La Fiorentina vince 3-0 a Presov contro il Polissya e ipoteca il passaggio alla League Phase di Conference. Provvidenziale anche De Gea
De Gea: 7. Dalla Puskas Akadamia al Polissya, anche stasera il miracolo su Filippov sullo 0-1 vale tanto nell’economia del match. Dà la solita sicurezza alla squadra, per poi esaltarsi ancora nel finale su Haiduchyk.
Comuzzo: 6. Deve scalare spesso a coprire gli spazi di Dodo, tiene discretamente.
Pongracic: 6. Partita tra alti e bassi, senz’altro è il più sollecitato dalle iniziative ucraine. Non legge bene il cross per Filippov sulla ‘paratona’ di De Gea, poi è provvidenziale nella chiusura sull’avversario (ma c’era un ‘buco’ per il quale era co-responsabile) nell’azione che porta allo 0-2. Anche nella ripresa distratto in un’occasione avversaria, poi poco dopo al 71′ mura un tiro destinato in porta di Haiduchyk.
Ranieri: 6. Si difende bene e prova a sganciarsi in un paio di occasioni.
(dall’86’ Viti: sv)
Dodo: 7. Subito molto attivo, si sgancia tanto in corsia e arriva spesso sul fondo. Avvia il raddoppio, bella l’azione che porta all’occasione di Gudmundsson al 35′. Anche nella ripresa prezioso per coprire e ripartire.
Sohm: 6. Prima ufficiale con tanto campo coperto, ancora con qualche distanza da trovare.
(dal 76′ Sabiri: sv)
Fagioli: 6. A volte si abbassa ad impostare, altre si muove per ricevere più avanti. Prova discreta.
Gosens: 7,5. Il solito Robin. Non molla mai in corsia, si inserisce con costanza e trova il gol che incanala la partita. Anche nella ripresa un’altra occasione dopo un bel triangolo con Gudmundsson.
(dal 76′ Parisi: sv)
Ndour: 7,5. Un po’ a sorpresa (fino ad un certo punto) riproposto sulla trequarti, conferma le buone impressioni mostrate nel pre-campionato. Tante volte nel posto giusto al momento giusto, dà sostanza, fisicità e gamba. Entra nell’azione del vantaggio con una spizzata intelligente, bello il lancio per il tris di Gudmundsson. Nel mezzo altri strappi interessanti in mezzo al campo.
(dall’85’ Fazzini: sv)
Gudmundsson: 7,5. Subito molto attivo, si butta negli spazi cercando spesso il dialogo con i compagni. Va alto di testa al 35′ dopo un inserimento preciso, gli manca un po’ di lucidità in due-tre situazioni importanti. Nella ripresa si rifà con gli interessi, con la progressione e il diagonale che chiude la partita e probabilmente anche la qualificazione.
(dal 69′ Dzeko: 6. Utile per far salire la squadra in più occasioni, impreca con Parisi per un’occasione che poteva portare ad un gol facile facile).
Kean: 6. Sembra il solito Moise, invece al 44′ l’ingenuità che non ti aspetti (anche se il mancato provvedimento per l’avversario lascia pareccio perplessi). Il tiro iniziale che porta all’autogol di Kudryk ha un gran peso specifico, poi va con l’assist per il raddoppio di Gosens. Ci prova in un’altra occasione prima di prendersi il rosso, che per fortuna non complica la strada alla Fiorentina.
All. Pioli: 7,5. Puskas Akademia, Rapid Vienna e Twente sono lontani ricordi. Finalmente la Fiorentina – già allestita e proiettata all’appuntamento da inizio ritiro – fa il proprio dovere contro formazioni da battere senza se e senza ma. Qualche brivido c’è ancora, ci vuole De Gea, ci vuole la scarsa mira degli avversari, ma la prima Viola 2025/2026 lascia buone sensazioni. L’aggressione alta, la capacità di variare tra un possesso palla veloce e attacchi diretti, i movimenti continui tra i reparti, la ricerca della verticalità. Ci sono ancora distanze da trovare, specialmente dietro, ma uno 0-3 in trasferta (più o meno, perché sul neutro di Presov si sentono solo i 350 tifosi viola) in inferiorità numerica in un appuntamento storicamente insidioso è un buonissimo modo di iniziare di stagione.
Di
Marco Pecorini