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Editoriali

Palladino, un gruppo sempre più suo e una Fiorentina camaleontica

Il Tap-In di Matteo Dovellini - Palladino e Folorunsho Fiorentina

Via i senatori, dentro volti nuovi: la Fiorentina si trasforma secondo la visione del suo tecnico Raffaele Palladino

Una nuova sessione di calciomercato e un altro scossone all’insegna del cambiamento radicale rispetto alla “vecchia” Fiorentina. Grazie al lavoro di Pradè e Goretti, sotto la supervisione del dg Ferrari e ovviamente del presidente Rocco Commisso, la finestra invernale ha insistito nella direzione di un rinnovamento pressoché totale degli uomini a disposizione di Raffaele Palladino. Scelte tecniche, alcune mirate, altre per accelerare la nuova fase in atto.

Biraghi e Quarta, ex capitano ed ex vice capitano, che si svestono di viola rappresentano un chiaro segnale in questo senso. Così come la partenza di esterni offensivi quali Sottil, Ikoné e Kouame (quest’ultimo un tuttofare). “Sono molto soddisfatto del mercato – ha detto il tecnico in conferenza stampa – Ho ringraziato il presidente perché ha fatto tutto quello che c’era da fare e anche di più per creare una Fiorentina più forte. Ora sta a me fare una seconda parte di stagione nel miglior modo possibile“. Da qui riparte l’avventura dei viola. Il tecnico esce dal mercato invernale rasserenato. Sia per le scelte compiute in sintonia con la dirigenza, sia per la gestione del gruppo che adesso si profila più in linea con la sua filosofia di gioco. Una squadra che si avvicina, e di molto, a quanto aveva pensato Palladino quando si era insediato come nuovo allenatore in estate.

Un gruppo a immagine e somiglianza di Palladino

Quelli a disposizione, adesso, sono giocatori che il tecnico ha potuto valutare nell’arco di sei mesi effettivi. Ha approfondito la conoscenza tecnica e anche quella caratteriale. Ha capito chi può far parte della sua rosa e chi, invece, andava assecondato nell’esigenza di lasciare la Fiorentina per il bene di tutti e senza fossilizzarsi troppo su amarezze, rancori e polemiche. L’arrivo di Pablo Marì, proveniente dal “suo” Monza, va in questo senso. Così come gli ingressi di Fagioli e Zaniolo, funzionali a quanto immagina il tecnico. Ndour è un arrivo in prospettiva mentre la conferma di Comuzzo (non scontata nel calcio attuale) è un segnale che va colto positivamente per il quotidiano. Consapevoli che in estate ogni discorso potrà essere riaperto. Era necessario “sgrezzare” la rosa senza più quei giocatori che non si reputano funzionali. Ma era anche fondamentale non minare la solidità del gruppo proprio adesso. E la cessione di Comuzzo, anche a fronte di una grossa offerta, avrebbe generato grosso malumore anche interno alla Fiorentina. Dunque un plauso a tutti gli attori in causa, prima tra tutti il giocatore che non si è scomposto e che ha tenuto la testa al 100% sul momento viola. Del futuro, si vedrà.

La chiave a centrocampo

Adesso Palladino ha tanta scelta a centrocampo e tutto dovrà passare da quel reparto nelle prossime scelte. I moduli? 4-3-2-1 o 3-4-2-1 se si volessero scrivere. Ma quel che conta è l’interpretazione dei suoi singoli, a partire da Folorunsho (secondo me il vero grande acquisto di gennaio) che per qualità, sostanza e carattere incarna quanto Edoardo Bove rappresentava in campo. Fagioli può dare un’alternativa come play in un centrocampo a tre ma può giocare anche nei due. Mi ricorda l’operazione Kean: ovvero un giocatore che sceglie Firenze anche perché necessita di un ambiente disposto ad attenderlo e a sostenerlo convinto totalmente dei suoi margini di crescita in prospettiva. Adli, Cataldi, Fagioli, Folorunsho, Mandragora, Richardson. E poi Ndour, che però nella mente di Palladino è più un trequartista anche se all’occorrenza mezzala. Interessante poi il cambiamento di pensiero sul fronte offensivo. Zaniolo e Gudmundsson alle spalle di Kean con Beltran e Colpani che potrebbero agire nella stessa posizione. Oppure Folorunsho “alla Bove” a sinistra con Zaniolo a desta e Gud alle spalle di Kean. L’obiettivo sarà quello di inserire al meglio i nuovi: ovvero accelerare il percorso di conoscenza del gruppo e delle richieste tecniche e tattiche. Palladino sarà certamente felice di poter lavorare su tante nuove soluzioni, alcune di assoluta qualità.

Una Fiorentina camaleontica

Adesso può variare su più moduli e cambiare anche in corso gara a seconda dell’avversaria e dell’andamento della sfida. È vero: la dirigenza ha provato a prendere un vice Kean e avrebbe fatto sicuramente comodo (il tecnico ha scelto di aggregare in pianta stabile Maat Daniel Caprini, classe 2006, dalla Primavera). Come vice Dodo, invece, spazio a Moreno e all’occorrenza a Comuzzo che potrebbe incarnare il difensore di destra anche in uno schieramento a tre. Un mercato nella direzione del tecnico che giustamente non pone obiettivi chiari in questo momento. Perché le concorrenti per un piazzamento Champions sono agguerrite e alcune, come il Milan, nettamente rinforzate. Ma dopo le settimane di tensione e di crisi, e complici le due vittorie di fila e uno spirito ritrovato (al netto di due secondi tempi da migliorare) adesso Palladino può spingere nella direzione voluta. Un gruppo compatto, come piace descriverlo a lui. Sicuramente, da questa sessione invernale, molto più centrato sui dettami tecnici in atto. Chi voleva cambiare aria è stato accontentato. Chi reclamava spazio, anche. Chi invece ha individuato nella Fiorentina la sua nuova casa, adesso ha tutto per dimostrare il suo reale valore.

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