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Moreno a LaViola.it: “Fischi dei tifosi? Mai un peso, ma una motivazione”

Matias Moreno - Fiorentina

Dallo spogliatoio viola ai duelli con Kean e Lukaku, fino al futuro in Nazionale: il difensore argentino si racconta

Dopo averci raccontato l’impatto iniziale con la Fiorentina, Matías Moreno nella seconda parte dell’intervista a LaViola.it si sofferma sull’andamento della stagione viola, gli avversari più ostici affrontati in Serie A e il processo di crescita personale dentro e fuori dal campo.

Ci aiuti a capire anche com’è stato fin qui il campionato della Fiorentina. Partenza difficile, poi la lunga striscia di vittorie e, a inizio anno, di nuovo un calo. All’interno dello spogliatoio come avete vissuto queste fasi diverse?
“È stato difficile. Dopo le sette vittorie consecutive, abbiamo affrontato il periodo di calo tutti uniti. Perché c’è un bel gruppo qui, e questo mi piace tantissimo.”

Sentivate la pressione? Si parla spesso del calore del tifo viola, e non sono mancati i fischi.
“Non è mai stato un peso per noi, ma una motivazione. Una spinta in più per giocare bene e conquistare i tre punti per i tifosi.”

Che spiegazione ti sei dato del fatto che la Fiorentina vada meglio contro le grandi e fatichi di più con le squadre di bassa classifica?
“È difficile da capire. Per tutti i calciatori è più facile restare concentrati quando affronti avversari di livello alto. Mentre con le ‘piccole’ a volte ti rilassi troppo, e questo è un errore enorme. Dobbiamo affrontare ogni partita come se fosse contro l’Inter.”

C’è stato un giocatore che hai affrontato e che ti ha impressionato particolarmente?
“La forza di Lukaku è strabiliante. Da affrontare è devastante. Fortissimo.”

E tra i tuoi compagni di squadra?
“Mi piacciono i giocatori agguerriti, come Robin Gosens.”

Da difensore, quanto è difficile affrontare Moise Kean in allenamento?
“Ha una forza inumana. È difficilissimo fermarlo.”

Secondo te, chi è il difensore più forte attualmente in Serie A?
“Mi piacciono Buongiorno e Bastoni.”

E più in generale, quali sono i modelli a cui ti sei ispirato?
“Mi piace tantissimo van Dijk. E anche il ‘Cuti’ Romero: sia per come gioca, sia perché viene dal Belgrano come me.”

In questa stagione si è parlato tanto di Champions League, poi i risultati sono peggiorati. Che aspettative avete? Pensate sia più facile arrivare in Europa tramite il campionato o la Conference?
“In questo momento non possiamo guardare troppo avanti. Dobbiamo concentrarci solo sulla prossima partita. Ora pensiamo all’Atalanta, poi al Milan, e così via. Una partita alla volta, pensando solo a portare a casa i tre punti e a recuperare il più possibile.”

Parlando di obiettivi personali: cosa ti sei prefissato?
“Il mio obiettivo è diventare titolare e giocare più partite possibile.”

E magari conquistare una convocazione in Nazionale, come hanno fatto altri tuoi compagni argentini? Ci pensi?
“Al momento no. Prima voglio fare bene con la Fiorentina. Poi sono convinto che, se lavori bene e resti concentrato, le cose arrivano da sole.”

A gennaio è arrivato anche un altro difensore argentino, Valentini, poi partito in prestito. Lo conoscevi? Che impressione ti ha fatto?
“Lo conoscevo solo da avversario, non come compagno. È un giocatore forte, ma non ho visto le partite che ha giocato con il Verona.”

Come hai detto prima, la Fiorentina ha una lunga tradizione di calciatori argentini. Chi ti ha ispirato di più tra quelli in maglia viola?
“Vabbè, in Argentina se dici Fiorentina pensi subito a Batistuta. Non ho però ancora avuto modo di parlargli o incontrarlo.”

Quanto è difficile l’adattamento al calcio italiano per chi arriva dal campionato argentino?
“Me lo avevano detto, e l’ho visto subito: qui si ragiona molto di più sulla fase difensiva. In Argentina non c’è questa mentalità.”

Se potessi dare un consiglio a un giovane calciatore che sta per fare il salto in Europa, quale sarebbe?
“Quando ero al Belgrano pensavo di essere pronto per giocare in Europa, in qualsiasi squadra. Ma non è così. In Argentina devi fare un lavoro extra se vuoi davvero essere pronto a competere qui.”

Hai fatto tutta l’intervista parlando un buon italiano. Lo stai studiando?
“Sì sì, due volte alla settimana faccio lezione qui al Viola Park con la mia insegnante, Federica. Quindi lo sto imparando.”

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