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Mancini: “Fa male essere fuori dal Mondiale, ma voglio prendermi una rivincita. I nostri giovani…”

Mancini

Parla il ct dell’Italia: “Sentivo che la Svizzera poteva crearci problemi, ma non abbiamo meritato di non qualificarci”

Intervista sul Corriere della Sera al ct della Nazionale italiana Roberto Mancini, nei giorni più duri con l’inizio del Mondiale in Qatar senza gli azzurri: «Sono duri perché siamo fuori dal Mondiale anche se dobbiamo accettarlo. Fa male, parecchio male».

SENSAZIONI. Sia sincero: prima dello spareggio con la Macedonia aveva avuto la sensazione che non saremmo andati in Qatar? «Sensazioni. Soprattutto dopo il pareggio a Firenze contro la Bulgaria e lo 0-0 a Basilea con la Svizzera in una partita che avremmo dovuto vincere 3-0. Però ero convinto che all’Olimpico avremmo sistemato le cose con i nostri rivali. E invece…».

OBIETTIVI. «Vogliamo andare al prossimo, tra 4 anni e magari vincerlo. Sono rimasto perché voglio prendermi una rivincita, ma adesso non possiamo allungare così tanto lo sguardo. Il Mondiale del 2026 è troppo lontano. Pensiamo alle finali di Nations League che non vanno sottovalutate e alle qualificazioni all’Europeo 2024 in cui vogliamo difendere bene il titolo».

GIOIA EUROPEO O DELUSIONE MONDIALE. «Prevale la delusione, che è forte e non mi abbandona mai. Magari tra quattro anni, quando il Mondiale ce lo potremo riprendere, questo senso di vuoto passerà. Ora è così. E lo sa perché fa tanto male? Perché dovremo aspettare prima di cancellare la macchia. Sento la stessa delusione che ho provato quando con la Sampdoria ho perso la finale di Champions: sapevo che non l’avrei rigiocata».

REGOLAMENTO. Ha mai creduto al ripescaggio? «Mai sino in fondo. Mi è sempre sembrata una strada poco percorribile». Però sostiene che i campioni d’Europa dovrebbero essere ammessi di diritto. «Non solo i campioni d’Europa, ma quelli di tutti i Continenti. Lo dico nell’interesse del calcio e dello stesso Mondiale. Così come dovrebbe essere certo di poter partecipare chi ha vinto l’edizione precedente: prima era così, adesso non più. Non sempre il calcio prende decisioni giuste per se stesso».

ELIMINAZIONE. A distanza di tanti mesi ha capito perché siamo stati eliminati? «Ho visto e rivisto ogni singola partita delle qualificazioni. E quando dico che meritavamo di andare in Qatar non lo faccio tanto per difendere la squadra. Abbiamo commesso degli errori tecnici, alcuni anche gravi, ma non tali da giustificare la mancata qualificazione. Anche se, al sorteggio, sentivo che la Svizzera ci avrebbe creato problemi. E purtroppo ho avuto ragione».

NUOVA ITALIA. «Ci sono tanti giovani e rispetto allo scorso ciclo servirà più tempo per metterla insieme e farne una squadra. Ma ho buone sensazioni». Prima Zaniolo, ora Pafundi. «Se uno è bravo a quell’età può giocare in A. L’ho fatto io, lo può fare Pafundi che ha qualità enormi: certo, deve essere serio e non perdersi per strada». Da Raspadori sino a Scamacca senza dimenticare Pinamonti e Pellegri, i giovani centravanti crescono. C’è luce dietro Immobile… «I giovani crescono se giocano, ma soprattutto se vanno in squadre di vertice che fanno la Champions. Perché così alzano l’asticella e imparano a non accontentarsi».

FAVORITA MONDIALE. «L’Argentina e non solo perché ha Messi. Contro di noi a giugno mi ha fatto una grande impressione. In assoluto penso che sia arrivato il momento di una sudamericana». Le europee sono toste… «E infatti il campionato d’Europa sotto certi aspetti è più difficile del Mondiale. La Francia, anche senza Benzema, è forte. Così come Germania e Belgio e prima o poi l’Inghilterra riuscirà a vincere qualcosa…».

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