La vittoria con l’Atalanta è importante a livello simbolico per i viola. Ora la Conference: vietato commettere l’errore dell’anno scorso
È iniziato bene il tour del force della Fiorentina, che vedrà i viola disputare 7 partite in 21 giorni. La vittoria con l’Atalanta è importante sia in questioni di pura classifica (7 punti in 4 partite), sia per un valore simbolico, lo si è visto anche dall’esultanza di Italiano. La Fiorentina ha infatti sconfitto una diretta concorrente per le posizioni europee. E lo ha fatto dopo che aveva preso una sonora batosta contro l’Inter, un 4-0 che aveva inevitabilmente generato tante critiche al gruppo squadra e (soprattutto) al suo tecnico.
Dopo la battuta d’arresto col Lecce e la partita non giocata a San Siro, dunque, una presa di coscienza importante: la Fiorentina può stare tra le squadre che lottano per l’Europa. Alla quarta giornata non si può di certo sentenziare sull’intero percorso di un campionato, ma qui si parla appunto di segnali. I segnali che Italiano e compagni ci danno sono quelli di una squadra ancora in rodaggio, con problemi di equilibrio che difficilmente potranno essere risolti al 100%, vista la sua natura a trazione offensiva. Una squadra che ancora si prende delle pause nei 90’ da non concedere. Una squadra che – si è già visto col Lecce – subirà delle ripercussioni dai tanti impegni europei e dovrà dunque essere brava a limitarle, per quanto possibile.
Ma si è vista anche una Fiorentina promettente, che vuol far divertire e che, nonostante i centravanti siano ancora fermi a quota zero, fin qui trova il gol con una certa facilità e con apprezzabile cinismo. Insomma, una Fiorentina che resta intrigante per tanti motivi. Certamente per la forza di un gruppo che non lascia indietro nessuno, neanche chi sembrava indietro nelle gerarchie come Duncan, Martinez Quarta e Kouame.
Tuttavia, il più banale dei motivi è l’inserimento dei nuovi acquisti. Parisi con l’Atalanta ha iniziato malissimo ma è cresciuto di minuto in minuto; Arthur è un giocatore che va gestito, ma ha già fatto vedere qualità e tempi di gioco. C’è curiosità nel vedere in campo il neo acquisto Maxime Lopez, così come nel rivedere il giovane prospetto Infantino. Senza dimenticarsi Christensen, che sembra l’ennesimo portiere indietro nelle gerarchie rispetto a un Terracciano tutt’altro che impeccabile domenica, e soprattutto Nzola, al quale occorre dare per forza fiducia. È davvero troppo presto per sentire i mugugni del Franchi. Qualche miglioramento nella ripresa con l’Atalanta si è visto, quantomeno nella difesa del pallone, ora l’angolano ha una tremenda necessità di sbloccarsi sotto porta.
Infine, il nome che intriga di più sia tifosi che stampa è quello di Lucas Beltran. Il suo ingresso con la Dea ha dato vivacità all’attacco ed è stato protagonista nell’azione che ha portato al gol vittoria. Nei pochi minuti giocati ha già fatto intravedere diverse qualità interessanti. Con il compagno di reparto in difficoltà, l’ex River Plate scalpita e si candida a un posto da titolare in Europa.
Già, l’Europa. Domani inizia l’avventura ai gironi di Conference League per Gonzalez e compagni. Il girone è sulla carta più impegnativo rispetto a quello dell’anno scorso, ma resta ampiamente alla portata. Il Genk, sempre sulla carta, è probabilmente l’avversario più complicato dei tre e la Fiorentina deve dimostrare di avere imparato qualcosa dalla precedente esperienza in coppa. Italiano non vorrà certamente replicare l’inizio shock ai gironi della passata stagione, quando tra Riga (1-1 al Franchi) e Basaksehir (clamoroso ko per 3-0) i viola portarono a casa la miseria di un punto nelle prime due partite.
Il valore dell’avversario e la difficoltà ulteriore data dal primo impegno in trasferta dovrebbero evitare pericoli di sottovalutazione della partita. La Fiorentina ha più volte dimostrato di tenere molto alla Conference. Lo ha ribadito anche Italiano, sia a parole che con alcune scelte attuate contro l’Atalanta. Il Genk è avversario di tutto rispetto e non sarà facile espugnare la Cegeka Arena. La Fiorentina, però, quest’anno ha tutta l’intenzione di partire col piede giusto in Conference.
Di
Marco Zanini