Al Bentegodi lasciati dei punti che potrebbero risultare pesanti. Ma il sogno è la Conference, e allora testa e cuore a Bruges. A caccia della storia
Fatal Verona forse no, ma per la Fiorentina la frenata del Bentegodi rischia di contare non poco sulla strada che porta all’Europa. Vero che per scelta la rotazione è stata massiccia, vero che le motivazioni forse pendevano di più sulla sponda gialloblù. Vero, ancora, che per questa rosa (e le dimostrazioni sono state tante) tenere alta la tensione per più partite di fila è stato quasi sempre impossibile. Ma certo è che si poteva e doveva fare un po’ di più. Forze da preservare, sì, testa alla Conference e solo un paio di giorni per preparare la sfida all’Hellas. Ma è stata un’occasione persa nella corsa al 7° e 8° posto. Che potrebbero contare il giusto in caso di trionfo ad Atene, ma che avrebbero un peso enorme se la Fiorentina non raggiungesse il sogno di alzare un trofeo.
SOLITI ERRORI. Insomma, ora giusto archiviare e non calcare la mano sulle incertezze di Christensen, sugli ennesimi errori di Milenkovic e Ranieri, sul ritmo ridotto dal centrocampo in su, sugli zero tiri nello specchio nella seconda parte di gara. Approfondire certe questioni ora, alla vigilia della partita dell’anno a Bruges, vorrebbe dire forse farsi solo del male da soli. Ma arriverà anche il tempo di tracciare un bilancio, di una difesa lasciata con tre soli centrali ‘veri’ (più il giovane Comuzzo) per giocarsi le tre competizioni, o di un pacchetto esterni ancora una volta a coperta cortissima nel periodo cruciale della stagione.
LEZIONE. Ora forse meglio guardare avanti piuttosto che indietro. Perché la Fiorentina si gioca un pezzo di storia domani a Bruges. A caccia della seconda finale europea consecutiva. E allora, come ha dimostrato spesso questa squadra, nel bene e nel male, archiviare e ripartire. Anche da pomeriggi o serate a vuoto la truppa di Italiano ha sempre saputo rialzare la testa. È chiamata a farlo anche stavolta, in un contesto decisamente diverso da quello di Verona. Lo stadio Breydel sarà pieno, più di mille arriveranno anche da Firenze. Si ripartirà dal 3-2 del Franchi, un vantaggio da sfruttare, non da gestire. Imparando e ricordando quanto accaduto anche a Bergamo. Situazione simile, due settimane fa, con l’Atalanta che ha poi ribaltato il risultato dopo l’1-0 di Firenze. Avversari diversi, ma lezione da ricordare. Il Brugge visto giovedì scorso forse fa un po’ meno paura rispetto alle aspettative, ma è una squadra che davanti ha tante armi per far male. Igor Thiago, Jutglà, Vanaken, Skoras. Più Skov Olsen, recuperato nel weekend.
SCELTE. La Fiorentina insomma dovrà fare una partita perfetta, o quasi. Soprattutto in difesa, dove sono ritornati fuori vecchi e soliti errori di deconcentrazione. Ormai si è capito, con il tipo di gioco di Italiano, fatto di pressione e difesa alta, non ci si possono permettere cali, altrimenti è dura. Alla vigilia ci sono un paio di dubbi. Chi affiancherà Quarta in difesa, Ranieri o Milenkovic? E poi Bonaventura: riuscirà a recuperare dopo Verona? Neanche Mandragora è al top, ma potrebbe alla fine esserci lui insieme ad Arthur nel mezzo. Tornerà Nico, tornerà Belotti titolare, così come Beltran, più Dodo e Biraghi sulle fasce, con Terracciano in porta.
RAMMARICO CASTRO. C’è invece un rammarico. E porta il nome di Gaetano Castrovilli. Ormai destinato all’addio a fine stagione, ma ora è totalmente recuperato ed ha una gran carica agonistica. Oltre ad aver dimostrato, una volta di più a Verona, di essere tra i giocatori più qualitativi di questa rosa. Il 17 viola a gennaio è stato inserito in lista campionato (dove c’erano posti vuoti), ma non in Lista Uefa, dove è rimasto presente Infantino. L’argentino classe 2003 nelle poche volte in cui si è visto non ha neanche demeritato, ma ormai è chiaro che Italiano non lo giudica adatto e pronto, non lo ha praticamente mai messo neanche in emergenza (195 minuti in stagione spalmati su 8 gare, l’ultima volta a dicembre contro il Parma). Non si poteva fare una scelta diversa, in qualche modo ‘scommettendo’ sul recupero di Castrovilli, che già da marzo è tornato a disposizione? Peccato, perché Gaetano, da trequartista o da esterno, avrebbe fatto parecchio comodo a Bruges. E non solo.

Di
Marco Pecorini