Gli errori contro Torino e Napoli e un generale calo dopo l’esplosione: bisogna concedergli di sbagliare. Ora tocca a Palladino
Quell’incertezza, seppur in corresponsabilità con Adli, costata cara con il Torino. E poi quell’errore in area col Napoli pagato col gol di McTominay e, più in generale, l’impressione di avere perso nelle ultime gare quella sicurezza sfrontata con la quale aveva demolito attaccanti ben più esperti di lui. Non è un periodo radioso per Pietro Comuzzo, detto il soldato per via di quei capelli corti stile naia e per la sua affidabilità dimostrata in campo fino a qualche tempo fa, scrive La Nazione.
INESPERIENZA. Un bagno gelido di realtà dopo un inizio di campionato caldo come un bagno turco. Ma alzare troppo il livello della critica su di lui, puntargli addosso il raggio debilitante dello scetticismo sarebbe un errore. Perché spesso dimentichiamo che dietro quel cognome da atleta antico e quel fisico scolpito che lo fa sembrare incrollabile come una massicciata ferroviaria, si nasconde l’animo di un ragazzo con non ancora venti primavere alle spalle. E se non ci rendevamo conto dell’età del «soldato» è perché sul campo le sue prestazioni erano quelle di uno stopper di altri tempi. Un calciatore che coniugava velocità e potenza, gioventù e saggezza, attenzione ed esplosività, frenato ora solo dall’inevitabile smarrimento dell’inesperienza.
DIFENDERLO. Per questo è difficile dire quale sia la ricetta migliore per recuperarlo. Se convenga dargli fiducia confermandogli una maglia da titolare o se non sia meglio farlo respirare per qualche gara. A Palladino il compito di indicare la terapia giusta. Di certo la cosa più sbagliata sarebbe seminare intorno a lui l’erba venefica dell’impazienza che, nel passato, ha intossicato altri giovani, finendo per perderli alla causa viola. Per dire: di questi tempi si parla con insistenza di offerte milionarie al Feyenoord per David Hancko, che a Firenze liquidammo dopo solo pochi spezzoni di gara. Fare un nuovo errore con un ragazzo come Comuzzo germogliato nel verde del Viola Park, sarebbe davvero colpevole. Salviamo dunque il soldato Pietro.

Di
Redazione LaViola.it