Il momento è delicato. Non solo perché la Fiorentina non ha ancora vinto nel 2023 – due pareggi e ben quattro sconfitte –, ma per il contesto generale in cui sono arrivati gli ultimi risultati. Soprattutto il ko contro il Lecce.
Una sconfitta clamorosa, arrivata dopo una serie di risultati negativi, al termine di un mercato per tanti deludente, con scelte dell’allenatore discutibili e gesti scellerati di qualche singolo. Alla fine, le durissime parole di Biraghi nel post Lecce raccontano di una situazione complicata anche dentro lo spogliatoio. Una situazione che era difficile da immaginarsi dopo l’ottimo finale di 2023.
LA SOCIETA. Le responsabilità sono di tutti. In primis, della società, che sul mercato non è stata in grado di accontentare la richiesta primaria del proprio allenatore, che sul ruolo degli esterni offensivi è in difficoltà costante da ormai più di un mese. Qualcuno potrà anche aver giudicato sufficientemente il mercato della Fiorentina per gli acquisti (in prestito) di Faraoni e Belotti, ma il mancato arrivo di un esterno e la riduzione delle rotazioni in difesa sono temi che pesano tanto sulla valutazione. Perché, nonostante gli ottimi risultati, anche a dicembre si intravedevano i segnali di una squadra in difficoltà nelle due zone sopra citate.
IL TECNICO. Lo stesso Italiano ha responsabilità sulle ultime prestazioni opache (o peggio) dei viola. Iniziamo con le attenuanti: si pretende che il tecnico viola cambi sistema di gioco, ma per Italiano si tratta di uno stravolgimento, dato che nella sua idea di calcio gli esterni offensivi sono le pedine più importanti. Non averne di validi a disposizione (oppure non in condizione, come Gonzalez) è un enorme handicap. Inoltre, Italiano stava provando con maggiore frequenza la difesa a 3, ma ora anche questa strada è resa più complicata dal mercato, vista la cessione di Mina.
Insomma, tra infortuni e mercato l’ex tecnico dello Spezia non è stato certamente messo nelle migliori condizioni di allenare. Tuttavia, è un professionista e deve dimostrare di poterne venire a capo. Insistere con gli esterni quando non ce ne sono o non sono performanti non ha affatto giovato alla Fiorentina nell’ultimo mese. L’arrivo di Belotti suggerisce un possibile cambio modulo contro il Frosinone. Un sistema di gioco che preveda due punte (l’altro sarebbe ovviamente Beltran) sacrificando appunto gli esterni – 4-3-2-1 o 4-3-1-2, con Gonzalez ‘dirottato’ al centro quando la sua condizione crescerà –. Di certo è un adattarsi, uno snaturarsi rispetto alle proprie idee di calcio, ma quali sono le alternative se le proprie idee di calcio non stanno più funzionando?
I GIOCATORI. Infine, ci sono le responsabilità del gruppo. Si potranno anche discutere le scelte di Italiano, ma nella sconfitta col Lecce si sono viste troppe ingenuità da parte di diversi singoli. Gli errori di ‘concentrazione’ che costano punti come quelli di Sottil e Nzola al Via del mare, il nervosismo di un leader come Bonaventura, le parole di Biraghi. Tutto ciò dipinge il quadro di uno spogliatoio che non è sereno. E probabilmente il mercato ha peggiorato le cose.
REAGIRE SUBITO. Tuttavia, occorre ricordare che siamo appena a febbraio e che la Fiorentina è ancora in corsa per tutte e tre le competizioni. Serve dare subito una risposta, perché nulla è perduto e anche in campionato la classifica è incredibilmente corta. La partita casalinga col Frosinone è una grande occasione per dare una risposta a una piazza in cui i malumori sono in costante ascesa. La Fiorentina ha avuto a disposizione un’altra settimana di allenamenti per preparare al meglio la sfida di domenica, ore 12.30. Poi il recupero decisivo col Bologna. Non c’è più tempo da perdere, occorre reagire subito.
Di
Marco Zanini