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Editoriali

Con un Gud in più, ma tanti dubbi dietro. Tabù Empoli: al Castellani la Fiorentina non vince dal 2016

Albert Gudmundsson - Fiorentina

Negli ultimi anni i viola hanno faticato molto contro gli azzurri. Palladino deve decidere: virata definitiva sulla difesa a 4 o ritorno a 3?

C’è ancora tanto lavoro da fare per Palladino. La partita con la Lazio, infatti, suggerisce che i problemi non sono stati magicamente risolti. Tuttavia, la Fiorentina ha ottenuto (finalmente) la prima vittoria di questa stagione. E lo ha fatto contro un avversario di tutto rispetto come la Lazio di Baroni, che sulla carta dovrebbe lottare coi viola per le stesse posizioni di classifica in questa stagione.

Una partita decisa dagli episodi, certo, ma troppo spesso ci si dimentica che il calcio è fatto di questo. Raramente le partite vengono indirizzate da una superiorità netta di un avversario rispetto a un altro. Così, la Fiorentina è stata più brava rispetto alla Lazio a cogliere le occasioni che la partita ha offerto. E l’ha fatto con l’uomo che può dare una svolta a questo inizio di stagione molto difficile.

IL TALENTO CHE MANCAVA. Albert Gudmudsson si è presentato come meglio non poteva. Non solo per i due gol, ma anche per quello che ha fatto in campo. Si sono visti sprazzi di un giocatore di livello superiore, che serviva come una manna ai viola. Tra i tanti problemi evidenziati in questo inizio di stagione, infatti, la Fiorentina aveva anche palesato la mancanza di un uomo di qualità vicino a Kean. La condizione è ancora precaria, tanto che l’islandese è arrivato molto stanco nel finale di partita nonostante avesse giocato soltanto il secondo tempo. Tuttavia, vista anche la settimana piena di lavoro di cui potrà beneficiare, sembra difficile che Palladino possa rinunciarvi dal 1′ contro l’Empoli.

OCCHIO AI RIGORI. A proposito della coppia con Kean. I due si saranno sicuramente chiariti, anche se l’italiano era davvero infastidito dopo il battibecco sul calcio di rigore (e lo si è visto soprattutto nell’intervista postpartita ai microfoni di Dazn, che ha visto protagonisti entrambi i giocatori). La speranza è che, oltre a chiarirsi, si siano messi d’accordo su chi batterà il prossimo. Dalle dichiarazioni post gara Palladino sembra aver adottato la linea del suo predecessore: chi se la sente lo tira. Una gestione pericolosa, che può portare a ulteriori siparietti o addirittua frizioni. Oppure a giocatori non adatti a trasformare un rigore che si ritrovano sul dischetto, sentendosi legittimati a calciare solo perché magari il penalty se lo sono guadagnato. Vi ricorda qualcosa Ikoné in Supercoppa?

SOLITI PROBLEMI DIFENSIVI. Se là davanti l’ingresso di Gudmundsson, ci si augura, dovrebbe andare a incrementare considerevolmente la pericolosità offensiva della squadra, in difesa i grattacapi restano gli stessi per Palladino. Nel primo tempo la Fiorentina si è presentata col 3-4-2-1 e, come di consueto, ha sofferto tantissimo la Lazio in fase di non possesso. Nella ripresa il passaggio al 4-2-3-1 ha sicuramente fatto bene a Colpani e compagni, ma anche con questo sistema di gioco in fase difensiva i viola sono sembrati tutt’altro che solidi. Va detto che Palladino ha proposto un modulo più sbilanciato rispetto al primo tempo, scelta che ha dato i suoi frutti perché la squadra, pur mancando di equilibrio, ha trovato molte più soluzioni là davanti.

E ora che farà Palladino con l’Empoli? Insisterà con la difesa a 4? Oppure tornerà a 3? Entrambe le soluzioni portano con sé vantaggi e svantaggi. Per la legge del “squadra che vince non si cambia”, la Fiorentina dovrebbe ripresentarsi con la difesa a 4. Il che porterebbe vantaggi ai difensori centrali puri, più abituati a questo sistema di gioco, e non avrebbe necessità di adattare terzini, ma penalizzerebbe un giocatore come Gosens, molto limitato nel giocare terzino in una difesa a 4 e che difficilmente può fare l’esterno alto in un 4-2-3-1. Inoltre, la soluzione è stata provata a partita in corso, con la Fiorentina che doveva recuperare: iniziare dal 1′ con un nuovo assetto difensivo è tutt’altra cosa.

Tornare a 3, oltre a favorire Gosens, vorrebbe dire dare continuità al lavoro svolto fin dal primo giorno di ritiro, ma che solo nelle ultime settimane Palladino ha potuto impiantare nel gruppo squadra definitivo, completato appunto negli ultimissimi giorni di mercato. Di contro, finora il rendimento con la difesa a tre è stato disastroso. Gli interpreti a disposizione sembrano trovare tantissime difficoltà con questo sistema di gioco, Biraghi su tutti. A ciò bisogna aggiungere che Pongracic è in dubbio per la partita del Castellani, visto il risentimento muscolare sofferto prima della Lazio. A prescindere dal modulo, il problema della fase difensiva viola sono i concetti che Palladino sta cercando di impiantare che non sono stati assorbiti dalla squadra. Questo è il nodo principale sul quale il tecnico gigliato deve lavorare, ancor più di una difesa a 3 oppure a 4.

TABÙ EMPOLI. Da questo punto di vista, ci si aspettano progressi imminenti fin dalla prossima partita con un Empoli in grande condizione. La squadra di D’Aversa è partita molto forte e ha 3 punti più della Fiorentina in classifica. Ieri si è anche concessa il lusso di eliminare il Torino dalla Coppa Italia. Il pubblico di casa, poi, vede nella sfida con i viola la partita più importante della stagione. Infine, negli ultimi anni l’Empoli è diventato un vero tabù per la Fiorentina: i viola, infatti, non vincono una partita contro gli azzurri da più di due anni (Fiorentina-Empoli 1-0 del 3 aprile 2022). Soprattutto, la vittoria al Castellani manca addirittura dal 20 novembre 2016, quando la squadra allora allenata da Sousa si impose per 0-4. Da quel momento, sono arrivati solo due pareggi e due sconfitte.

Insomma, i precedenti, l’ambiente e il momento delle squadre invitano a preparare la prossima partita con enorme rispetto. La Fiorentina ha grande necessità di dare continuità alla vittoria della scorsa domenica. Per cominciare a rimettere a posto le cose in classifica e mostrare una crescita che deve arrivare, se si vuole lottare per l’Europa.

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