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Editoriali

La sconfitta peggiore per allargare la crisi. La Fiorentina non gira più: occasione sprecata

Brutto ko a Monza contro l’ultima in classifica, lo sfogo di Pradè e i messaggi di Palladino e Ranieri: la Fiorentina non è più squadra come prima

Se non è crisi, poco ci manca. Per i risultati così è, visto il solo punto nelle ultime cinque partite di campionato. Le prestazioni certificano forse ancor di più il momento no della Fiorentina. Un lontano ricordo, quella squadra capace di mettere insieme otto vittorie di fila. Per tanti motivi, ma racchiudibile in un concetto: la Fiorentina non è più squadra come prima. E se a farlo capire sono allenatore e capitano, probabilmente c’è da credere che sia così.

MENO SQUADRA. “Prima difendevamo e attaccavamo tutti insieme”, “ci siamo disuniti”, “dobbiamo dare di più in allenamento, metterci di più”, “fare una corsa in più per i compagni”. Concetti vari sottolineati da Palladino e Ranieri nel post gara di Monza, insieme alla conferma che ora ci si senta meno squadra. “Probabilmente è così”, sottolinea il tecnico. Concetti amplificati dal ds Pradè, che ha rincarato la dose: “Siamo proprio incazzati. Non va bene. Mancano 10 giorni alla fine del mercato, chi ha mal di pancia ce lo venga a dire. Troviamo una soluzione. Qui serve tornare umili come eravamo prima. Abbiamo perso umiltà, la nostra identità. Abbiamo provato a trovare motivazioni a tutto questo, però basta. Non va più bene. Si cambia regime, il nostro modo di essere e di pensare. Valuteremo tutte le cose da fare”.

LA SCONFITTA PEGGIORE. Tutto ciò si vede sul campo. Causa e conseguenza di una situazione che va oltre i punti persi in classifica. La Fiorentina non gira più, a Monza aveva una grande occasione per rimettersi in carreggiata, allontanare qualche nuvolone, guadagnare punti sulle concorrenti che avevano tutte pareggiato nel weekend. Invece sul campo dell’ultima in classifica, che in casa non vinceva da marzo (quando c’era Palladino in panchina), arriva la sconfitta che fa più male. Dal punto di vista tecnico, tattico, soprattutto di atteggiamento. Perché ingigantisce la crepa che si era creata nelle ultime settimane, quando gli alibi, le motivazioni di avversarie forti affrontate, avevano attenuato la situazione. Ma perdere così, in questo modo, no.

SENZA IDEE. E’ una questione non solo di testa. Di spirito. Ma anche di tattica, se un centrocampo a due va sistematicamente in difficoltà quando i ritmi si alzano perché i compagni non danno una mano come prima, se una squadra viaggia nell’ultimo mese e mezzo alla media di due gol incassati a partita. Se davanti non arrivano più palloni a Kean (che nel frattempo mette anche furore a corrente alternata) e per gli altri il gol è un tabù. E più nello specifico anche tecnica, se il giocatore che dovrebbe farti fare il salto di qualità (Gudmundsson) finora non si è quasi mai visto e in una partita come quella di Monza mette in campo una prova del genere. Ma insieme a lui anche uno come Adli che ha fatto vedere di saper fare cose importanti, o un Colpani che neanche in una gara dell’ex a Monza ha saputo mettere qualcosa in più. E poi tecnica di squadra, chiaramente, quando il pallone circola sempre lentamente e senza grosse idee per far male agli avversari.

SPIRALE NEGATIVA. Qui entra dentro anche l’allenatore, ovviamente. Scelte in certi casi discutibili, capacità già dimostrate di saper cambiare le cose. Ma ora serve uno step in più anche da parte di Palladino, a livello tattico ma ancor prima di gestione della squadra e del gruppo, vista la situazione. Nel tirar fuori quel qualcosa che prima c’era e nelle difficoltà sta mancando, nel coinvolgere più giocatori, nel trovare accorgimenti nel modulo e nello stile di gioco che è diventato più prevedibile. Monza ha messo a nudo quei segnali che erano arrivati nelle ultime settimane, ora Torino e Lazio per chiudere un gennaio (col mercato aperto) che sta trasformando i sogni di gloria in una brutta (e pericolosa) spirale negativa.

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