Due passi falsi della Fiorentina e come sempre il più criticato è l’allenatore. A ragione o torto?
Alla vigilia della quarta gara stagionale, la Fiorentina è già ad un punto cruciale della stagione. La sconfitta imprevista nella gara di andata dei playoff di Conference League in casa del Rapid Vienna (1-0) costringe i viola a dover ribaltare il risultato per poter accedere ai gironi della competizione.
La sconfitta di Vienna e il pareggio al Franchi col Lecce hanno riportato Biraghi e compagni con i piedi ben saldi per terra dopo lo scintillante avvio col Genoa. La Fiorentina 2023-24 è una squadra ancora in cerca di continuità, una squadra che ha mostrato momenti di grande calcio (i 90′ di Marassi e il primo tempo col Lecce) e gravi pause (la partita col Rapid, soprattutto il primo tempo, e la ripresa contro i salentini).
COLPE E ATTENUANTI. Ci sono delle attenuanti per spiegare le ultime due partite senza vittoria. Siamo solo all’inizio della stagione e la brillantezza fisica non può essere al meglio. Il Rapid Vienna ha dimostrato di essere molto più avanti sotto l’aspetto della condizione atletica. La speranza è che, avendo i viola messo nelle gambe altre due partite, domani la differenza di forma tra le due squadre si sia assottigliata. Nel secondo tempo col Lecce la Fiorentina ha pagato evidentemente la stanchezza fisica e nervosa della sfida di Conference, disputata in trasferta appena tre giorni prima. Ci sono stati gli errori individuali ad aprire le porte alla rimonta dei salentini, ma il calo di tutta la squadra è stato palese. Si è spenta la luce a giocatori come Gonalez, Bonaventura e soprattutto Arthur, che nel primo tempo avevano disputato una prestazione maiuscola. Non a caso, sono tutti calciatori che hanno giocato dall’inizio le tre partite. E che si candidano a una maglia da titolare anche domani sera, visto il loro ruolo imprescindibile.
Tuttavia, i due passi falsi dei viola non si possono spiegare solo per questioni atletiche. La Fiorentina ha sottovalutato l’avversario austriaco, cosa che invece non era successa un anno fa col Twente. Un errore che in Europa non puoi mai commettere, perché può costarti carissimo. Domenica scorsa i viola si sono accontentati di gestire il risultato sul 2-1, pensando di poter dettare a proprio piacimento i ritmi della partita come fatto nella prima frazione. Abbiamo visto tutti com’è andata a finire.
ITALIANO SOTTO ACCUSA. Come sempre accade a Firenze, appena i risultati iniziano a latitare parte la crociata contro l’allenatore. Il primo imputato per i due passi falsi secondo una parte dei tifosi è infatti Vincenzo Italiano. Il suo gioco molto aggressivo, secondo i critici, porta i difensori a commettere errori maiuscoli come quelli col Lecce, oltre a raccogliere troppo poco in attacco. Inoltre, al tecnico è rimproverata una certa lentezza nel leggere le partite in corso, coi cambi che spesso vengono effettuati tardivamente.
Per quanto riguarda la prima critica, ognuno è legittimo di preferire questo o quel sistema di gioco. E ciascun sistema di gioco comporterà dei pregi e dei difetti. Quello che conta, alla fine, sono come sempre i risultati. Da quando è alla Fiorentina, Italiano con il suo calcio ha riportato la squadra in Europa al primo anno – per giunta perdendo il capocannoniere del campionato a gennaio –, mentre nella scorsa stagione ha faticato di più in campionato (ottava piazza) ma ha raggiunto due finali. Entrambe perse, ma non si può dimenticare il percorso svolto per raggiungerle, soprattutto in Conference League. Raffrontato a ciò che a Firenze si era visto prima dell’allenatore ex Spezia, i risultati sono arrivati. E pure con un gioco gradevole.
CAMBI TARDIVI. Diverso è il discorso sulla seconda ‘pecca’ che viene rimproverata a Italiano. Un aspetto ben più specifico rispetto al contestare l’intero sistema di gioco del tecnico gigliato. In effetti, anche nella scorsa stagione spesso in partite in bilico oppure le sostituzioni arrivavano con qualche minuto di ritardo. Lo stesso è successo col Rapid, quando Nzola e Bonaventura, entrambi autori di una prova opaca, sono stati sostituiti soltanto all’81’ da Beltran e Infantino, che hanno subito dato vivacità all’attacco gigliato. Solo in parte il discorso si può riproporre anche nella sfida col Lecce, perché in questo caso emergono anche i limiti della rosa a disposizione.
MANCA AMRABAT, O IL SUO SOSTITUTO. Nella ripresa sarebbero servite forze fresche a centrocampo per fronteggiare l’entusiasmo ritrovato e le maggiori energie della squadra di D’Aversa. Queste forze, tuttavia, non ci sono. Si è capito fin da subito quanto Arthur sia già un insostituibile per i meccanismi della Fiorentina, ma il brasiliano non ha un vero e proprio sostituto. Tutto è frenato dalla situazione legata ad Amrabat: il marocchino è fuori dal progetto in attesa di una sistemazione negli ultimi giorni di mercato, ma sul campo alla Fiorentina manca la sua casella. E quando Arthur, dopo tre partite consecutive che seguono un’intera stagione da spettatore a Liverpool, finisce la benzina, saltano fuori le conseguenze dello stallo di mercato attorno ad Amrabat. Non possono bastare Duncan e Mandragora a una squadra con le ambizioni della Fiorentina. La speranza è che in questi ultimi due giorni di mercato il puzzle possa incastrarsi, altrimenti il marocchino dovrà giocoforza essere reintegrato. Ma con quale umore? Oltre al nodo a centrocampo, in 48 ore ci saranno da chiarire le situazioni attorno all’altro giocatore fuori rosa, Jovic, e alla difesa, con Martinez Quarta, fresco di erroraccio col Lecce, che può partire.
VERSO IL RAPID. Situazioni che non si chiariranno in tempo per la gara di domani. Il ritorno dei playoff di Conference è già un crocevia della stagione viola. In caso di mancato passaggio del turno, dovrebbero rinunciare a una coppa che lo scorso anno ha visto la Fiorentina in finale. Sarebbe un brutto colpo e comporterebbe il primo grande fallimento della gestione Italiano. Ecco perché ci si augura che stavolta la squadra non sottovaluti l’avversario e che trovi le forze per contrastare l’intensità degli avversari, che restano almeno due spanne sotto ai viola sotto l’aspetto della qualità media. Serve la miglior Fiorentina, quella vista a Genova e nel primo tempo col Lecce, per ribaltare il risultato dell’andata. Con la spinta del Franchi dalla propria parte.
Di
Marco Zanini