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Editoriali

Fagioli e il salto di qualità: come può cambiare la Fiorentina coi nuovi innesti

Il Tap-In di Matteo Dovellini - Fagioli - Fiorentina

Dal primo tempo in sofferenza alla reazione nella ripresa: Fagioli, Folorunsho e Zaniolo i volti della Fiorentina rinnovata

Una Fiorentina troppo bassa nel primo tempo, schiacciata dalla reazione di rabbia dell’Inter e alle prese con qualche errore sopra la media specie in fase di ripartenza. Ma anche una squadra, quella del secondo tempo, che si è trasformata coi cambi e ha svelato quanto sia intrigante la nuova veste appena arrivata dal calciomercato invernale. Inutile insistere sull’episodio del calcio d’angolo dal quale è nato il gol del vantaggio nerazzurro. Sono errori gravissimi nel calcio di oggi, ipertecnologico dove si conoscono anche di che misura sono i lacci delle scarpe del secondo allenatore. Ci si dota dello strumento del Var, ci si avvale di decine e decine di telecamere piazzate ovunque, e poi non si riesce a intervenire su un pallone che ha oltrepassato la linea di fondo di oltre 20 centimetri? Come esiste la “Goal-line technology” che stabilisce se la palla sia o meno entrata del tutto in porta, dovrebbe esistere anche la rilevazione per falli laterali e calci d’angolo. Almeno di supporto al lavoro dei guardalinee.

Detto questo, Palladino ha insistito su un concetto a lui molto caro e che avevo espresso nel precedente editoriale. La “meritocrazia”, ovvero la riconoscenza verso chi dimostra di essere in grado di poter dare il proprio contributo tramite allenamenti e partite. È successo nella serata del Meazza quando, eccezion fatta per Comuzzo squalificato, ha voluto confermare tutti quei giocatori che soltanto quattro giorni prima avevano schiantato l’Inter al Franchi. Lecito chiedersi se il tecnico abbia fatto bene, alla luce di un primo tempo sotto tono. Ma questa è la sua filosofia e nell’ottica di gestire un gruppo che dovrà amalgamarsi tra pilastri del nuovo ciclo e nuovi arrivati, Palladino ha scelto questa modalità.

Nicolò Fagioli, la potenziale svolta in mediana

Nella vittoria per tre a zero con l’Inter, infatti, hanno recitato la parte di assoluti protagonisti quei giocatori appartenenti allo zoccolo duro del gruppo. Non ne aveva altri a disposizione, Palladino. E quei giocatori hanno risposto alla grande. Adesso, e si è visto in parte nella ripresa al Meazza, il tecnico potrà affidarsi anche ai vari Folorunsho, Fagioli, Zaniolo, Ndour con Pablo Marì che per l’allenatore rappresenta una sicurezza ma fuori dai convocati a Milano.

C’è un elemento che forse più di altri potrebbe rappresentare una piccola ma significativa svolta per la Fiorentina della seconda parte di stagione. È Nicolò Fagioli. Ventiquattro anni che compirà il 12 febbraio (auguri!) e pedina che strategicamente potrebbe modificare l’assetto dei viola. Regista di qualità e talento, eleganza e verticalizzazione. Può giocare sia nei due in mezzo al campo che come vertice basso in un assetto a tre. I suoi inizi l’hanno visto protagonista anche come trequartista: fu Fabio Pecchia, nella Primavera della Juventus, ad arretrarne il raggio d’azione. Nella mediana di Palladino potrebbe dunque diventare un tassello inamovibile: con Adli e Cataldi ai suoi fianchi oppure Mandragora, Ndour, Richardson. Ma con Fagioli che si candida a essere il perno fisso, il rotore dell’orologio al quale il mercato invernale ha aggiunto pezzi pregiati.

Folorunsho il bilanciere, Zaniolo lo spacca partite

Se Fagioli è il rotore, infatti, Folorunsho è il bilanciere che con la sua oscillazione (tra centrocampo e attacco) contribuisce in maniera determinante al funzionamento dell’ingranaggio. Folorunsho può anche giocare in mezzo al campo ma Palladino vorrebbe continuare a utilizzarlo “alla Bove” magari facendolo partire da destra nei tre a supporto della punta. E poi c’è Zaniolo, che dovrà imparare a conoscere i movimenti e le indicazioni dei compagni ma che potrebbe risultare determinante nell’uno contro uno e dunque nella rottura degli equilibri avversari con la ricerca della superiorità numerica. Che sia largo a destra o trequartista, una volta raggiunto il ritmo partita potrebbe dare il suo contributo. Fin da domenica, tra l’altro: Kean è squalificato e Palladino dovrà reinventare l’attacco. Zaniolo, Beltran o Gudmundsson fungeranno da punta o, meglio, da “falso nove” senza dare punti di riferimento. A proposito: l’islandese, subentrato al Mezza, è risultato meno impattante rispetto agli altri compagni partiti dalla panchina. Serve qualcosa in più, sotto tutti i punti di vista, se davvero vorrà ritagliarsi un ruolo di primo piano nella Fiorentina raffinata dal mercato.

Tre gare per spingere sull’acceleratore

Le prossime tre gare dovranno restituire continuità ai viola. Como e Lecce in casa, con la trasferta di mezzo sul campo del Verona. Per chi ha ambizione di lottare per un posto in Champions, sono tre gare dalle quali attendersi il massimo dei punti. Anche perché dopo arriveranno in serie Napoli, Juventus e Atalanta. Palladino ha bisogno di fare il pieno per poi affrontare con più leggerezza i tre scontri diretti che a conti fatti risultati decisivi per spostare gli equilibri. Senza dimenticare che il mese di marzo rappresenta anche il ritorno della Conference League e dunque la gestione del doppio impegno. Anche per questo il tecnico ha sempre privilegiato la meritocrazia per tenere coinvolto tutto il gruppo in ogni sua individualità. Consapevole che prima o poi avrà bisogno di tutti, specie adesso che la rosa è stata sfoltita di quei giocatori che non si sentivano più parte attiva e che legittimamente hanno scelto di andare altrove. Chi è rimasto, e chi è arrivato, crede fermamente che l’obiettivo tanto desiderato possa trasformarsi in realtà.

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