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La Conference League non è la Champions League. Per quanto sia sempre Europa, dov’è normale che una squadra con la storia della Fiorentina sia presente, basta pensare ai ricavi che le due competizioni garantiscono per capire il gap abissale che c’è tra la coppa che sta giocando la società viola e quelle che giocano per la coppa dalle grandi orecchie.
INCASSI. Basti pensare che, arrivando in Finale e perdendola, la Conference League ha permesso alla Fiorentina di incassare circa 20 milioni di euro. Solo per accedere a questa Champions League (l’anno prossimo i premi saranno ancora più alti) i club partecipanti alla fase a gironi prendono 15 milioni e mezzo. Facendo dei rapidi calcoli, escludendo market pool e biglietteria, il Napoli e la Lazio hanno incassato 10 milioni dai risultati fatti nel girone, più altri 10 avendo passato il turno, l’Inter 12 + 10. Sommandoli ai 15,5 milioni della partecipazione fanno già oltre 35 milioni di incassi. “Avete visto il Milan? Con una partita di Champions incassano dai biglietti quanto noi in un anno. Come si fa a competere?” si chiese a voce alta Rocco Commisso durante uno dei suoi ultimi interventi. Il tutto nonostante la Fiorentina, senza considerare le plusvalenze, dal cammino dello scorso anno che l’ha vista giocare due finali di coppa, abbia fatto il record di ricavi: “Il 2022/23 come ricavi è stato il migliore anno della Fiorentina, parlo di ricavi senza i 25 milioni (riferimento alla sponsorizzazione da parte di Mediacom, ndr) e senza le plusvalenze che sono state fatte. Abbiamo raggiunto 119 milioni”, disse lo stesso patron viola.
QUINTO POSTO. Eppure quel posto in Paradiso non è così lontano. Anzi. Forse così vicino non lo è da anni per la Fiorentina. Col cammino delle squadre italiane in Europa, infatti, si è aperta la finestra per un posto bonus in Champions League. Nel caso in cui l’Italia dovesse classificarsi nelle prime due posizioni, ad oggi è in testa nel ranking Uefa per club, avrebbe cinque squadre nella fase a gironi della prossima Champions, con la quinta classificata della Serie A 2023-2024 che accederebbe alla massima competizione per club d’Europa. Anche per questo, nonostante il ko di Gonzalez ancora da quantificare nelle tempistiche, provarci fino alla fine potrebbe far fare un salto in avanti epocale per la Fiorentina (andrebbe considerato sui ricavi la questione stadio e biglietti in caso di accesso alla Champions, nodo tutto da sciogliere). Di mezzo ci sarebbe anche il mercato di gennaio. L’occasione c’è.
 
												
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																					 
																							 
																							 
																							 
									 
									 
																	 
									 
																	 
									 
																	 
														 
														 
														
Di
Gianluca Bigiotti