Il tecnico prova a difendere la squadra, ma dirigenti e giocatori sanno di essere in un momento complicato. I riflessi del mercato e problemi anche più profondi
Una sorta di difesa della squadra, neanche troppo riuscita forse. Magari la voglia di appigliarsi a qualcosa di buono, o quasi buono. Un po’ oltre il vedere il bicchiere mezzo pieno. Le parole di Italiano da Empoli hanno fatto storcere il naso a molti. “Rispetto ad altre trasferte molto meglio oggi. […] Non dobbiamo cercare risposte, non siamo in difficoltà. […] Se non avessimo concesso quella situazione poteva finire diversamente. […] Abbiamo con oggi 3 punti in meno rispetto all’andata, girone fatto alla grande con tanti punti. Il cammino è ancora lungo, mi tengo stretto quel primo tempo di oggi che mi è piaciuto tantissimo. La strada è lunga e siamo in linea con quello che dobbiamo fare. […] Non dobbiamo perdere l’entusiasmo. Non so chi vede che questa squadra non si diverte”. E ancora: “Ci sono troppi allarmismi inutili in questo momento, anzi, dobbiamo essere contenti perché ci stanno rientrando in forma giocatori che all’andata hanno fatto la differenza. Ho sempre sostenuto che l’obiettivo è migliorare settimo-ottavo posto. Speriamo tutti di riuscire a raggiungere questo obiettivo”.
Che la squadra sia in difficoltà, in realtà, lo dicono i numeri. Una sola vittoria in 9 gare del 2024, 5 sconfitte, 5 punti su 7 gare di campionato per un ritmo da zona retrocessione (solo Sassuolo – con una gara in meno – Frosinone, Lecce e Salernitana hanno fatto peggio nel nuovo anno). Ma ancor prima, forse, lo dicono le prestazioni. La Fiorentina regala sempre almeno un tempo agli avversari, produce pochissimo in fase offensiva (10 gol fatti in queste 9 partite, ma 5 solo nell’unica vittoria contro il Frosinone), regala sempre voragini per le ripartenze avversarie come nei momenti peggiori di questo biennio e mezzo. E psicologicamente pare nel muro. Per non parlare del punto di vista fisico, con tantissimi giocatori lontani da una condizione accettabile (al di là degli infortuni). Se fino a dicembre si era parlato di una preparazione estiva al Viola Park che dava grandi frutti, forse anche questi discorsi andrebbero riparametrati alla riprova del nuovo anno. Ma in questo senso, ovviamente, i conti si faranno alla fine.
Resta poi una distanza netta tra le parole di Italiano e i giocatori. Sia Mandragora a caldo che Quarta sui social hanno parlato apertamente di rabbia e momento difficile. Ma è normale che sia così. Allo stesso modo si sono espressi Barone, con le parole sempre nel pre-partita, e Pradè nel post. Meglio pensare, davvero, che quindi il tecnico abbia voluto in qualche modo difendere la squadra, allontanare le critiche e prendersi quel poco che di buono si può prendere. Perché anche lui, Italiano, è finito nel mirino delle proteste. Al di là di un mercato che ha fatto arrabbiare tutti e di una società che non ha alimentato i sogni dicembrini. Perché il momento è evidentemente delicato anche per lui, tra scelte che non pagano (insistere su Biraghi, Faraoni acciaccato e non tolto prima) e una squadra che al netto delle difficoltà psico-fisiche non riesce a trovare contromisure, ad esprimersi secondo i concetti che comunque si sono visti in questi due anni e mezzo. Si sta perdendo, oltre che l’entusiasmo, l’identità di questa squadra.
Poi è altrettanto vero che la classifica dà in parte ragione al tecnico. Perchè la Fiorentina è 7°, a tre punti dal 6° posto. Ha poco dietro Lazio, Napoli e Torino, ma è lì a giocarsela per l’Europa. La zona Champions, con Atalanta e Bologna a +7, pare andata, ma il nodo sta qui. Se l’obiettivo di tutti ad inizio anno era “migliorare il 7°/8° posto”, e quindi puntare all’Europa League, nonostante il crollo verticale i viola sono in linea. Con 3 punti in meno fin qui rispetto alle stesse avversarie affrontate in un ottimo girone di andata. Se invece si voleva cullare i sogni Champions, con una squadra che evidentemente stava andando oltre i propri limiti, l’occasione è stata clamorosamente persa.
E qui si viene alla critica anche della ‘Fiesole in trasferta’ alla società. Quel “bisogna spendere per vincere”, di dellavalliana memoria, racconta di un’insoddisfazione anche della Curva rispetto ad un gennaio che non ha alimentato le ambizioni della squadra. I segnali c’erano tutti, già a dicembre, con la Fiorentina che senza Gonzalez e un Bonaventura già in calo si era resa più concreta e pragmatica con il tris di vittorie per 1-0 (e il passaggio ai rigori in Coppa con il Parma). Difficoltà forse messe sotto lo zerbino, allora, ma chi mastica calcio da tempo avrebbe dovuto cogliere i campanelli d’allarme che iniziavano a suonare, non trincerarsi dietro un “se siamo quarti c’è un motivo“ o considerare, sbagliando, la rosa a disposizione come tra le migliori 3-4 del campionato. I nodi, insomma, sono venuti al pettine. Dalla gestione del caso Bonaventura alle trattative non affondate per Brian Rodriguez o Ruben Vargas, prendendo per buone le parole di Barone che disse di non aver mai trattato uno Ngonge che a Napoli sta ribadendo che magari qualcosa, sulla fascia, poteva darlo. Fino agli ultimi giorni, con il tentativo a dir poco velleitario per un Gudmundsson che il Genoa non avrebbe mai ceduto (se non a 35-40 milioni, cifre fuori mercato obiettivamente).
Allenatore e squadra tutto questo lo hanno percepito, è inevitabile. Stessa cosa i tifosi, che dopo il sostegno incondizionato dimostrato settimana dopo settimana ora iniziano a farsi sentire. Anche nei confronti della società. Dallo striscione per Joe Barone contro il Frosinone sul “frigo pieno” (altra uscita poco azzeccata) ai cori di Empoli. Niente di eclatante, ma il vento sta evidentemente cambiando rispetto a qualche tempo fa. Poi giustamente nel calderone ci sono anche i giocatori e un allenatore che pure aveva ricevuto un coro personalizzato nell’ultima al Franchi. Ma il momento è delicato, inutile nascondersi. La lunga striscia di scontri diretti (Lazio, Torino, Roma nel mezzo alle due gare degli Ottavi di Conference, Atalanta, Milan, andata di Coppa Italia con Gasperini, Juve ed eventuale andata dei Quarti europei) diranno se questa squadra saprà rialzarsi e restare aggrappata alla zona Europa.
Di
Marco Pecorini