Diversi singoli hanno cambiato marcia. Altri sono alla ricerca di uno step come Sottil, altri ancora come Brekalo e Castrovilli potrebbero crescere ancora
Vincere aiuta a vincere. Non è un caso se la Fiorentina ha inanellato una serie di risultati utili consecutivi arrivata a quota 13 a Poznan, fatta di 11 vittorie e 2 pareggi. Un filotto in cui hanno fatto passi da gigante tantissimi singoli, il collettivo e l’allenatore. Sotto gli occhi di tutti i miglioramenti dei vari Dodo, Cabral, Mandragora, Quarta, Gonzalez, così come è tutt’altra cosa veder giocare questa Fiorentina, più solida e compatta dietro, più cinica davanti, più convinta e consapevole, con lo stesso Italiano capace di correggere alcuni aspetti che non funzionavano a livello tattico e nelle turnazioni, oltre al merito di aver portato avanti una preparazione atletica che ha permesso a questa rosa di arrivare nel momento clou della stagione in grande salute, anche grazie a quelle turnazioni che a inizio stagione erano finite sul banco degli imputati.
CHI PUO’/DEVE ANCORA CRESCERE. Se molti singoli sono cresciuti in condizione fisica e come inserimento negli schemi di Italiano, altri possono e devono ancora progredire. Mentre Brekalo inizia a dare ottimi segnali, con l’ingresso ottimo contro lo Spezia e gli 85’ giocati da titolare col Lech Poznan (con due legni colpiti), anche Castrovilli sta iniziando a crescere dopo il lungo stop e il graduale rientro. Probabile che il suo percorso da qui a fine stagione sarà ancora contraddistinto da alti e bassi, com’è logico che sia quando si viene da un infortunio grave come il suo. Il suo apporto in termini di qualità potrà essere un valore aggiunto importante, lo si è già visto con un gol bellissimo (col Sivasspor), uno annullato (con la Juve) e un altro paio sfiorati (tacco volante in stile scorpione e destro fuori di un soffio a San Siro). Poi c’è chi come Sottil e Milenkovic stanno faticando a tornare ai loro livelli. L’esterno, a differenza di Castrovilli, non è ancora riuscito ad ingranare, né quando ha giocato da titolare né nei minuti in cui è stato mandato in campo a gara in corso, con qualche timido segnale di ripresa intravisto in Polonia. Il difensore centrale, invece, continua a faticare nel tornare ai livelli di qualche stagione fa anche a causa dei tanti stop che ha dovuto fronteggiare in questa annata anomala per via del Mondiale. Jovic è un capitolo a parte. Che abbia dei colpi lo si è capito, come con quel movimento a liberarsi con lo Spezia con successivo tocco sotto a cercare di superare Dragowski, ma restano cose troppo isolate rispetto a quanto necessita la Fiorentina, sia in termini di gol che di accessori, come i movimenti da nove che Cabral ha e Jovic no, il pressing che fa Cabral mentre Jovic difficilmente fa e via discorrendo. Quei percorsi che, ad esempio, hanno fatto gran parte di coloro che fino a qualche mese fa fornivano prestazioni incolore o inguardabili, da Ikoné e Mandragora passando per Dodo o Cabral, mentre altri si sono fatti trovare pronti nel momento di necessità, come Ranieri o Terzic.
RISORSE. Se…da qui a fine stagione riusciranno anche loro a crescere, cosa auspicabile e nelle corde di quasi tutti i sopra citati, Italiano potrà trarne sicuro giovamento, e con lui la Fiorentina, impegnata su tre fronti con una classifica di Serie A che è tornata a fornire degli obiettivi raggiungibili, una semifinale di Coppa Italia ed un quarto di finale di Conference League da trasformare in formalità dopo le due vittorie esterne ottenute a Cremona e Poznan, per un finale di 2022-23 in cui ci sarà bisogno di tutti. Sperare di poter scrivere la storia non è eresia.
Di
Gianluca Bigiotti