Dilemma turnover, Italiano ora fa i conti. Troppi cambiamenti l’anno scorso, troppo pochi quest’anno  

Alla ripresa il tecnico viola dovrà fare i conti con una raffica di gare. Da migliorare la gestione degli uomini e il turnover

Tra i tanti aspetti che Italiano dovrà valutare al meglio nel prossimo filotto di gare che attendono la sua Fiorentina c’è sicuramente quello legato al turnover, scrive il Corriere Dello Sport. Dalla gara con l’Atalanta fino alla prossima sosta, i viola dovranno giocare 7 gare in 21 giorni.

TURNOVER. L’anno scorso il mister gigliato era finito nel mirino della critica per il suo esasperato turnover, con cambi anche di 9-10 elementi tra una gara e l’altra. Quest’anno, invece, ha scelto la strada opposta.  La scorsa stagione il tecnico variò 6 elementi tra la prima di campionato contro la Cremonese e l’andata dei playoff di Conference League in casa con il Twente e addirittura 9 fra quest’ultima sfida e la trasferta di Empoli. Alla quarta giornata aveva già utilizzato quasi tutta la rosa a disposizione. Adesso invece, fra la partita contro il Genoa e quella di Vienna, ha cambiato soltanto Kayode con Dodo per poi modificare sei uomini con il Lecce, a cominciare da Christensen per arrivare a Beltran passando per Quarta, Biraghi, Duncan e Sottil, come volti nuovi. Nel ritorno contro il Rapid la formazione è tornata la stessa di Marassi, con una sola eccezione, e ciò che ha stupito veramente sono stati i due soli cambi effettuati per affrontare l’Inter, ovvero Christensen e Beltran, quindi in realtà soltanto uno oltre al portiere. Una formazione esausta dal punto di vista fisico.

Alcuni giocatori sono apparsi stanchissimi a San Siro, da Dodo a Biraghi, passando per Bonaventura, Gonzalez e Arthur. Nelle prossime partite sarà quindi necessario alternare e capire su chi l’allenatore possa riporre fiducia totale, 630 minuti in cui poter assistere al salto di qualità nella gestione del gruppo che, forse, potrebbe dare anche grandi risposte dal punto di vista dei risultati.