fatturazioni fittizie, si sono concentrati sugli scambi di giocatori senza passaggio di denaro, oltre che sulle manovre degli stipendi.

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In particolare, per il filone delle plusvalenze, secondo i magistrati la Juventus avrebbe sovrastimato le plusvalenze per un totale di 155 milioni tra il 2018-19 e il 2020-21. Lo riporta gazzetta.it.


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