La Fiorentina prova a tenersi aperte altre porte per l’Europa. C’è da battere il Verona, cercando di non sprecare troppo in vista di Bruges
Il sogno sarebbe quello di entrare in campo con molte ‘seconde linee’, indirizzare subito la gara, preservare ulteriormente calciatori che dovranno giocare sia col Verona che mercoledì a Bruges e, ovviamente, portare a casa dal Bentegodi tre punti. Poi c’è la realtà. L’Hellas non è la Salernitana e neanche il Sassuolo. Baroni sta facendo un’impresa, quasi un miracolo, quindi sarà tutt’altro che una passeggiata di salute per la Fiorentina col Verona.
VISTA BRUGES. Mettici poi che mercoledì ci sarà la partita più importante (finora) della stagione viola, a Bruges, ed ecco che il quadro si completa da sé. L’obiettivo di andare in Finale di Conference, stavolta provando ad alzare al cielo la coppa, è ormai noto. La vittoria di giovedì l’ha ulteriormente avvicinato, anche se il Club Brugge è tutt’altro che già eliminato (così come l’Aston Villa). Se la Fiorentina avesse sfruttato la superiorità numerica, evitato di regalare il gol del 2-2 e vinto di goleada, allora…sarebbe stato tutt’altro discorso. Ma tant’è. Aver vinto allo scadere ha dimostrato che la Fiorentina c’è. Coi suoi limiti e le sue amnesie, collettive e individuali, ma c’è. E c’è anche Nzola, che potrebbe tornare molto utile in questi ultimi minuti di stagione, già da Verona, dove la Fiorentina può tenersi aperte altre strade per ri-entrare nella prossima Europa via Serie A.
ALTERNATIVE. Da molte cosiddette seconde linee ci si attendono segnali di vita e/o conferme che possano mettere in difficoltà Italiano nelle scelte per la gara di Bruges (e/o nell’eventuale finale di Atene). Sottil, ad esempio, è stato bravo a sfruttare l’occasione meritandosi una maglia da titolare coi belgi giovedì scorso, per quanto la buona sorte non gli sia stata amica visto che la sua stagione è terminata in anticipo. Alcuni ‘big’ non stanno propriamente brillando: da Dodo a Biraghi, ai tre difensori centrali, chi più chi meno (soprattutto nel caso del Capitano, viste le gerarchie) hanno concorrenza. Davanti idem, perché Ikoné e Kouame si giocheranno l’altra maglia di esterno offensivo da qui alla fine, così come Beltran-Barak, con l’argentino in fase calante e il ceco che scalpita. In mediana solito discorso: Mandragora-Duncan è un ballottaggio perpetuo, che potrebbe anche non sussistere se Arthur stesse bene e Bonaventura pure. Poi c’è Maxime Lopez. Tutti insidiano tutti, più per un discorso fisico che tecnico. Poter fare rifiatare Belotti, sempre che Nzola abbia davvero ritrovato il ‘lume della ragione’, sarebbe fondamentale, a Verona e non soltanto.
VINCERE. A fine stagione sarà tempo di addii. Molti. Lasciarsi vincendo darebbe tutt’altro spessore all’ultimo capitolo di questa annata e di questo triennio. Ma soprattutto permetterebbe di aprirne un altro interessante e in una Europa League, che vorrebbe dire crescere. Ma per questo c’è ancora tempo.
Di
Gianluca Bigiotti