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Taccola a VI.IT: “L’Olympiacos era la Juve greca, ma la Fiorentina è superiore. Aquilani? Una scelta ‘alla De Rossi'”

Intervista all’ex difensore pisano, oggi allenatore, sempre legato alla Grecia: “Le altre tifoserie di Atene potrebbero supportare i viola”

Un campionato in Grecia al Paok Salonicco a fine anni ’90, dove ha lasciato ottimi ricordi. Poi tante stagioni in Serie A tra Napoli, Inter e Cagliari, ma anche le esperienze a Pisa, Palermo, Lucchese e Ternana. Ora una carriera da allenatore appena iniziata con le stagioni tra Riccione, Scandicci e Sammaurese. A LaViola.it è invervenuto in esclusiva Mirko Taccola, verso la finale tra Olympiacos e Fiorentina.

Sei rimasto molto legato alla Grecia e al Paok.Sì, seguo sempre con passione il Paok, poi quando vedo i biancorossi dell’Olympiacos sotto è sempre un piacere per me. Ho grande affetto per il Paok, mi emoziono anche da lontano quando vincono, come quest’anno durante i festeggiamenti. Vincere il campionato in casa dell’Aris Salonicco è stato qualcosa che rimarrà negli annali, incredibile. Una goduria doppia, tripla, quadrupla”.

Dell’Olympiacos che ricordi hai? Ricordo di una partita contro l’Olympiacos, dove sugli sviluppi di calcio piazzato feci gol ma venne annullato. Da lì successe il finimondo, ci fu invasione di campo da parte dei tifosi del Paok, partita sospesa. Successe confusione con quella gara. Il gol fu annullato perché il guardalinee segnalò un gol di mano invece che di testa. La partita fu sospesa sul 2-1, poi perdemmo per 3-0 a tavolino per l’invasione dei tifosi del Paok che non gradirono la decisione della terna arbitrale. Ai tempi l’Olympiacos era la Juventus greca, anche a livello politico: vinceva quasi sempre. Oggi invece il Paok vince molto più spesso, ha trionfato due volte negli ultimi cinque anni”.

Ora quindi le cose sono cambiate anche a livello politico in Grecia?Ora il fatto che non vincano più gli stessi, ma si vede arrivare in fondo anche altre squadre, vuol dire che qualcosa è cambiato. L’Olympiacos rimane una squadra politicamente molto forte, con proprietà molto importante che ha preso altre squadre anche in altri campionati europei. Ma queste cose in Conference non peseranno. L’Olympiacos è una buona squadra che sicuramente darà filo da torcere, ma assolutamente la Fiorentina è favorita”.

La finale si gioca ad Atene: può condizionare? “Sì, anche se lo stadio sarà spartito a metà, ma l’ambiente sarà molto acceso perché le tifoserie greche sono molto attive dal punto di vista della passione e del sostegno. Rischio per l’ordine pubblico? Il rischio è reale, ci sono tutte queste rivalità anche a breve raggio, tra Panathinaikos, AEK e Olympiacos. Atene è grande ma si dividono sotto ogni punto di vista questa città. Non corre buon sangue tra nessuno. Il ‘rischio’ che ci sia il supporto alla Fiorenitna da parte di altre tifoserie è reale”.

Segui sempre il calcio greco: l’Olympiacos può mettere in difficoltà la Fiorentina?L’Olympiacos è una squadra abbastanza solida, ben organizzata, allenata bene. Ma la Fiorentina è di un livello superiore. Poi le partite vanno giocate, sono finali e può succedere di tutto. Sicuramente giocarla ad Atene per loro può essere uno stimolo in più, giocare ‘in casa’ ha un altro sapore. Potrebbe dargli qualcosa in più, ma a livello tecnico-tattico il divario è ancora importante. Sono proprio i due campionati che hanno un divario importante”.

In casa viola sarà la penultima gara di Italiano, poi c’è Aquilani tra i favoriti alla successione. “Qualche anno fa la scelta di Italiano non fu fatta andando proprio sul sicuro, anche lui era emergente, aveva fatto bene ma per la prima volta si confrontava con una piazza importante come Firenze. Aquilani ha la personalità e lo spessore per allenare la Fiorentina, l’ho seguito a Pisa, non ha fatto benissimo ma è un allenatore che se gli dai fiducia e lo fai lavorare bene può crescere tantissimo. Conosce la piazza di Firenze, è molto stimato, potrebbe essere il profilo giusto. Come scelta la metterei sullo stesso piano di quella fatta dalla Roma con De Rossi. E direi che la cosa è andata piuttosto bene…”.

Altro candidato forte è Palladino. “Palladino ha fatto un grande lavoro a Monza, ma Aquilani mi intriga un po’ di più come situazione. Ma anche Palladino ha dimostrato di poterci stare. Anche lui si dovrebbe confrontare con un certo tipo di pressioni, Monza non è Firenze, credo che il pericolo più grande possa essere la gestione della piazza e delle pressioni che Firenze ti può mettere addosso. Soprattutto se poi vinci un trofeo, dopo un campionato comunque importante. Le aspettative ovviamente si alzerebbero. La scelta di profili di questo genere penso però che sia indicativa: la Fiorentina vuole chiudere un ciclo e lo vuole iniziare un altro con allenatori a cui devi dare tempo. Non prendi allenatori affermati che magari danno immediato riscontro avendo però anche pretese di un certo tipo di rosa. Magari puoi lavorare con giocatori più giovani, ringiovanendo la rosa. Sarà un percorso un po’ più lungo rispetto ad altre situazioni, ci vorrà un po’ più di pazienza”.

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