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Editoriali

Buone vibrazioni da Marassi. Piace Nzola, Arthur sembra già insostituibile. Ora la Conference da non fallire

Arthur

Sono ottime le impressioni lasciate dalla prima Fiorentina della stagione. Nzola ha le caratteristiche adatte, Arthur si è già preso il centrocampo. Domani il primo tempo della sfida col Rapid Vienna

A Genova la Fiorentina ha vinto la prima gara della stagione, proprio come l’anno scorso. Ma ha destato tutt’altra impressione rispetto a 12 mesi fa, quando si impose nel finale sempre contro una neopromossa (la Cremonese) grazie a un regalo del portiere Radu.

Fare bilanci dopo i primi 90′ ufficiali della stagione non è prematuro, è semplicemente folle. Tuttavia, non si può negare che quanto si è visto sul campo a Marassi trasmetta buone vibrazioni. Non solo per il risultato, rotondo e mai in discussione, ma per l’atteggiamento, l’esperienza e la qualità del gioco espressa dagli uomini di Italiano. Certo, il gol in avvio e l’atteggiamento remissivo del Genoa ha aiutato i viola, ma i segnali restano positivi. Positiva la vecchia guardia, con Biraghi e Bonaventura sugli scudi e un Gonzalez che stavolta sembra in forma fin dall’avvio della stagione. Incredibile la prova del classe 2004 Kayode, che ha giganteggiato nelle due fasi sulla fascia destra e ha prenotato un ruolo da protagonista in quella che ci auguriamo essere una stagione ricca di impegni. Positivi soprattutto i nuovi.

Nzola ha subito fatto intravedere perché possa essere più utile alla causa viola di chi l’ha preceduto. Non stiamo parlando di cifre realizzative, che restano inevitabilmente il fattore più importante per giudicare l’impatto di un centravanti, ma del lavoro per la squadra. L’attaccante angolano ha mostrato le sue doti di protezione palla e sponde per i compagni, compito essenziale per il gioco di Italiano. Non sempre è stato perfetto nel ripulire i palloni, ma stiamo parlando di un giocatore dalla grande stazza e quindi inevitabilmente non al 100% della condizione a inizio campionato. Anche nel suo caso, sono le buone impressioni che lasciano ben sperare per il futuro. In attesa di vedere meglio di cosa sarà capace Beltran.

Arthur è stata forse la nota più lieta, per il ruolo centrale che ricopre nello scacchiere della squadra. Se la Fiorentina 2023-24 promette di essere più bella di quella della passata stagione, gran parte del merito è del classe 1996. Tornare a vedere un regista puro in mezzo al campo fa tutta la differenza del mondo per come si esprime questa Fiorentina. Il giocatore che serviva per il post Torreira è arrivato 12 mesi dopo e la differenza si è vista fin da subito. Non tutto è oro quel che luccica: l’ex Juve andrà rivisto contro avversari meno rinunciatari dei rossoblù, che gli pongano problematiche più serie nel gestire il pallone con marcature più serrate. Resta il fatto che, in poche settimane, il brasiliano si è già preso il centrocampo della squadra. Il che solleva un problema. Arthur sembra già insostituibile per una Fiorentina che vuole migliorarsi rispetto alla scorsa stagione e che non ha un altro giocatore delle caratteristiche del brasiliano (ce ne sono pochi a giro, a dirla tutta). Vista la sua lunga inattività e una certa propensione agli infortuni, Italiano e il suo staff dovranno essere molto bravi a gestirlo al meglio.

Insomma, in attesa di vedere meglio tutti gli altri nuovi acquisti e di conoscere il destino di Amrabat – se restasse a Firenze e ritrovasse motivazioni, potrebbe comunque essere una risorsa e formare sulla carta una gran bella coppia di mediani con Arthur –, il mercato della Fiorentina sembra aver dato i suoi frutti e si candida a essere la sessione più incisiva della gestione Commisso, in attesa che il campo confermi o ribalti i pronostici. Sembra mancare ancora qualcosa: in primis un difensore centrale affidabile (Mina, ci auguriamo di sbagliarci, sembra essere una scommessa difficile da vincere), magari un’altra pedina a centrocampo. C’è ancora più di una settimana di tempo, in attesa della chiusura del calciomercato il 1 settembre.

Intanto, però, è già tempo di vigilia. Domani la Fiorentina scende in campo in Conference League contro il Rapid Vienna, nel doppio turno playoff che può garantire il ritorno nella competizione di cui poche settimane addietro fu finalista. Gli austriaci sulla carta sono una formazione con meno risorse rispetto al Twente, incontrato l’anno scorso ai playoff. Inoltre, i viola stavolta avranno il vantaggio di giocare al Franchi la gara di ritorno. Ma le partite non si giocano sulla carta, bensì sul rettangolo verde. Servono concentrazione, intensità e organizzazione nell’arco dei 180′. L’impressione è che se la Fiorentina farà il suo dovere, se metterà sul campo prestazioni all’altezza, difficilmente potrà sfuggirle il passaggio del turno. Per il percorso della gestione Italiano è troppo importante riconfermarsi sui palcoscenici europei.

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