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Editoriali

Portiere, playmaker, fantasista e centravanti: la Fiorentina ha la sua ossatura. Bisogna costruirci attorno

De Gea, Adli, Gudmundsson e Kean: Palladino ha trovato i suoi imprescindibili nei ruoli chiave

La vittoria col Milan ha ridato entusiasmo a un ambiente ingrigito dall’avvio di stagione della Fiorentina. La squadra di Palladino ha vinto e convinto contro un avversario che non ha giocato al meglio delle proprie possibilità ma che resta sulla carte nettamente più forte dei viola. Una Fiorentina molto attenta in fase di non possesso, che ha lasciato il pallone alla squadra di Fonseca per poi verticalizzare al più presto una volta rientrata in controllo della sfera.

Va detto che senza una prestazione gargantuesca da parte di De Gea – che oltre ai due penalty neutralizzati ha anche effettuato parate decisive in almeno altre tre occasioni – sarebbe stata molto dura portare a casa i tre punti. Tuttavia, è innegabile il passo avanti mostrato dai viola, che si sono ritrovati a essere più efficaci nel difendere corti con un 4-4-2 caratterizzato da un doppio blocco basso – pur senza rinunciare ai riferimenti a uomo, principio imprescindibile per il calcio di Palladino – e Bove “esterno atipico”. Si è vista un’identità di squadra, nell’accettare di giocare un calcio non bello ma efficace, o almeno così è stato domenica scorsa. Un’idea di gioco che andrà rivista contro squadre che si chiudono, quelle contro le quali la Fiorentina finora ha fatto molta fatica. Intanto, però, la vittoria col Milan ha confermato che questa squadra, rivoltata come un calzino in estate, sta cominciando ad assumere una chiara fisionomia. Con un’ossatura importante, fatta di giocatori decisivi che uno a uno stanno diventando tutti imprescindibili.

DE GEA SHOW. A partire dal portiere, sul quale c’è poco da scrivere. Basta infatti guardare la prestazione di De Gea contro il Milan per capire che la Fiorentina, in quel ruolo, ha fatto un enorme passo avanti rispetto a Terracciano. Intendiamoci: l’estremo difensore italiano ha disputato buone stagioni (soprattutto l’ultima), facendosi apprezzare per la sua affidabilità, qualità non da poco per un numero 1. Tuttavia, il De Gea visto fin qui è semplicemente di una categoria superiore: è uno dei migliori portieri del campionato italiano. La super prestazione col Milan arriva al culmine di una serie di buone prove e di un’altra occasione in cui aveva già messo il mantello da supereroe: la sfida di ritorno dei playoff di Conference contro la Puskas Akademia, la quale non sarebbe finita bene per i viola senza le parate dello spagnolo.

ADLI INTRIGA. A centrocampo, Adli non è ancora una certezza assoluta, ma la doppia prova contro TNS e Milan lo mettono sulla buona strada. Non solo per i due gol consecutivi, ma anche per la sua capacità di verticalizzare, qualità fondamentale per una Fiorentina che vuole badare al sodo e non perdere tempo nel possesso palla. Palladino ha giustificato lo scarso utilizzo del francese in queste prime partite come un fattore legato alla sua scarsa condizione fisica. Finora lo slot di regista è stato occupato da Cataldi, ma coi rossoneri il tecnico gigliato ha dimostrato che si può giocare anche col doppio play. Dopo la sosta sarà difficile togliere il posto ad Adli, mentre gli altri si giocheranno il posto al suo fianco.

VERY GUD. Gudmundsson è arrivato a Firenze come la stella assoluta del mercato estivo. In ritardo per problemi fisici, al suo esordio contro la Lazio si è presentato con una doppietta su rigore che ha regalato alla Fiorentina la prima vittoria stagionale. Contro il Milan una partita difficile, in cui ha faticato a trovare le sue giocate, ma poi è arrivato il gol vittoria. Il ragazzo ha una dote non da poco: vede la porta. La rete coi rossoneri la fa sembrare facile, ma è tutt’altro che scontata. L’ex Genoa tocca la palla in maniera diversa rispetto agli altri e ha un’enorme consapevolezza nei propri mezzi. Ogni tanto questo si traduce in un eccesso di confidenza, ma glie lo si può tranquillamente perdonare se continua a viaggiare su queste cifre realizzative.

CICLONE KEAN. Infine, Moise Kean è la scommessa vinta dell’estate. Giocatore di indubbio valore ma incapace fin qui di esprimere tutto il proprio potenziale, a Firenze ha trovato l’ambiente perfetto per scatenare tutta la sua potenza sul rettangolo verde. Fin dalla prima partita si è visto un giocatore pienamente coinvolto nel progetto, voglioso di dimostrare tutto il suo valore. Il risultato? 5 gol in 10 partite, ma soprattutto una prepotenza fisica devastante, che ha messo in difficoltà qualsiasi difensore avversario si sia trovato davanti. Il lavoro sporco che svolge ogni singola partita è encomiabile: d’altra parte, la squadra lo cerca continuamente con lanci lunghi e lui si è dimostrato una garanzia. Augurandoci che i problemi lombari siano smaltiti al più presto, può disputare una stagione di primissima fascia.

Insomma, nei ruoli chiave la Fiorentina sembra essere molto a posto. Attorno a loro bisogna costruire il resto della squadra. Qualcuno è già pronto (Dodo, ad esempio, è sempre tra i migliori in campo), qualcuno deve ancora arrivare (troppo poco quello che si è visto da Colpani fino a oggi), ma la squadra riparte alcune certezze importanti. Ora due settimane di lavoro nelle quali Palladino avrà quasi tutto il gruppo a disposizione – tra i giocatori della prima squadra sono stati convocati soltanto Bove (U21), Comuzzo (U20), Martinelli (U19) e in extremis Gosens dalla Germania –, per farsi trovare pronti alla sfida col Lecce. Serve trovare continuità di rendimento e di risultati per dare una definitiva svolta alla stagione.

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