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Editoriali

È calcio d’agosto. Ma iniziano a suonare campanelli d’allarme su tutti i fronti

Diversi punti di domanda attorno alla Fiorentina. Dal tecnico ai singoli passando per il mercato, non c’è più tempo da perdere

Piano coi giudizi, con le bocciature e con le sentenze. E’ calcio d’agosto, la stagione è appena iniziata e il cammino da fare è lungo. Però…

RITARDO. Palladino non le ha mandate a dire, ribadendo (come aveva fatto dopo Parma, a Friburgo e anche in Inghilterra) che la Fiorentina ha bisogno di innesti in tutti i reparti. Vero, su questo ci sono pochi dubbi. La società è chiaramente in ritardo nell’allestimento della rosa, soprattutto in mezzo al campo. Ma viene da chiedersi se, ad oggi, per quanto il tecnico possa aver ragione o meno, questa Fiorentina sia in grado di rispondere in maniera sufficiente alle richieste dell’allenatore stesso. Certo, ci vuole del tempo per far sì che i meccanismi di un nuovo sistema di gioco si oleino, ma contro due avversari decisamente inferiori come Parma e Puskas Akademia non è concepibile che la Fiorentina incassi 4 reti, che potevano tranquillamente essere 6, 7 o di più. Avrebbe un senso se in panchina ci fosse Zeman, se la Fiorentina avesse creato 20 o 25 occasioni davanti, se di fronte ci fosse stato il Real Madrid o se a disposizione ci fossero state solamente riserve, o ancora se la Fiorentina si allenasse assieme da una settimana. Eppure la difesa vista col Puskas era quella ‘titolare’.

RINFORZI. Piano coi giudizi, dicevamo, ma se la Fiorentina non ha ancora un’identità di squadra, come detto da Palladino, viene da chiedersi chi questa identità debba dare e se questa la si possa acquisire ‘solamente’ con degli innesti dal mercato. Facendo degli esempi, la Juventus con Motta è apparsa subito una squadra di Motta, pur avendo lacune di rosa ovunque. L’Atalanta idem, pur non avendo Lookman, Scamacca e Koopmeiners. Il Bologna idem, anche se ha solamente pareggiato in casa con l’Udinese. La Fiorentina, invece, ha fatto male in due gare su due. E non ha meritato di vincere né col Puskas né col Parma, anzi. Eppure Pongracic è stato pagato 15 milioni di euro per assumere i gradi del post Milenkovic, ma in due gare ha commesso errori su errori. Ok i rinforzi, ma Pongracic sarebbe un titolare. Oppure Palladino si aspetta un difensore ancora più ‘titolare’? In mediana la Fiorentina ha preso Richardson, che magari dovrà adattarsi al calcio italiano e a quello di Palladino, ma è stato comunque pagato 10 milioni di euro ed è arrivato dopo aver giocato le Olimpiadi, quindi non certo dopo due mesi di stop. Possibile che non abbia messo a referto neppure 5’ in due gare in cui la mediana viola è stata inesistente? Che Beltran non potesse fare il centravanti lo si era già capito l’anno scorso, ma è (in un certo senso) giusto averlo provato per averne la riprova. Colpani è stato a lungo inseguito, fortemente voluto ed è a disposizione della Fiorentina da un mese, ma ancora non sembra avere benzina. In fase di costruzione la Fiorentina ha perso una valanga di palloni anche con gli ungheresi, sbagliando passaggi su passaggi che anche degli avversari modesti hanno intercettato per arrivare subito alla conclusione. Ok i rinforzi, ma viene da chiedersi se non si possa pensare a qualcosa di diverso e se mezza Fiorentina possa o meno essere idonea alle richieste di gioco di Palladino. Insomma, domande, assieme al pensiero che per quanto visto la Fiorentina possa tranquillamente passare il turno in Ungheria. Ma sarebbe ipocrita voler nascondere le enormi difficoltà che questa squadra sta avendo.

ATTESA. Di motivazioni, alibi e ‘scuse’ ce ne sarebbero mille. Dal ritardo di condizione all’aver lavorato tutta l’estate coi soli Mandragora e Bianco in mediana, dal passaggio da anni di difesa a quattro ad una a tre da assimilare, la novità della costruzione dal basso coi portieri fino al dover attendere che si sblocchi la situazione Gonzalez, che Gudmundsson torni a disposizione e via discorrendo. Sicuramente tra un mese la Fiorentina sarà tutt’altra cosa, o almeno c’è da augurarselo. Resta da capire, tuttavia, perché non si siano affrettati i tempi e quanto questo ritardo inciderà su risultati, traguardi e obiettivi (ad oggi, ad esempio, l’accesso alla Conference è tutt’altro che certo), sperando che non ci sia da ripensare il tutto e che non vengano meno certezze e sicurezze che renderebbero l’inizio di avventura di Palladino, tecnico comunque giovane e alla prima esperienza in una piazza importante, tutt’altro che in discesa.

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