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Editoriali

La miglior difesa, il sacrificio di tutti e la consapevolezza di poter restare in alto. Tre scontri diretti prima del giro di boa

Palladino aspetta fine girone di andata per porre degli obiettivi, la squadra guarda in alto. C’è un motivo in più per volare

Quattro gol subiti nelle ultime 10 partite di campionato. Da quella partita della svolta contro la Lazio, la Fiorentina si è trasformata in un vero fortino. Dalla ripresa contro i biancocelesti, se vogliamo, tre gol presi in 9 partite e mezzo. Tutti ininfluenti, visto il filotto di 8 vittorie di fila in Serie A che ha fatto rispolverare un record che resisteva da 64 anni. Ma senza dubbio uno dei punti di forza per questo periodo magico è proprio la difesa. Anzi, la fase difensiva.

QUARTETTO BASE. Perché è chiaro che tanto passa dalla solidità che riescono a garantire quei quattro dietro. Anzi, cinque, perché De Gea si è dimostrato partita dopo partita il miglior portiere di questo campionato. Ma il pacchetto a quattro davanti allo spagnolo ha trovato presto continuità e affiatamento. Dodo, Comuzzo, Ranieri e Gosens, un quartetto che dal 46′ di Fiorentina-Lazio ha praticamente sempre giocato insieme in campionato. Unica eccezione la trasferta di Genova, dove rifiatò Comuzzo, e qualche minuto risparmiato nel finale a Gosens (con la gara già in discesa a Lecce) e Dodo (a Como). Un’intesa migliorata di partita in partita, di vittoria in vittoria. Basta vedere le esultanze di Ranieri e Comuzzo dopo ogni salvataggio, il sacrificio di Gosens che in carriera ha quasi sempre fatto (e dato il meglio a fare) l’esterno di centrocampo, le coperture di Dodo che in passato concedeva ampi spazi per la sua generosità in avanti.

IL SACRIFICIO DI TUTTI. Ma appunto non è solo la difesa, è tutta la fase difensiva che sta dando gioie. Soprattutto a Palladino, che lo ripete spesso. Perché la Fiorentina è la miglior difesa del campionato e tra le migliori in Europa anche grazie alle coperture di Cataldi, all’intelligenza calcistica di Adli, ma anche al posizionamento di Bove come jolly preziosissimo, il miglioramento di Sottil in fase difensiva, il lavoro oscuro di Colpani che davanti lascia a desiderare ma si fa apprezzare dal tecnico per il supporto a Dodo a destra. E poi la generosità di Beltran, ovunque a rincorrere gli avversari, la disponibilità di Kean. Ma anche Gudmundsson, Kouame e gli altri si sono sempre distinti per il supporto ai compagni. Questione di mentalità, affiatamento di gruppo, spirito di sacrificio. Roba che rende sempre orgoglioso ogni allenatore e soprattutto porta a risultati. Si vede bene.

CONSAPEVOLEZZA. Con queste premesse la Fiorentina si è costruita un percorso che l’ha portata con stabilità nei primi posti. Palladino ha confermato di non voler guardare la classifica fino a fine girone di andata, i giocatori però confidano di pensare eccome a certe posizioni. “Noi ci crediamo, non abbiamo limiti, sogniamo per quanto possiamo ma se siamo lì c’è un motivo”, ha confermato Comuzzo, con la sfrontatezza dei suoi 19 anni ma anche con la lucidità di uno che pare un veterano sul campo. La Fiorentina è questo, un mix di motivazioni personali e di gruppo, di voglia di rivincita e di sognare. Ora con un obiettivo in più, portare questa squadra in alto per Edoardo Bove, un ragazzo decisivo fin qui per alimentare questo sogno. Servirà ancora tempo per capire se potrà tornare a correre sul campo in maglia viola. Intanto arriverà un primo intervento nelle prossime ore per impiantare un defibrillatore sottocutaneo, necessario da protocollo per essere dimesso da Careggi. Defibrillatore che sarà però removibile, così che Edo potrà ancora decidere, nelle prossime settimane, anche in base ai risultati degli esami a cui è stato sottoposto, il proprio futuro personale e sportivo.

SCONTRI DIRETTI. Firenze e la Fiorentina lo aspettano, sperando per il meglio. Mentre sul campo la squadra di Palladino si appresta a vivere il rush finale di 2024, per arrivare al giro di boa in campionato. Se in Conference giovedì l’appuntamento del Franchi con il LASK può essere decisivo per approdare direttamente agli Ottavi, all’orizzonte ci sono le ultime quattro giornate di Serie A per chiudere il girone di andata. Con ben tre scontri diretti per l’Europa. Domenica a Bologna contro l’ex Italiano, poi dopo l’Udinese al Franchi ecco la Juventus allo Stadium il 29 dicembre e il Napoli in casa il 4 gennaio. “A fine girone di andata inizieremo a mettere degli obiettivi, c’è ancora il mercato di gennaio, tante cose che possono succedere”, ha commentato Palladino dopo il Cagliari. Di sicuro le prossime sfide per arrivare al giro di boa daranno una dimensione più precisa di una Fiorentina già da record (per le 8 vittorie di fila) e che con 31 punti dopo 15 giornate, con una partita da recuperare, viaggia ad un solo punto di distanza dai 32 punti del 2015/2016 (con Sousa) e 2005/2006 (con Prandelli) che rappresentano il miglior rendimento dopo 15 turni nell’era dei tre punti a vittoria.

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