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CorSport - L'immobilismo del club e l'ultima spiaggia di Vanoli: se non vince contro l'Udinese sarà esonero

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Il tecnico varesino obbligato ai tre punti domenica. Se dovesse saltare sono due le opzioni calde, ma tra i tifosi serpeggia un sogno

Qui non si tira per la giacca nessuno e impera il massimo rispetto per la persona di fronte alle questione di salute, ma un intervento “pubblico” da parte di Rocco Commisso non è più rimandabile, scrive il Corriere dello Sport - Stadio. Firenze vuole ascoltare la voce del capo che diventi indicazione, anzi ordine da (e)seguire per squadra, allenatore e dirigenti nell’ottica di salvare la barca Fiorentina che sta affondando, se non è già affondata dopo il reiterato immobilismo ancora a tutti i livelli. Sono passati sei giorni dalla sconfitta contro il Verona, che ha acuito lo stato di crisi in campionato fino a punte insostenibili. Ieri l'altro ne è arrivata un'altra a Losanna, che ha ulteriormente allargato il fronte dello smarrimento di fronte all’ennesima resa senza scuse e dignità. L’organigramma societario, intanto è rimasto immutato, con Paolo Vanoli al proprio posto sulla panchina viola

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DECISIONI “DRASTICHE”. Decisioni-non decisioni, mentre questo è il momento delle scelte nette, forti, perfino “drastiche”. Come le aveva chiamate, annunciandole, il direttore sportivo Goretti un minuto dopo la sconfitta di Reggio Emilia. E invece ancora niente. Il silenzio stampa alla fine di Fiorentina-Verona e l’immediato ritiro al Viola Park tuttora in atto: questi sono stati i “provvedimenti”. Quando viceversa c’era e c’è da far capire a capitan Ranieri e compagni la gravità sportiva di quello che (non) stanno facendo e il significato della maglia che indossano, riscrivendo daccapo al tempo stesso le regole nella conduzione di un club che non sa essere incisivo nel rapporto con l’allenatore e i calciatori. Men che mai nel rapporto ai minimi termini tra l’allenatore e i calciatori. Non dimenticando la supervisione necessaria sul mercato, per essere pronti il 2 gennaio ad inserire subito tre-quattro rinforzi come si deve, se si vuole provare a salvare la Fiorentina da una retrocessione umiliante nell’anno del Centenario. Il 2 gennaio, va ribadito, non verso la fine del mercato, perché il 4 c’è la Cremonese, il 7 la Lazio, l’11 il Milan e il 18 il Bologna. Serve un uomo di pallone che affronti e risolva queste situazioni, oltre il direttore generale Ferrari, le cui competenze hanno sempre riguardato altre dinamiche, e oltre il direttore sportivo Goretti a cui adesso manca potere ed esperienza per farlo.

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ULTIMA CHIAMATA. Si sono fatti i nomi di Walter Sabatini e Cristiano Giuntoli, in un riscontro che non ha trovato la minima conferma neppure a livello di contatto. Figuriamoci all’atto pratico. Intanto, bastava portare dentro al Viola Park un ex (allenatore, giocatore, va bene comunque) che conosca così bene la Fiorentina e Firenze da poter trasmettere identità e senso di appartenenza anche solo per osmosi. Aiutando, in primis, Paolo Vanoli in un compito che si sta rivelando improbo, ma finché l’ex Torino è l’allenatore di questa squadra è giusto dargli tutto il sostegno possibile. Una cosa è certa: domani contro l’Udinese è all’ultima chiamata. Se vince rimane e finalmente riparte tutto, se non vince l’esonero diventa inevitabile. Tra le soluzioni, che si chiamano Daniele Galloppa e Beppe Iachini, c’è un sogno che appartiene ai tifosi viola e che darebbe di nuovo speranza e fiducia all’ambiente: la coppia formata da Prandelli e Mutu.

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