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Mancini e le dimissioni dalla Nazionale: “Non c’era più fiducia in me, Gravina pensava cose opposte alle mie”

Mancini

L’ex ct della Nazionale racconta i motivi che l’hanno spinto a lasciare: “Non c’era più fiducia in me. Se il presidente della FIGC avesse voluto, mi avrebbe trattenuto”

A poche ore dalla clamorosa notizia delle dimissioni, Roberto Mancini decide di rispondere alle accuse che lo vedono al centro di una polemica alimentata soprattutto dalla proposta dell’Arabia Saudita che lo vorrebbe sulla panchina della sua nazionale: “Non ho fatto niente per essere massacrato così commenta in una intervista a Repubblica Messaggero -. Mi sono dimesso e ho detto che è stata una mia scelta. Circolano troppe cose che non rispecchiano la realtà“.

MALESSERE VERSO LA FEDERAZIONE. “Non mi sentivo più nell’ambiente giusto. Ho cercato più volte di parlare con Gravina ed esporgli le mie ragioni. Gli ho spiegato che in questi mesi mi doveva dare tranquillità, lui non l’ha fatto e io mi sono dimesso“.

IL CAMBIO DELLO STAFF TECNICO.Gravina è da un anno che voleva rivoluzionarlo, io gli ho fatto capire che non poteva. Se a un allenatore toccano lo staff è come certificare la mancanza di fiducia nel gruppo di lavoro. È da un po’ di tempo che lui pensava cose opposte alle mie“.

TRADITORE? A chi lo accusa invece di essere un traditore – per lasciare la panchina degli Azzurri su proposta dell’Arabia Saudita – Mancini sottolinea di essere “sempre stato corretto” rinunciando nel corso della carriera da ct della Nazionale a “opportunità più redditizie“: “Ho vinto un Europeo, non sarà molto ma intanto l’abbiamo vinto. Se Gravina avesse voluto, mi avrebbe trattenuto. Non l’ha fatto“.

LA CLAUSOLA EUROPEI. L’allenatore spiega anche la richiesta di rimuovere dal contratto la clausola di esonero in caso di mancata qualificazione: “L’avevo chiesto per lavorare tranquillo. Ma è chiaro che sarei andato via se le cose non fossero andate bene“.

ADDIO TROPPO IN RITARDO?Io me ne sarei anche andato dopo la mancata qualificazione al Mondiale, ma mi hanno chiesto di rimanere. Sono orgoglioso di aver allenato l’Italia per cinque anni. Ho pensato che avremmo sistemato le cose strada facendo, che si potesse continuare e ho accettato“.

FUTURO IN ARABIA?Allenerò, subito o più tardi. Oggi non lo so“.

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