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Editoriali

Le parole di Pradè preoccupano: i problemi della Fiorentina vanno oltre i temi di campo

Palladino e Pradè

Pradè attacca, Palladino risponde: ma che sta succedendo dentro le stanze del Viola Park? La speranza è che intervenga Commisso, per non buttare via una stagione

La sconfitta di Monza è stata una mazzata enorme. Probabilmente la partita più brutta della Fiorentina in stagione, sicuramente la più preoccupante. Perché è arrivata contro l’ultima in classifica, per come la squadra (non) ha giocato, perché dalle dichiarazioni post partita abbiamo definitivamente capito che i problemi della Fiorentina vanno oltre il semplice rendimento sul rettangolo verde.

E dire che di temi di campo ce n’erano già a bizzeffe, visto il pessimo atteggiamento mostrato dalla squadra all’U-Power Stadium. Il calo di Kean ha tirato fuori dal tappeto tanti problemi che erano stati nascosti dallo straordinario rendimento del centravanti. Palladino ha insistito con il 4-2-3-1 che ha fatto le fortune dei viola nell’era (che oggi sembra remota) delle otto vittorie consecutive, ma evidentemente questa squadra non se lo può più permettere. Soprattutto se in mediana si schierano insieme Adli e Richardson, giocatori a cui manca la fisicità per reggere un centrocampo a due. Richardson, in particolare, è sembrato davvero un pesce fuor d’acqua, nonostante ciò Palladino lo ha tenuto in campo dopo i primi 45′, preferendo sostituire Gudmundsson.

L’islandese è un vero mistero. Quello che si è visto al rientro dall’infortunio è un giocatore spaesato, che fa fatica a trovare la posizione, perde una miriade di palloni e sbaglia giocate ampiamente alla sua portata. Un lontano parente del giocatore esaltante visto nella stagione precedente. Tuttavia, resta curiosa la scelta di Palladino di privarsene all’intervallo: in una partita da recuperare ad ogni costo, Palladino sceglie di sostituire per primo uno dei pochi giocatori in grado di inventarsi un gol. Lasciamo perdere che Beltran sia anche riuscito a procurarsi un (generosissimo) rigore e a trasformarlo, qui parliamo di una questione puramente concettuale. Il tutto mentre in campo rimangono, per fare due nomi, un Richardson impresentabile e un Colpani evanescente. Forse dietro ai problemi di Gudmundsson c’è qualcosa di più rispetto a ciò che vediamo in partita. Di certo, il rapporto tra il calciatore ex Genoa e Palladino non sembra essere decollato.

Nonostante la quarta sconfitta nelle ultime cinque partite, la posizione in classifica dei viola è tutt’altro che disastrosa, visto che occupano il sesto posto. Nulla sarebbe compromesso, in virtù di quanto buono fatto in precedenza. Ma le dichiarazioni nel postpartita di Monza lanciano preoccupazioni ben più gravi di una crisi di risultati arrivata dopo un periodo esaltante. Ci riferiamo, ovviamente, all’attacco di Daniele Pradè: “Non siamo solo amareggiati, siamo incazzati. Questo non va bene. Mancano dieci giorni alla fine del mercato: chi ha mal di pancia ce lo dica chiaramente e troveremo una soluzione”. E ancora: È il momento di cambiare regime, mentalità e approccio. Si arriva la mattina e si esce la sera tardi”. 

Dichiarazioni molto forti, francamente singolari. O forse no, perché ultimamente il ds viola ha preso l’abitudine di lanciare bordate davanti alle telecamere nei post partita, come in occasione della polemica contro Italiano. Non è del tutto chiaro perché Pradè abbia scelto di adottare questa strategia comunicativa aggressiva, quando avrebbe potuto esprimere questi concetti direttamente in faccia a squadra e tecnico, a microfoni spenti. Invece, ha deciso di lanciare una miccia pubblicamente. Il che ci permette di capire che la cose all’interno del Viola Park sono tutt’altro che rose e fiori. Lo certifica anche la risposta di Palladino: Che si sia rotto qualcosa mi sembra folle. La squadra è unita, compatta, lavora con intensità. Sono i dettagli che ora fanno la differenza, poi il direttore giustamente deve fare il suo lavoro e lo farà sul mercato, io mi devo concentrare sulla squadra”. Il direttore sportivo attacca, l’allenatore risponde.

Ma a chi si riferiva Pradè quando parlava di giocatori col “mal di pancia”? E quando parlava dell’approccio, dell’arrivare la mattina presto e uscire la sera tardi? Chiaramente, secondo il ds, qualcuno non si sta impegnando al massimo. Tanto dall’invitarlo a chiedere la cessione. Escludiamo che si riferisca a Palladino, anche se tra i due non sembra correre buon sangue. Ma allora allude a qualche giocatore in particolare? Magari proprio a Gudmundsson, la cui gestione (come la panchina col Napoli) negli ultimi tempi ha destato molte perplessità? Oppure si riferisce a qualche altro elemento? Ma insomma, che sta succedendo dentro le stanze del Viola Park?

Sicuramente la questione Bove ha avuto un peso rilevante, sia in campo che sulla testa del gruppo, Ma poi c’è stato anche il caso Biraghi, liquidato dall’ambiente con grande felicità, ma resta il fatto che la Fiorentina ha perso il suo capitano a dicembre. Pochi giorni fa ad andarsene è stato il vice capitano, Martinez Quarta, che nel suo messaggio di congedo ha affermato: “Quando ho rinnovato sei mesi fa non pensavo sarebbe andata così”. La Fiorentina a metà stagione si è liberata di due tra i suoi leader di spogliatoio più significativi. E ora dal Viola Park si percepisce grande confusione. Sarà in grado Palladino di gestire questa complicata situazione? Ancor prima di un cambio tattico – che è comunque necessario -, adesso bisogna dimostrare che tutto il gruppo rema dalla stessa parte, puntando a ritrovare quell’unità che si vedeva in campo fino a poco più di un mese fa. Questo è più importante di tutto, anche degli arrivi dal mercato.

In una situazione così caotica, la speranza è che possa intervenire Rocco Commisso. Il patron gigliato ha sempre avuto un atteggiamento paternalistico con i suoi dirigenti, allenatori e giocatori. Forse è ciò di cui ha più bisogno la Fiorentina in questo momento. Che Rocco si faccia sentire, non necessariamente in pubblico ma con chi di dovere. Che riprenda in mano una situazione che rischia di esplodere. Sarebbe davvero un peccato, perché vorrebbe dire buttare via una stagione che fino a poche settimane fa era esaltante e che ora rischia di tramutarsi in un incubo, se non si rimettono un po’ di cose a posto.

 

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