Connect with us

Rassegna Stampa

La Nazione – Il terapeuta di Fagioli: “Soldi, tempo, noia e ricerca di emozioni fattori di rischio”

Fagioli e Ranieri - Fiorentina

Le parole del terapeuta del centrocampista della Fiorentina Nicolò Fagioli sulle difficoltà dovute alla ludopatia

Parla così a La Nazione Paolo Jarre, terapeuta del centrocampista della Fiorentina Nicolò Fagioli: “Essere un calciatore e avere tanti soldi non è un fattore di protezione, ma di rischio. I 12 calciatori emersi dall’indagine sono solo la punta dell’iceberg. Dei 500 calciatori di Serie A, credo che almeno 100-150 siano in questa situazione. Questi ragazzi hanno tanto tempo libero, tanti soldi e la mancanza di interessi diversi dal calcio. Con gli smartphone, poi, l’azzardo è in tasca 24 ore su 24. Vincere o perdere non conta, chi gioca d’azzardo insegue lo stato di ebrezza determinato dalla giocata. La noia è un fattore molto importante, soprattutto per ragazzi che non hanno sperimentato la piacevolezza dell’attesa perché tutti i loro bisogni sono stati soddisfatti prima ancora di trasformarsi in desideri. Nell’ambito di una vita emotivamente piatta, puntare, aspettare quei minuti per avere l’esito, perdere, riprovare, produce in loro un’altalena emotiva a cui non sono abituati e che dà dipendenza. Una dipendenza da dopamina innescata dall’attesa: l’incertezza è un motore potente che determina una cascata dopaminergica”

Gli sportivi, abituati alle emozioni forti delle partite sono senza dubbio più predisposti, soprattutto se sono sportivi di successo. Come spiegava Fagioli durante i suoi incontri, ‘sicuramente non c’è nessuna giocata d’azzardo che vale un gol in serie A’. Però il gol dura poco, se ne fai tanti ne fai 20 in un’annata. Il gioco d’azzardo lo puoi fare 24 ore su 24. E vivere immersi in un ambiente ipocrita, pervaso della cultura dell’azzardo, in cui si parla di quote, con a bordo campo le pubblicità, non aiuta”.

AIUTO. “La notorietà rende più difficile rivolgersi ai servizi pubblici. Si sentono maggiormente sottoposti a un pregiudizio morale. La gente è pronta a dire ‘ha tutto, è un cretino’. Ma si tratta di persone con le loro vulnerabilità dettate da motivi biologici, familiari, storie personali. Il più delle volte quando arrivano a chiedere aiuto, ormai hanno alle spalle grossi guai sul piano economico e finanziario ma anche relazionale”.

Lo scorso anno, Fagioli ha detto: ‘Non posso dire di esserne uscito, altrimenti Paolo si arrabbia’. “È meglio non dirlo perché la vulnerabilità rimane. Il rischio di ricaduta c’è sempre. Il cervello conserva la memoria e basta poco per riaccendere la dipendenza. L’atteggiamento deve essere quello di dire: ‘sono un giocatore ma non gioco da 20 anni’”.

5 Comments
Iscriviti
Notifica di
guest

5 Commenti
ultimi
più vecchi più votati
Vedi tutti i commenti

Altre notizie Rassegna Stampa

5
0
Lascia un commento!x