Fiorentina attesa oggi dalla partita contro lo Spezia. A Iachini serve solo la vittoria: in conferenza stampa ha spiegato e si è preso le sue responsabilità
Raro, almeno ultimamente, vedere il tecnico della Fiorentina per cinquanta minuti davanti al microfono della sala stampa. Non ci eravamo abituati. Al contrario, eravamo abituati a conferenze piuttosto veloci nelle tempistiche. Quella di ieri, però, è stata una conferenza stampa ‘vera’ da parte di Beppe Iachini. L’allenatore marchigiano si è assunto una serie di responsabilità, liberando anche da fardelli la società, per quel che non è stato sul mercato.
Il regista? Chiesto, vero, ma ad un certo punto ci si è accorti che non serviva più. Amrabat ama giocare in quella posizione di campo. Problema risolto. La punta? Il mercato non ha creato l’occasione per prenderla, ma alla base c’era la richiesta di confermare Kouame, Vlahovic e Cutrone. Quindi, per quanto dichiarato da Iachini ieri pomeriggio, sarebbe potuto arrivare un quarto attaccante a rimpinguare il reparto. Difficile, obiettivamente, crederci fino in fondo. Ma tant’è. Il tecnico si è assunto anche altre responsabilità. Ad esempio, la fascia di capitano a Chiesa contro la Sampdoria, il giorno prima di andare alla Juventus.
Beppe spiega, anche in modo fin troppo logico, che l’ex numero 25 viola era quello con più presenze, ma nel calcio ci sono regole non scritte che forse valgono di più. Caso chiuso, colpa di Beppe. Nessuno l’aveva avvertito di una trattativa in corso. Anche qui, difficile davvero pensare e credere che l’allenatore fosse all’oscuro di tutto.
Da chi non c’è più, a chi è arrivato. “Callejon l’ho voluto io”. Altro titolo, sparato in apertura di conferenza. A sgombrare subito il campo da equivoci. Già, perché durante la sosta si è fatto un gran parlare anche della posizione in campo dello spagnolo. In molti hanno storto la bocca nell’immaginare l’ex Napoli quinto di centrocampo. Ma Beppe non ci sta. “Non giochiamo col 3-5-2!”. Messaggio forte. “Quando Biraghi scivola sulla linea difensiva ci mettiamo a quattro dietro”. Concetti tattici snocciolati come in una lezione nell’Aula Magna di Coverciano. Iachini tira drittissimo per la sua strada. Spiega, ascolta, ma poi lascia intendere che non ci saranno cambiamenti di sorta, anche perché tanti sono tornati a Firenze soltanto da poche ore. Vero anche questo.
Sale in cattedra, soprattutto, quando gli viene fatto notare che dopo sole tre giornate si è già vociferato di panchina in bilico. Beppe sorride. È così da sempre. Nella sua carriera e da quando è arrivato a Firenze (“Ogni giorno ce n’erano 7-8 che dovevano arrivare al mio posto”). Se c’è qualcuno abituato, è sicuramente lui. Sa benissimo che la stagione la vivrà così, perennemente in bilico, a meno di risultati incredibili che tutti speriamo.
I risultati, già. A cominciare da oggi, in una di quelle partite trappola nelle quali, uno come Beppe, ha tutto da perdere. Nessuno lo dice con forza, ma per lui è un esame di quelli tosti. In caso di non vittoria non ci aspetteremmo nessuno scossone particolare, ma sarebbe sicuramente un mattoncino in più che lo avvicinerebbe all’uscita. Beppe lo sa, per questo sono giorni che martella i suoi ragazzi. Perché la parentesi Sampdoria rimanga un caso isolato. Lo Spezia è da prendere con le molle. Neopromossa e per la prima volta in A, il Crotone che ha fermato la Juventus insegna che non esistono partite facili. Per ricacciare indietro brutti pensieri Beppe deve solo vincere. Qualunque sia la posizione in campo di Callejon o il ruolo di Amrabat. Alla fine contano solo i tre punti.
Di
Alessandro Latini