L’islandese sembra già a suo agio nel nuovo ruolo a ridosso delle due punte cucitogli addosso dal tecnico emiliano
Il nuovo Albert Gudmundsson sembra pronto per una storia in viola tutta nuova. Questo hanno fatto intendere e capire l’assist e la traversa colpita nel primo test stagionale di domenica contro la Primavera. Così scrive il Corriere dello Sport – Stadio.
NUOVO RUOLO. Una prima uscita affrontata da trequartista, da “uno” ben individuabile nel 3-4-1-2 proposto da Stefano Pioli, più vicino alla porta avversaria di quanto lo sia stato lo scorso anno nel 4-2-3-1 proposto da Palladino fino a febbraio e nel 3-5-2 da febbraio a maggio, quando in un caso avrebbe dovuto essere il rifinitore alle spalle del centravanti e nell’altro avrebbe dovuto stargli accanto da seconda punta. L’ex Genoa è però stato troppe volte più mediano che attaccante, o comunque troppo lontano dalla porta avversaria: dove è più difficile ovviamente lasciare il segno.
IMPREVEDIBILE. Nei quarantacinque minuti passati in campo contro la Primavera, Gud ha cercato di essere soprattutto di supporto a Kean e Dzeko, lì vicino a loro per l’assist o al fianco per tentare il tiro. La traversa e l’assist per la rete del 3-0 a firma del bosniaco lo spiegano meglio di mille parole. L’islandese è l’elemento ideale per ritoccare il sistema di gioco dandogli una maggiore imprevedibilità: da 3-4-1-2 a 3-4-2-1 è un cambiamento da poco e nella testa dell’allenatore parmigiano solo una questione di numeri, ma consentirebbe alla Fiorentina di avere più densità e più presenza a ridosso del centrocampo, pur non diminuendo il peso offensivo. Questo sarebbe possibile grazie anche alla capacità naturale di Gud di cercarsi la posizione migliore negli ultimi 20-25 metri. Manca giusto quel pizzico di sano egoismo che tanto bene farebbe a lui e alla Fiorentina in fase offensiva. Ma l’amichevole con la Primavera ha dato un segnale importante in tal senso.
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Redazione LaViola.it