Nelle prime amichevoli il tridente composto da Kean, Dzeko e Gudmundsson è diventato una costante. Ma potrà esserlo per tutta la stagione?
Terminato il primo mese di precampionato, è già tempo di bilanci in casa Fiorentina. Due settimane di ritiro al Viola Park, due in tournée in Inghilterra. Tre amichevoli toscane contro Primavera, Grosseto e Carrarese, seguite da altri tre test match, ben più probanti e indicativi, in terra britannica contro Leicester, Nottingham Forest e Manchester United.
BUONE RISPOSTE. Le risposte sono state buone, se si vuole fare eccezione della partita contro le Foxes (in cui, a dirla tutta, i viola affrontavano un avversario in anticipo di due settimane nella preparazione). Le costanti di formazione sono state tante e hanno dato diverse indicazioni interessanti. Una su tutte: la compresenza in attacco, quando disponibili, di Kean, Dzeko e Gudmunsson (quest’ultimo è stato assente negli incontri con Grosseto e Carrarese per seguire un percorso personalizzato).
SUBITO TRIDENTE. “Kean, Dzeko e Gud insieme? Assolutamente sì. Nella mia idea e nella mia convinzione questa squadra ha le caratteristiche per essere imprevedibile e variabile, soprattutto davanti. L’idea di farli giocare insieme c’è. Dipende dalla loro disponibilità, di saper lavorare con e per la squadra. Ma più giocatori di qualità abbiamo più possibilità abbiamo di vincere.” Così disse Stefano Pioli nella conferenza stampa di presentazione. Un progetto che ha fatto subito modo di rendere realtà. Certo, le prime uscite hanno dato la sensazione che un equilibrio là davanti non sia ancora stato del tutto trovato. Sicuramente pesa il ritardo di condizione accusato dal bosniaco e, soprattutto, dall’islandese. Ma anche sul piano tattico, il numero dieci viola è sembrato spesso troppo distante dalla porta o, comunque, mai nella condizione di sprigionare tutta la sua fantasia e di impensierire le difese avversarie negli ultimi venti metri.
MERCATO. La dirigenza gigliata, intanto, sarebbe alla ricerca di un altro centravanti. Da cui, a quanto filtra, Pioli vorrebbe caratteristiche più simili possibile a quelle di Moise Kean. Un vice-Kean, quindi. Ovvero l’identikit a cui sembrava corrispondere Edin Dzeko quando venne acquistato a giugno. È possibile che Pioli abbia modificato le sue convinzioni nelle ultime settimane, rendendo definitiva la scelta di un modulo a due punte, con un solo trequartista ad agirvi alle spalle. Sicuramente, la scelta richiederebbe uno sforzo importante per il ‘Cigno di Sarajevo’, che, a quasi 40 anni, sarebbe considerato un titolare a tutti gli effetti, piuttosto che il jolly che tutti si aspettavano al momento dell’acquisto. Allo stesso tempo, la rosa viola rimarrebbe scoperta sulla trequarti. Al momento, se si esclude il partente Beltran, gli unici adatti ad agire tra linee sarebbero Gudmundsson, Fazzini e, forse, un Richardson adattato. Decisamente troppi pochi, se mai il tecnico campione d’Italia nel 2022 con il Milan volesse in un secondo momento tornare a un più convenzionale 3-4-2-1.
CAMBIO MODULO DIFFICILE. Il dubbio è questo: se Dzeko dovesse dimostrare di non reggere lo stress fisico di una stagione che potrebbe riservare più di 50 partite, la nuova Fiorentina dovrebbe verosimilmente dirottarsi verso altri assetti tattici. Sul 3-5-2 usato nel finale della scorsa stagione potrebbero pesare le scelte a centrocampo, che sembrano portare a una mediana a due. Sul 3-4-2-1 potrebbero, invece, gravare le valutazioni che stanno maturando in queste ore negli uffici del Viola Park sul profilo da aggiungere al reparto offensivo. Avanti con il tridente pesante o alla caccia di nuove soluzioni sul mercato? Una margherita che dovrà essere sfogliata nei prossimi giorni, pena il rischio di pagare il conto per una intera stagione.
Di
Neri Sangregorio