Altro giro, altra corsa, altra speranza di trovare ciò che fino ad oggi non c’è stato: una squadra
La Fiorentina si appresta a tornare in campo dopo la figuraccia di Verona per ospitare il Lecce e concludere il famoso trittico di partite (Como, Verona, Lecce) da 9 punti. Quel mini ciclo di partite che doveva rilanciare le ambizioni viola e che invece rischia di averle affossate definitivamente.
Il problema principale è il solito di tutta la stagione: non c’è un’identità di squadra. Alla domanda: cosa caratterizza il gioco della Fiorentina? Nessuno può e sa rispondere. Per il semplice fatto che a fine febbraio l’unico schema visto e consolidato è il lancione lungo su Kean sperando che succeda qualcosa.
Per il resto poco o nulla. Tanti esperimenti falliti, qualche situazione da rivedere, e una certezza: ora occorre che Palladino rimetta in ordine i suoi pensieri e capisca che bisogna ripartire dalle cose semplici. Soprattutto i giocatori giusti nei ruoli giusti. Basta esperimenti, basta giocatori al pascolo.
Certo è difficile chiedere di dare un’idea di squadra a una squadra che una logica non l’ha mai avuta in tutta la stagione. Ma non si può davvero più pensare di andare avanti alla giornata senza dare un filo logico al gioco della Fiorentina.
Sì il lavoro per Palladino è enorme, soprattutto perché in tutto questo tempo non è stato capace di dare una logica alla sua Fiorentina. Il tecnico viola in conferenza stampa ha detto: “Mi sembrano eccessivi ed esagerati questa critica e questo pessimismo”. Ma il pessimismo e le critiche sono frutto sì delle ultime sconfitte ma soprattutto della mancanza cronica di identità, di gioco, di evoluzione della Fiorentina nel corso della stagione. Questi sono gli aspetti più preoccupanti e a cui deve far fronte Palladino.
E contro il Lecce dovrà anche inventarsi un reparto offensivo. Non ci sarà Kean, Folorunsho resta in dubbio, mentre la certezza è che qualcuno di diverso dovrà inventarsi qualche gol altrimenti contro il Lecce non sarà possibile vincere.
Incredibile, in questa situazione, il silenzio assordante della società (da Commisso in giù). Palladino parla di società vicina, c’è da credergli sulla parola visto che non sono arrivate mai voci dai dirigenti viola in questo periodo. Visto da fuori Palladino sembra sempre più solo, ma si sa in casa Fiorentina tutti scappano dopo una sconfitta e tutti tornano dopo una vittoria.
Chiaro dunque che dopo tre sconfitte ci sia il deserto intorno a Palladino. La modalità operativa della società è sempre stata questa negli ultimi sei anni.
Chissà magari contro il Lecce potrebbero tornare a parlare, ma servirà una vittoria altrimenti sarà nuovamente Palladino a parlare.
Di
Francesco Zei