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Paratici e la rivoluzione necessaria: chi resta e chi può partire. Becao, Martel e Silvetti piste fredde

La Fiorentina riparte da un mercato di necessità: priorità chiare e margini di manovra ridotti

Mancano pochi giorni all’insediamento ufficiale di Fabio Paratici come nuovo Head of Football della Fiorentina - direttore tecnico, per usare un lessico più tradizionale; plenipotenziario dell’area sportiva, se si preferisce la sostanza alla forma. L’ex dirigente di Sampdoria e Juventus è atteso al Viola Park all’inizio della prossima settimana, quando prenderà in mano una situazione delicatissima e avvierà quella mini-rivoluzione di mercato chiamata a invertire una rotta che, numeri alla mano, oggi conduce dritta verso l’incubo Serie B.

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Come scriveva Tacito, “corruptissima re publica plurimae leges”: quando le cose vanno male, si moltiplicano le soluzioni. E infatti, sebbene l’arrivo fisico di Paratici a Firenze non sia ancora avvenuto, la macchina del mercato viola è già in movimento. Anche perché il tempo, in questo momento, non è un alleato.

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Rivoluzione sì, ma a saldo zero

Gennaio sarà un mese di profondi cambiamenti, ma senza follie. La sessione invernale dovrà infatti autofinanziarsi: ogni entrata passerà inevitabilmente da una cessione. La lista dei partenti, al momento, è lunga e trasversale a tutti i reparti.

Si parte dalle situazioni già definite. Gino Infantino ha fatto ritorno in Argentina, dove firmerà con l’Argentinos Juniors. Abdelhamid Sabiri, invece, non è fermo per infortunio come inizialmente comunicato dal club: è fuori rosa dall’esonero di Pioli e attualmente lontano da Firenze, in attesa di una nuova sistemazione.

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Difesa: sfoltire per ricostruire

Anche il reparto arretrato è destinato a cambiare volto. Tommaso Martinelli, dopo una prima parte di stagione in cui non ha trovato lo spazio promesso — nemmeno in Conference — andrà in prestito in Serie B per cercare continuità. Stesso destino possibile per Kouadio, altro prodotto del vivaio.

Tra i centrali, i nomi più caldi in uscita sono quelli di Pablo Marí e Mattia Viti. Diversa la situazione di Comuzzo, in crescita costante in questo inizio di 2025 e sempre più vicino alla conferma. Resteranno anche Ranieri, ormai ex capitano, e Dodô, nonostante il rinnovo resti un tema aperto e sensibile.

Sul fronte entrate piace Coppola del Brighton, mentre al momento è da escludere la pista che porta a Becao del Fenerbahçe.

Centrocampo: un déjà-vu estivo

Se c’è un reparto che sembra condannato a una rifondazione ciclica, quello è il centrocampo. Nicolussi Caviglia ha deluso le aspettative e lascerà Firenze: ha mercato e diversi estimatori in Serie A, Cagliari in testa. Anche Ndour e Sohm non hanno reso secondo le attese, e la Fiorentina confida nell’arrivo di offerte concrete.

Meno scontato l’addio di Mandragora, il cui futuro dipenderà molto dalle proposte che arriveranno sul tavolo. Discorso simile per Gosens, appena rientrato dall’infortunio e già cercato in estate dall’Atalanta.

Capitolo a parte per Richardson, definitivamente fuori rosa dopo l’intervista rilasciata a L’Équipe: la sua destinazione sarà il Nizza, probabilmente all’interno di un’operazione impostata come scambio. Alla Fiorentina piace Boga, ma non solo.

In entrata, restano monitorati Brescianini e Samardzic dell’Atalanta: due profili diversi per status e fattibilità, ma entrambi ritenuti funzionali alla ricostruzione. Più freddo il nome di Eric Martel del Colonia, già seguito la scorsa estate.

Attacco: pochi intoccabili

Davanti, il partente certo è Edin Džeko, anche se piazzarlo non sarà semplice a causa di un contratto pesante da 1,8 milioni di euro. Situazione complicata anche per Kouame, rientrato da poco dopo il lungo stop per la rottura del crociato.

Sono invece da escludere cessioni eccellenti: Gudmundsson, Kean e Piccoli non si muoveranno. Quest’ultimo, del resto, ha già vestito le maglie di Cagliari e Fiorentina in stagione e non può essere tesserato da altri club. I rinforzi offensivi arriveranno quindi soprattutto sugli esterni. La pista che porta a Mateo Silvetti dell’Inter Miami, talento argentino classe 2005 di grande prospettiva, in questo momento non sembra essere una priorità perseguita dalla Fiorentina, che ritiene il profilo non immediatamente funzionale alla delicata situazione di classifica.

Una corsa contro il tempo

Il lavoro che attende Paratici - che porterà con sé Lorenzo Giani, suo storico collaboratore già alla Juventus e al Tottenham - sarà enorme. Insieme a Goretti e all’attuale area mercato viola, serviranno lucidità, rapidità e scelte chirurgiche.

Perché, parafrasando Seneca, “non c’è vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. La Fiorentina, oggi, una direzione deve trovarla in fretta. E possibilmente prima che l’ombra della retrocessione diventi una realtà irreversibile.


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