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Rassegna Stampa

Un ko così rischia di affossare la Fiorentina. Ora si dovrà reagire, ancora una volta

Bonaventura

L’analisi del quotidiano dopo la sconfitta della formazione di Italiano in casa contro l’Inter all’ultimo secondo

Ci sono sconfitte, che pesano di più. Ci sono partite, che pesano di più. E quella di ieri, per come è arrivata, rischia di mettere k.o. una squadra che già non se la passava benissimo. Ha visto la morte in faccia, la Fiorentina, e è risorta. È ricaduta, e si è alzata ancora. Fino a quella follia finale. A quel gol del 3-4 al quale ora, in qualche modo bisognerà reagire. Scrive il Corriere Fiorentino.

Senza andare a caccia di fantasmi, magari, ma analizzando i (tantissimi) errori e portandosi dietro, al contrario, tutto l’orgoglio e il carattere mostrati ieri. E perché no. Le risposte arrivate da chi, fino ad ora, era mancato. Una gara folle, che Italiano si era giocato con la formazione più attesa. Con un’eccezione: Duncan. Per il resto, tutto come da sensazioni della vigilia. Atteggiamento dell’Inter compreso: attesa, e contropiede. Sulla carta, il modo migliore per mettere in crisi la Fiorentina. Pronti via infatti e, al primo errore in uscita, l’Inter è passata. Troppo morbido, Milenkovic, nel contrasto con Lautaro. Un po’ come era successo con l’Atalanta, o con il Lecce. Come se, là dietro, non si rendessero mai conto che ogni contrasto, ogni pallone, può portare ad un pericolo.

Peggior inizio insomma, non ci poteva essere

Anche perché poco dopo Italiano ha dovuto fare a meno di Nico Gonzalez che, al primo scatto, ha chiesto il cambio per un fastidio muscolare. E si farà anche peccato ma pensar male (leggi Mondiale) viene d’istinto. Non a caso, dalle tribune, è arrivato qualche fischio. Al suo posto, Ikonè.

La partita però, si era messo esattamente come voleva l’Inter. Le bastava aspettare, per poi colpire. E così, alla seconda palla persa in uscita, ecco lo 0-2 di Lauraro. Tutto molto, troppo facile. Eppure i viola son rimasti in piedi e, dopo un infinito e sterile possesso, è arrivato l’episodio giusto. Un rigore, visto dal Var, che ha regalato a Cabral la palla dell’1-2. All’intervallo insomma, la Fiorentina era ancora viva. Per darle un’altra scarica, Italiano, nella ripresa s’è giocato (quasi) subito Jovic, varando un 4-2-3-1 super offensivo con Amrabat e Bonaventura a protezione della difesa e Ikonè, l’ex Real e Kouame alle spalle di Cabral. E sono stati proprio i due esterni a confezionare il 2-2. Lancio del 99, e perla del francese. Un passaggio, e in porta.

Il segnale che forse che questa squadra (vedi anche gol alla Juventus) si esalta nell’aggressione dello spazio e non nella ricerca, ossessiva, dell’occupazione della metà campo avversaria. Stesso discorso per l’Inter e per questo, concederle il contropiede che ha portato al rigore del 2-3, è stato un peccato (l’ennesimo) mortale replicato, incredibile ma vero, anche dopo il 3-3 di Jovic. A quel punto, dopo il 3-4, risorgere ancora era impossibile.

E la classifica ora, con un punto raccolto nelle ultime tre, inizia a far paura.

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