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Editoriali

La notte perfetta e quella scintilla da coltivare con umiltà

Il Tap-In di Matteo Dovellini - Mandragora Fiorentina

Il 3-0 alla Juventus rilancia i viola tra campionato e Conference League. Il 3-5-2 esalta i singoli, la squadra ritrova fiducia e ambizioni

La notte perfetta. Game, set, match. La Fiorentina si ritrova nella gara più attesa, quella che può davvero segnare la svolta di fine stagione e accendere così le due strade che portano all’Europa. Una passa dal campionato, coi viola che grazie al successo sulla Juventus si sono tenuti in scia del gruppo che lotta per un piazzamento di vertice. L’altra invece corre lungo la Conference League e porta anche alla speranza di poter alzare un trofeo che renderebbe quest’anno unico nella storia del club.

Come cambia la prospettiva, nel giro di pochi giorni. Da quel mezzo sorriso col Napoli, con un finale in crescendo, al passaggio del turno in Conference merito del primo tempo scintillante fino all’equilibrio nell’arco dei 90’ e la conferma: questa squadra può tenere alti ritmi, intensità e concentrazione conquistando il massimo contro una formazione che, seppur in netta crisi, è stata costruita per ben altri obiettivi.

Il 3-5-2 che esalta le caratteristiche dei singoli

Qualità al potere, finalmente. Il recupero a pieno regime di Gudmundsson ma anche l’affinità con Kean, la crescita di condizione di Fagioli, quella magari meno evidente ma certamente strategica di Cataldi. Tutto passa per un modulo, il 3-5-2, che esalta le caratteristiche dei singoli e non è un caso se Gosens sia molto più presente e incisivo in area di rigore avversaria. Non solo. La difesa che da tre si compatta a cinque, una mediana finalmente complementare tra qualità e sostanza e la libertà che viene assicurata a Gud adesso a suo agio tra centrocampo e attacco (terzo gol in una settimana appena).

Notti come quelle contro la Juventus servono anche a lucidare l’orgoglio di una piazza che non ha mai smesso di spingere la sua squadra. Le critiche fanno parte del gioco e ne è consapevole anche Palladino, al quale vanno i meriti per non aver perso la lucidità ridisegnando una Fiorentina adesso capace di tutto. Perché la prossima sfida, quella più importante, sarà mostrare la stessa intensità vista contro i bianco neri nelle restanti sfide tra campionato e Conference. In campionato il calendario dice Atalanta e Milan, certo. Ma anche Parma, Cagliari ed Empoli prima del gran finale. La classifica è aperta a ogni scenario e l’altra buona notizia arriva dall’infermeria di fatto svuotata. Palladino ha tutti a disposizione, compresi Adli e Folorunsho tornati in campo e che potranno lavorare durante la sosta. Tante soluzioni da girare sul modulo che pare cucito appositamente per questa rosa.

Coltivare la scintilla per un finale di stagione all’altezza

La Fiorentina ha il diritto/dovere di crederci. Il quarto posto è a cinque punti ed è occupato dal Bologna che ancora dovrà passare dal Franchi. Tanti punti sono stati lasciati per strada specie contro le medio piccole del campionato e questo rimane un grande peccato. Ma niente è perduto, nonostante tutto. La sensazione è che il momento più complicato sia alle spalle e che i viola abbiano ritrovato la quadra giusta per affrontare il finale di stagione al massimo delle potenzialità. Arriverà il tempo delle analisi, dei giudizi su dirigenza e allenatore, dei cartellini da riscattare, dei programmi sportivi futuri da affrontare. Tutto al momento opportuno. 

Questo è il tempo di spingere sulla compattezza e coltivare quella scintilla potente e magica arrivata dalla notte del Franchi. Con umiltà, rispetto, determinazione. Senza disperdere lo spirito di sacrificio che rende questa squadra sorprendente ed efficace. Potrebbe essere la scintilla decisiva per il cammino della Fiorentina e sarebbe un errore clamoroso non coglierne la sua essenza straordinariamente positiva.

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